Storia di Milano
Fondata dai galli insubri
presumibilmente all'inizio del IV secolo a.C., Mediolanum, romana a
partire dal 222 a.C., divenne con la riforma augustea capoluogo della
Transpadana. In età imperiale l'importanza della città si consolidò
con Diocleziano, che la designò a residenza dell'imperatore d'Occidente
(Massimiano dal 286), con Costantino, che vi emanò nel 313 l'editto
di tolleranza verso il culto cristiano, e Ambrogio, che le conferì prestigio
con il suo autorevole episcopato (374-397).
In epoca carolingia
Milano si affermò come grande centro dell’Italia settentrionale soprattutto
grazie al prestigio dei suoi arcivescovi, ricchi di proprietà e a capo
di una vastissima diocesi. Dopo l’anno Mille la vita sociale cominciò
ad animarsi con la formazione, accanto al ceto dei grandi feudatari
vescovili, di nuovi ceti di piccoli feudatari, cittadini e mercanti
– tra i quali nacque il movimento riformatore religioso dei Patarini
– che più tardi avrebbero dato vita alle istituzioni del Comune milanese.
La preminenza economica e politica della città fece di Milano la principale
avversaria dell’imperatore Federico Barbarossa, che l’assediò più volte
e ne diroccò le mura. Nel XIII secolo i conflitti interni tra fazioni
e gruppi, dopo l’iniziale predominio della famiglia Della Torre, si
conclusero con l’affermazione dei Visconti, che nel 1294 ottennero il
titolo di vicari imperiali. La storia di Milano tra l’VIII e il XVI
secolo è ripercorsa nel brano della Guida Rossa del Touring Club Italiano
dedicata alla città. apri approfondimento
Decaduta tra il
V e il VII secolo per le invasioni di burgundi, bizantini, goti e longobardi,
Milano si riprese a partire dall'VIII secolo, favorita dai commerci
con l'Europa centrale cui diedero impulso i nuovi conquistatori carolingi.
A incrementarne lo sviluppo contribuì in seguito l'influenza dei suoi
arcivescovi che, alla guida di una diocesi in crescente espansione fra
il IX e l'XI secolo, imposero interessi e aspirazioni della città all'attenzione
dei primi imperatori germanici.
Bonvesin de la Riva nacque, visse
e morì a Milano, a cui dedicò un'opera in lingua latina, De magnalibus
Mediolani, magnificando fatti e glorie locali. Il suo intento è quello
di far conoscere non solo agli stranieri, ma agli stessi suoi concittadini,
le meraviglie di Milano: ne elogia la posizione, le abitazioni, la qualità
e la quantità degli abitanti; ne esalta la fertilità del suolo, l'abbondanza
"di ogni bene di cui abbisognano gli uomini"; ne loda la forza, la fedeltà,
la gloriosa libertà e la ricchezza delle sue magistrature. Il panegirico
viene esteso anche al nome, Mediolanum, la cui perfezione per Bonvesin
si attaglia a una città "più perfetta delle altre".
Tra l'XI
e il XII secolo al potere vescovile si sostituì quello comunale, che
portò Milano alla preminenza sulle altre città lombarde e al cruento
scontro con Federico I il Barbarossa, sconfitto a Legnano nel 1176 dalle
milizie della Lega lombarda. Un secolo più tardi, nelle lotte per la
supremazia cittadina prevalsero i Visconti, che esercitarono la loro
signoria fino al 1447 dando vita con Gian Galeazzo a uno stato, il Ducato
di Milano, tenuto in seguito dagli Sforza, tra i più estesi dell'Italia
tardomedievale. Travolto il Ducato dall'intervento dei francesi nel
1499, poi cacciati dagli spagnoli nel 1525, Milano si avviò a un lento
regresso dal quale, dopo la crisi economica e demografica del XVII secolo,
cominciò a risollevarsi con il passaggio nel 1706 all'Austria.
Milano, insieme a Napoli, fu il maggiore centro di elaborazione
delle idee illuministiche in Italia e la rivista "Il Caffè", fondata
e diretta dall'economista e scrittore Pietro Verri, ne fu il principale
organo di diffusione. Intorno ad essa si riunirono intellettuali e letterati
milanesi e lombardi interessati a promuovere le nuove idee in campo
economico, scientifico, giuridico, linguistico e letterario. Sul primo
numero del periodico apparvero interessanti "osservazioni meteorologiche"
di Gasparo Visconti che prendono in esame Milano e il suo entroterra:
partito dall'elogio di una posizione geografica che sembrerebbe avere
"combinato le fisiche circostanze più fortunate" per rendere il clima
milanese "bello e felice", Visconti constata tuttavia che così non è
ed elenca le cattive condizioni climatiche del luogo e i malanni che
ne conseguono attraverso una serie di esempi dai quali è facile concludere
come l'opera dell'uomo ne sia principalmente responsabile. apri
approfondimento
Il Settecento, sotto il dispotismo illuminato
di Maria Teresa, fu per la città un periodo di rigoglio intellettuale
e civile. E così la fase napoleonica (1796-1814), durante la quale divenne
capitale della Repubblica Cisalpina, divenuta poi Repubblica italiana
e infine parte del Regno italico. Nel corso della Restaurazione Milano
fu uno dei più attivi centri d'indipendentismo dell'asburgico Lombardo-Veneto
e insorse nel 1848 con le Cinque giornate. Dal 1861 si affermò nel nuovo
Regno d'Italia come la città economicamente più importante, ma non senza
acuti contrasti sociali e politici che, dopo la repressione dei tumulti
popolari del 1898, portarono nel primo dopoguerra al successo (preparato
dalla fondazione nel 1919 dei Fasci di combattimento) del fascismo.
Tra il 1943 e il 1945 la città fu il centro di coordinamento della Resistenza
nel Nord Italia. Il 12 dicembre 1969 fu colpita dal primo attentato
(strage di piazza Fontana) della cosiddetta "strategia della tensione".
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