Cronologia di Milano dal 351 al 400
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| 351 |
| 15 marzo |
| Gallo, figlio di Giulio Costanzo e fratello di Giuliano, viene nominato cesare dal cugino Costanzo II, che gli concede in moglie sua sorella Costantina. Risiede ad Antiochia. Essendo cattolico delibera che sul luogo del tempio di Apollo nel bosco suburbano di Antiochia si costruisca una chiesa in onore del vescovo e martire Babila, trasferendovi il suo corpo. Giuliano l'Apostata ordinerà a sua volta che le reliquie siano riportate al cimitero, perché a Dafne possa riprendere il culto di Apollo. Si dice che il corteo dei cristiani usasse per l'accompagnamento di san Babila per la prima volta il canto antifonario, che poi fu volutamente imitato a Milano dal vescovo Ambrogio. |
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| 351 |
| 28 settembre |
| Battaglia di Mursa (oggi Osijek) sulle rive della Drava, nel corso della quale Costanzo II batte Magnenzio. Magnenzio sposa Giustina, figlia di un governatore del Piceno. Era già vedovo di sua sorella maggiore. |
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| 352 |
| 17 maggio |
| Liberio è eletto papa; era stato diacono di papa Giulio. Uomo pio, ma di scarsa energia, provocherà un'eclissi del primato pietrino. |
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| 352 |
| autunno |
| Costanzo II ricaccia Magnenzio in Gallia, quindi entra a Milano, dove a dicembre celebra le proprie nozze con Eusebia. L'imperatore ha 35 anni, è di religione ariana, fisicamente infelice: piccolo, gambe storte, brutto. Si abrogano le leggi promulgate da Magnenzio. A Milano si riapre la zecca, chiusa dopo il 271, per la coniazione dell'oro, mentre le monete uscivano dalle zecche di Aquileia e Pavia. Quella di Milano era infatti una zecca comitatense, che serviva a pagare militari e burocrati, a dare tributi ai barbari che fornivano contingenti federati, per sovvenzionare servizi logistici e opere di difesa. |
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| 353 |
| primavera |
| Costanzo II riceve a Milano alcune delegazioni che appoggiano la causa di Atanasio di Alessandria; la sua presenza in città è attestata fino alla fine di luglio, quando la lascia per recarsi nelle Gallie a combattere gli Alemanni. |
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| 353 |
| 10 agosto |
| Magno Magnenzio, sconfitto a Mont Saléon, si uccide a Lione. |
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| 353 |
| 25 dicembre |
| Natale. Marcellina, sorella maggiore di Aurelio Ambrogio, riceve il velo di vergine consacrata da papa Liberio (alcuni collocano la velazione al 6 gennaio 354). |
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| 354 |
| Muore Costantina, sorella di Costanzo e moglie di Gallo. Viene sepolta a Roma, nel mausoleo fatto costruire presso la basilica di S.Agnese della Nomentana.
Cronografo 354 è il titolo del calendario ecclesiastico con le feste religiose, la successione dei papi, l'anniversario civile, i fasti consolari, una lista dei prefetti e delle cronache imperiali. |
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| 354 |
| autunno |
| Costanzo II rientra a Milano: qui apprende la notizia della uccisione del cesare Gallo avvenuta a Pola per suo ordine e, dopo aver convocato il fratello di quest'ultimo, Giuliano, lo invia a Como prigioniero (alcuni mesi più tardi, per intercessione di Eusebia, Costanzo autorizza Giuliano a partire per la Grecia). |
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| 355 |
| gennaio |
| gennaio-maggio: Concilio di Milano, organizzato dal prefetto Flavio Tauro nella nuova cattedrale a favore degli ariani. Il concilio è ricordato dagli antichi storici cristiani (Rufino, Socrate, Sozomeno, Teodoreto). Di fronte al tumultuare del popolo nella basilica del concilio, l'assemblea si trasferisce nel palatium . Qui è redatta da Valente e Ursacio una lettera sub imperatoris nomine e quanti non la sottoscrivono sono deposti ed esiliati. L'episcopato latino ne esce decapitato: Roma, Milano, Treviri, Cagliari, Vercelli, Napoli, Cordova perdono i loro vescovi. Dionigi di Milano è esiliato a Sebaste in Armenia, dove morirà, ed è sostituito con Aussenzio, un vescovo della Cappadocia, che resterà in carica fino al 374. Aussenzio proveniva come formazione dalla scuola di Origene a Cesarea. Ignorava il latino e questa estraneità gli suscita l'ostilità dei milanesi, per cui l'insediamento avviene solo con scorta armata. Aussenzio rifiuta con decisione la qualifica di "ariano". Atanasio, il vescovo di Alessandria in esilio e scomunicato nuovamente in questo concilio, lo definisce "faccendiere", ossia uomo di regime. |
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| 355 |
| 19 febbraio |
| Costanzo II emana da Milano l'editto col quale ordina la chiusura di tutti i templi pagani. Decreta che siano puniti con la pena capitale tutti coloro che portano su di sé amuleti, seppur contro la malaria, e coloro che evocano gli spiriti o si aggirano nottetempo per i cimiteri (Ammiano XIX 12,14). Se qualcuno consulta un esperto sullo squittio di un topo, sull'incontro con una donnola o se per il lenire un dolore usa la formula magica di una vecchia "cosa che anche i medici autorevoli ammettono", deve subire la pena capitale (Ammiano Marcellino XVI 8,2). Costanzo II infierisce contro gli aruspici, astrologi, caldei, indovini, interpreti dei sogni e stregoni; per tutti è prevista la tortura e la morte, anche se l'accusato è nobile. Si fa divieto di querelare un religioso davanti a giudici ordinari (Cod. Theod . XVI, 2,12). |
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| 355 |
| giugno |
| Costanzo II è presente in città finché dura il concilio, quindi lascia Milano per andare a combattere gli Alemanni; farà ritorno a luglio. |
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| 355 |
| 6 novembre |
| Costanzo II nomina cesare Giuliano, fatto ritornare dalla Grecia. Poco dopo si celebrano a Milano le nozze tra Giuliano e la sorella di Costanzo II, Elena. Il 1° dicembre gli sposi partono per la Gallia Transalpina. |
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| 356 |
| Atanasio di Alessandria scrive tra il 356 e il 358 l'Apologia per la sua fuga, l' Apologia a Costanzo , la Storia degli Ariani e la Vita di Sant'Antonio . In questa agiografia il meraviglioso trabocca da ogni pagina. L'asceta che domina le sue passioni sino a liberarsi quasi dalle necessità fisiche di dormire, bere e mangiare, che lotta contro il demone della lussuria, contro gli istinti, diviene l'eroe di questa età. Le diavolerie occupano un posto rilevante: Antonio vede spalancarsi i muri della sua cella e i diavoli precipitarsi dentro sotto forma di leoni, orsi, leopardi, tori, aspidi, scorpioni con un fracasso terribile.
Risale a questo periodo la presenza a Milano di san Martino. Aveva trascorso la sua giovinezza a Pavia, poi era entrato nella carriera militare, ricevendo ad Amiens, dove era di guarnigione, il battesimo da Ilario di Poitiers. Lasciato l'esercito nel 354, diviene esorcista nella chiesa di Ilario, fino all'esilio del vescovo. Martino allora si sposta a Milano, dove avrebbe fondato una cella. Venanzio Fortunato dice che era posta "al vertice di Milano". La cella sarebbe poi identificata con l'unico monastero maschile presente a Milano al tempo del vescovo Ambrogio e detto poi S. Ambrogio ad Nemus. |
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| 356 |
| dicembre |
| Viene trasportato forzatamente a Milano papa Liberio per sottoscrivere i deliberati del concilio di Milano; al suo diniego, viene spedito in esilio a Beroea in Tracia. Si oppone Ilario di Poitiers, che viene esiliato in Frigia. |
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| 357 |
| 28 aprile |
| Fino al 29 maggio Costanzo II è a Roma per festeggiare i 20 anni del suo impero. E' la prima volta che Costanzo mette piede a Roma. Ammiano Marcellino racconta lo spettacolo: il corteo imperiale è accolto fuori Roma dai senatori con le imagines di cera dei loro antenati. Preceduto da un duplice rango di portinsegne, Costanzo entra in città seduto su un carro d'oro adorno di pietre. Intorno a lui, issati su aste, fluttuavano gonfaloni di porpora rappresentanti draghi. Il corteo si dirige poi ai Rostri e al Senato. Fa consacrare papa il diacono Felice. Trasporta le reliquie degli apostoli nel mausoleo di Costantino a Costantinopoli, che diventa basilica Apostolorum . Elena, moglie di Giuliano, abortisce durante il viaggio, si dirà per veneficio. |
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| 358 |
| Tra il 358 e il 362 Atanasio scrive le quattro Lettere a Serapione , dove sostiene la sua tesi della piena divinità dello Spirito e della sua consustanzialità al Padre e al Figlio: fra lo Spirito e il Figlio vi è una strettissima relazione, in quanto lo Spirito appartiene come essenza al Figlio come il Figlio appartiene al Padre.
Mario Vittorino inizia a scrivere Adversus Arium , saggio teologico in cui si pongono le basi della dottrina trinitaria.
Costanzo II tiene un sinodo a Sirmio, nel corso del quale papa Liberio e Fortunaziano, vescovo di Aquileia, sottoscrivono il credo ariano, diversamente da Dionigi di Milano, che permane in esilio. Martino è a Milano, ma Aussenzio lo fa cacciare. |
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| 358 |
| 28 luglio |
| Papa Liberio rientra a Roma, dove però lo attende Felice, che non vuole lasciargli il posto. |
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| 359 |
| 18 aprile |
| (o 23 maggio) Nasce a Sirmio Graziano, figlio di Valentiniano I e di Marina Severa. |
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| 359 |
| estate |
| Sinodo di Rimini aperto da Flavio Tauro per conto di Costanzo II che si trova a Costantinopoli: la posizione ariana ne uscirà rafforzata. |
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| 360 |
| Muore l'imperatrice Eusebia. |
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| 360 |
| gennaio |
| Concilio di Costantinopoli, dove ora risiede Costanzo II, nel corso del quale il goto Ulfila sottoscrive la professione di fede ariana, pur non staccandosi dai vescovi cattolici, per cui può essere collocato nella corrente moderata di Eusebio di Nicomedia (m. 348). |
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| 360 |
| febbraio |
| A Parigi Giuliano viene proclamato augusto dalle sue truppe e indice a Vienne i giochi quinquennali. E' nato a Costantinopoli nel 331. Giulio Costanzo, suo padre, è fratello di Costantino solo per parte di padre: Basilina, sua madre, era una nobile cristiana che Giulio Costanzo, già vedovo e padre di Gallo, sposò nel 330. A sei anni Giuliano, già orfano di madre, perse anche il padre e crebbe sotto la tutela di Eusebio di Nicomedia. Ammesso ai primi gradi della gerarchia cristiana, preferì successivamente aderire al culto di Mitra. |
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| 360 |
| inverno |
| Costanzo II sposa Faustina ad Antiochia. |
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| 361 |
| Muore Elena, moglie di Giuliano, sepolta nel mausoleo di Costanza in S.Agnese. |
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| 361 |
| 3 novembre |
| A 44 anni muore Costanzo II e gli succede il cugino Giuliano, che si dichiara subito pagano, ricevendo il titolo di "apostata". Il paganesimo di Giuliano provoca un forte turbamento nelle coscienze cristiane, abituate ormai a credere che l'imperatore sia il vicario di Dio. Flavio Tauro lascia Milano con il magister officiorum Florenzio. |
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| 362 |
| Concilio di Alessandria. Atanasio (295-373) tenta una riconciliazione nella spiegazione del dogma trinitario: Padre e Figlio, pur essendo "uno in sostanza", in quanto partecipano dell'unica natura divina, sono persone sussistenti individualmente. Secondo la tradizione, vengono richiamati dall'esilio alcuni vescovi antiariani, tra cui Eusebio di Vercelli, che si ferma presso Atanasio.
Diodoro di Tarso (Antiochia 330 - Tarso 394) fonda ad Antiochia una comunità nell'intento di favorire gli studi religiosi e l'ascesi spirituale; fra i suoi allievi vi sono Giovanni, detto poi Crisostomo, e Teodoro di Mopsuestia. Diodoro partecipò all'elaborazione dottrinale del cristianesimo nell'epoca in cui questo tendeva a porsi come filosofia e a legarsi alla tradizione del pensiero greco. Contro le visioni e le interpretazioni neoplatoniche e in polemica diretta con Apollinare di Laodicea, Diodoro ammetteva in Cristo l'esistenza di due nature. Ai suoi scritti si ispirerà mezzo secolo dopo Nestorio. L'ultimo grande rappresentante della scuola d'Antiochia sarà Teodoreto di Ciro. |
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| 362 |
| inizio |
| Nasce Flavia Costanza, figlia postuma di Costanzo e di Faustina. Viene subito strumentalizzata da Procopio per la sua acclamazione imperiale. |
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| 362 |
| 13 marzo |
| Giuliano annette sei leggi sulla municipalità secondo le quali le terre usurpate dalla Chiesa o dallo Stato devono essere restituite alla città con le loro entrate (Cod. Teod . X 3.1). Fa obbligo a tutti i sacerdoti cristiani di tornare alle loro sedi curiali, multando tutti coloro che sfuggivano ai compiti municipali. |
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| 362 |
| aprile |
| Sanatoria di tutti i debiti municipali e delle tasse arretrate. L'imperatore Giuliano fa costruire a Roma un ospedale pubblico per il ricovero dei malati. |
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| 362 |
| 17 giugno |
| Editto di Giuliano ( Cod. Theod ., XIII, 3,5) per proibire ai filosofi, ai grammatici e ai retori cristiani d'insegnare nelle scuole, perché sarebbe stata inconciliabile l'esigenza di commentare i classici vedendo in essi solo invenzioni diaboliche. L'editto sarà revocato da Valentiniano I. Numerose sono, anche se non ordinate né volute dall'imperatore, le violenze compiute ai danni dei cristiani: chiese date alle fiamme, cristiani seviziati e uccisi. |
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| 363 |
| 27 giugno |
| Giuliano muore trafitto da una lancia - non si sa di quale esercito - nella guerra contro il re di Persia Sapore II presso Ctesifonte. Segue un breve interregno del generale Gioviano, un soldato trentenne, originario della Pannonia e cristiano. |
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| 364 |
| 17 febbraio |
| Gioviano è trovato morto a Dadastana presso Ankara. I capi militari decidono di nominare imperatore un tribuno della guardia imperiale, Flavio Valentiniano, anch'egli della Pannonia. |
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| 364 |
| 28 marzo |
| Valentiniano nomina co-augusto suo fratello Valente, anch'egli ufficiale. La politica di Valentiniano I, che proclamava il principio di libertà religiosa, intende assicurare la pace fra cristiani e pagani. |
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| 364 |
| 12 settembre |
| Legge di Valentiniano I che proibisce ai ricchi in grado di sostenere i munera pubblici di prendere gli ordini religiosi, a meno che non designino un parente che li sostituisca negli incarichi. |
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| 364 |
| ottobre |
| Valentiniano I fa l'ingresso solenne a Milano e vi si trattiene per un anno, poi trasferisce la corte a Treviri e la corte rimane senza imperatore a Milano fino al 375.
Ilario di Poitiers a Milano porta il vescovo Aussenzio in giudizio davanti al questore, al magister e a una decina di vescovi, ma il processo si risolve con l'ordine di Valentiniano I a Ilario di lasciare Milano. |
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| 365 |
| Da Milano Valentiniano I promuove una sistemazione dell'impero che ingenera un largo movimento di quadri nella burocrazia imperiale. La prefettura del pretorio Italiae Illyrici et Africae si trova a Sirmio e il nuovo prefetto è Volcacio Rufino. |
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| 365 |
| autunno |
| Procopio, parente di Giuliano, si proclama imperatore per l'Oriente in antagonismo coi due fratelli Valentiano I e Valente. Procopio tiene in ostaggio la vedova di Costanzo II e la figlia Costanza . |
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| 366 |
| A Sirmio Martino è arrestato, fatto fustigare ed espulso dalla città dal vescovo ariano Germinio. |
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| 366 |
| gennaio |
| Primo consolato di Graziano, figlio di Valentiniano, insieme a Dagalaifo. |
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| 366 |
| marzo |
| L'usurpatore Procopio è battuto da Valente e condannato a morte. |
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| 366 |
| 21 settembre |
| Alla morte di papa Liberio ci sono due eletti: Ursino e Damaso. Lo scisma si trasforma presto in guerra civile e nello scontro tra le due fazioni il 26 ottobre nella chiesa di S. Maria Maggiore restano sul terreno un centinaio di morti. Damaso viene accusato davanti al prefetto urbis di omicidio. L'accusa è riconosciuta falsa dal tribunale imperiale che nel 372 assolverà Damaso, quando già dal 370 è riuscito a farsi riconoscere come vescovo legittimo e a rimanere sulla cattedra di Pietro fino al 384. Damaso, spagnolo di origine, intellettuale di formazione e di gusto, non riesce a svolgere un'azione mediatrice tra le parti al punto che le sette e le fazioni fioriscono sotto il suo pontificato. |
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| 367 |
| Sesto Petronio Probo è prefetto pretorio a Sirmio. E' cattolico e favorisce Aurelio Ambrogio nella carriera, ammettendolo nel suo consiglio. |
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| 367 |
| maggio |
| Valente aderisce alla dottrina ariana, allineandosi col vescovo di Costantinopoli Eudosio. |
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| 368 |
| Data della più antica epigrafe cristiana rinvenuta a Milano. Si riferisce al presbitero Probo, che esercitò nel clero 25 anni; verrà trovata nel recinto di S. Vittore al Corpo (Museo della Scienza e della Tecnica, sopra l'originaria sepoltura).
Muore il prefetto Volcacio Rufino e viene sostituito da Sesto Petronio Probo, che dirige la prefettura dell'Illirico, Africa e Italia fino al 375. Divide la sua attività tra Milano e Sirmio. Valentiniano I è gravemente malato e gli viene proposto di associare al trono Rustico Giuliano, magister memoriae, e Severo, comandante della fanteria. La situazione è talmente pesante che vengono giustiziati a Milano quattro funzionari per delitti di lesa maestà. Secondo Ammiano Marcellino un funzionario della giustizia, Diodoro, aveva accusato Diocle, ministro delle finanze, e gli aveva mandato tre messi con l'atto di accusa. Diocle si era appellato a Valentiniano I, il quale non solo difende il ministro, ma condanna a morte i quattro funzionari che vengono subito venerati come martiri dai milanesi. Sul luogo della loro sepoltura si innalza una cappella ad Innocentes , che diverrà la chiesa di S. Stefano in Brolo. |
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| 368 |
| 24 agosto |
| Valentiniano I si associa ad Amiens ( Ambianum ) il figlio di otto anni Graziano. |
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| 369 |
| Valentiniano I sposa Giustina. |
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| 370 |
| Damaso è riconosciuto ufficialmente come vescovo di Roma. Si distingue per il restauro e la costruzione di nuove chiese a Roma. Fa eseguire importanti lavori in Vaticano e restaura le tombe di numerosi martiri per il quali compone inni ed epigrammi che vengono scolpiti in pietra sulle rispettive tombe. Gli eleganti caratteri della scrittura sono dovuti a Filocalo.
Si celebra il famoso processo di Antiochia, nel quale centinaia di persone appartenenti a diversi ceti sociali vengono torturate e condannate per alto tradimento e pratiche magiche. L'accusa sostiene che i congiurati vogliono sostituire l'imperatore Valente con Teodoro, un giovane di famiglia e posizione elevate. Come conseguenza si ha il rogo di una grande quantità di codici e volumi sospetti di magia. Lo stesso clima inquisitorio si ha a Roma, dove anche parecchi senatori subiscono le torture per pratiche di magia. Gli "inquisitori" sono Massimino e Simplicio. La persecuzione termine dopo l'ambasceria di Vetio Agorio Pretestato.
Basilio di Cesarea scrive le sue principali opere contro l'arianesimo.
Leone è il sanguinario magister officiorum alla corte di Milano. |
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| 370 |
| 30 luglio |
| Leggi di Valentiniano I da Treviri per impedire che gli ecclesiastici continuino a carpire donazioni e lasciti testamentari e ad appropriarsi dei beni delle donne che si pongono al loro seguito ( Cod. Theod . XVI 2,20). In realtà sin dal loro primo costituirsi le comunità cristiane si erano venute fondando su un'economia di elemosine e donazioni, per cui particolarmente sollecitata era l'entrata nel loro seno di clarissime feminae, appartenenti a facoltose famiglie senatorie. Col tempo queste donazioni vennero devolute ad altri fini da poco zelanti ecclesiastici. Secondo testimonianze sia pagane che cristiane, largamente diffusa era nel IV secolo la corruzione fra i chierici. Valentiniano cerca di frenare la tendenza dei cittadini a sottrarsi con ogni mezzo all' onus curiale (membri della curia erano in ogni città tutti i proprietari di almeno 25 iugeri di terreno). I curiali o decurioni dovevano amministrare la città a loro spese, da qui la ricerca affannosa di qualsiasi via li potesse liberare dalla incombenza. Da questa carica erano esonerati i senatori, i funzionari, i membri di certe professioni liberali, i vescovi, ecc. |
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| 371 |
| Aurelio Ambrogio è nominato governatore dell' Aemilia et Liguria , con sede a Milano. Il governatore di una provincia romana disponeva di un potere assoluto di amministrazione, giurisdizione, difesa e mantenimento dell'ordine pubblico, che veniva definito con la parola imperium. Aveva il potere della giurisdizione criminale sui provinciali, comprese le condanne a morte.
Martino è eletto vescovo di Tours e fonda a Monmoutier un monastero. |
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| 371 |
| 2 luglio |
| Nasce Valentiniano II, figlio di Valentiniano I e di Giustina. |
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| 372 |
| Nell'ambito delle repressioni volute da Valentiniano I contro la magia, viene giustiziato Lolliano, figlio dell'ex-prefetto Lampadio.
L'antipapa Ursino è cacciato da Roma per sentenza del pretore Vettio Agorio Pretestato. Il pretore era un filosofo e teologo del paganesimo. Assurto alle più titlee cariche politiche, da proconsole d'Acaia a prefetto di Roma, a prefetto pretorio d'Italia, ha anche assunto nella vita religiosa le più titlee funzioni: augure e pontefice di Vesta, sacerdote dei culti misterici d'Egitto, sacerdote del Sole, quindecemviro, curiale di Ercole, iniziato a Libero e ai misteri Eleusini, ierofante, neocoro (o ispettore dei templi), purificato col taurobolio (nei misteri di Cibele), padre dei padri (in Mitra). Come prefetto di Roma ristabilisce l'ordine in città, mandando in esilio, in difesa di papa Damaso, Ursino. L'appoggio derivava dal fatto che Damaso era nella comunità cristiana il candidato dell'aristocrazia romana. |
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| 374 |
| ottobre |
| Muore Aussenzio e a Milano scoppiano dei tumulti fra cattolici e ariani per la successione. Viene designato eccezionalmente, come garante della pace, Aurelio Ambrogio, laico e neppure battezzato. La carica di vescovo era in un certo senso equiparata a quella di governatore provinciale, anche nella retribuzione che dall'età di Costantino spettava ai vescovi cattolici. |
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| 374 |
| 7 dicembre |
| Consacrazione a vescovo di Ambrogio. Secondo la tradizione della Chiesa di Vercelli è Limenio, vescovo di quella città, a impartire i sacramenti ad Ambrogio insieme ad altri due vescovi ignoti. |
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| 375 |
| Graziano sposa a Treviri Costanza Postuma.
Gli Unni invadono l'Europa, provenienti dalle steppe asiatiche. Distruggono il regno dei Goti nella Russia meridionale, provocando una migrazione di massa. |
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| 375 |
| 17 novembre |
| Muore Valentiniano I a 55 anni nel campo militare di Brigetio (O Szony in Ungheria) per un colpo apoplettico. Gli succede Graziano, sedicenne, di credo niceno. Il generale Merobaude per scongiurare la defezione delle truppe orientali fa eleggere augusto il 22 novembre il piccolo Valentiniano II di 4 anni, reggente la madre Giustina, d'accordo col prefetto del pretorio Petronio Probo, che pensa di assicurarsi così il controllo della dinastia. Graziano, che si sente scavalcato nelle sue prerogative di scelta del collega, lascia a Probo la sola prefettura dell'Illirico, sottraendogli l'Italia e l'Africa, e punisce gli altri responsabili.
L'inverno è di inaudita rigidità. Ambrogio richiede a Basilio di Cesarea i resti del vescovo milanese Dionigi morto in Cappadocia, ma le condizioni climatiche proibitive fanno fallire la missione e l'arrivo della salma è solo leggenda. |
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| 376 |
| Muore Fotino, promotore di un'eresia di matrice ariana, per cui il Cristo era un uomo comune, salvo che per la sua nascita miracolosa e le sue virtù.
Muore Germiniano, vescovo di Sirmio. Gli ariani, sostenuti dall'imperatrice Giustina, vogliono un successore ariano; i cattolici presentano come candidato Anemio e si rivolgono al vescovo di Milano Ambrogio, che a Sirmio aveva lavorato.
Editto che prevede la pena di fustigazione per i decurioni, una pena umiliante e riservata agli schiavi e agli humiliores. |
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| 376 |
| inizio |
| A Cartagine, nel quadro delle epurazioni suggerite a Graziano dai suoi ministri, viene giustiziato Teodosio il Vecchio, generale di Valentiniano I. Il figlio Teodosio, futuro imperatore, si ritira nei possedimenti familiari a Cauca nella Sierra Guadarrama, dove nascerà suo figlio Arcadio nel 377. Ambrogio definisce così l'episodio: "Portò un giogo pesante fin dalla giovinezza Teodosio, perché quelli che avevano ucciso suo padre vittorioso insidiavano la sua vita e sopportò l'esilio per devozione a suo padre ( De obitu Th. , 53) . |
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| 376 |
| estate |
| Graziano a Roma rifiuta la veste di pontefice massimo, segnando l'inizio dello Stato laico. |
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| 376 |
| dicembre |
| L'antipapa Ursino è a Milano per cercare sostegno alla sua causa insieme a Giuliano Valente, prete ariano scacciato da Poetovio in Pannonia. Ursino viene inviato da Graziano in Gallia e Giuliano Valente è nominato vescovo di Mursa. |
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| 377 |
| Consolato di Graziano e Merobaude.
Valente ordina al duca di Egitto di disperdere i monaci e di arruolarli nell'esercito. Gracco, prefetto dell'Urbe, fa abbattere a Roma le statue pagane e fa chiudere i mitrei. |
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| 378 |
| inizio |
| Muore Uranio Satiro, fratello del vescovo Ambrogio. |
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| 378 |
| febbraio |
| Fino ad agosto Graziano è impegnato nelle regioni alpine ad arginare l'irruzione degli Alemanni favorita dall'invasione gotica nei paesi danubiani. |
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| 378 |
| giugno |
| Graziano, sulla via per portare soccorso allo zio Valente, si ferma a Sirmio, dove incontra Ambrogio che organizza con Anemio il concilio anti-ariano, che si aprirà in luglio. |
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| 378 |
| 9 agosto |
| Valente muore bruciato nel disastro di Adrianopoli combattendo contro i Goti, una delle campagne militari più drammatiche della storia romana. E' una carneficina: 20.000 soldati romani muoiono sul campo. Ammiano Marcellino, pagano antiocheno, nei suoi Annali dice che i Romani davano carne di cane da mangiare ai Goti. |
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| 378 |
| autunno |
| Sinodo di Roma, al quale partecipa anche il vescovo di Milano Ambrogio. I vescovi inviano una lettera sinodale a Graziano, ricordando che suo padre ha fatto bene a stabilire con legge che a giudicare i vescovi siano competenti solo i vescovi. Ma occorre che il prefetto del pretorio d'Italia o il vicario (di Milano o di Roma) provveda a rendere effettive le decisioni conciliari. Quanto al vescovo di Roma non può essere citato davanti al prefetto: solo l'imperatore deve essere il suo giudice. Il concilio si era riunito per decidere il contrasto tra Damaso e Ursino, ma tutta la lettera sinodale è rivelatrice dei grandi dissidi sorti all'interno della chiesa italiana. Vengono nominati fra gli scismatici i vescovi di Parma e di Pozzuoli e i Donatisti nordafricani. |
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| 378 |
| dicembre |
| Su pressione dei Goti la corte di Sirmio si rifugia a Milano. L'immediata conseguenza di questa invasione ariana sono nuovi torbidi nella chiesa milanese: gli ariani occupano una basilica. Graziano dà ordine che la basilica sia posta sotto sequestro per assegnarla agli ariani. L'imperatore chiede ad Ambrogio un fidei libellus. Ambrogio scrive il De fide , un'amplissima confutazione dell'arianesimo, dedicata all'imperatore. Giuliano Valente, vescovo di Mursa, è a Milano. Ambrogio lo accusa di aver consegnato la città ai Goti e di essere filo-ariano. Negli atti del concilio di Aquileia del 381 scriverà: "A quanto si afferma, avrebbe avuto il coraggio di presentarsi all'esercito romano indossando, a guisa dei pagani - contaminato dall'empietà dei Goti - collana e braccialetti, cosa che senza dubbio costituisce un sacrilegio non solo in un vescovo, ma in qualsiasi cristiano". Nella lettera 62 del 394 Ambrogio ricordava ancora come papa Ursino aveva appoggiato a Milano gli ariani e Valente, "al tempo in cui Valente cercava di turbare la chiesa milanese con detestabili tumulti: ora davanti alla porta della sinagoga, ora nelle case degli ariani, preparando piani segreti e riunendo i suoi fautori".
La preoccupazione per il dilagare dei barbari in tutta la penisola è fortissima e la si avverte anche nella predicazione del vescovo Ambrogio. Profughi invadono l'Italia e Ambrogio raccoglie il denaro, vendendo i vasi sacri, per il riscatto dei prigionieri, operazione molto criticata dagli ariani di Milano. |
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| 379 |
| 19 gennaio |
| A Sirmio Teodosio è nominato augusto per la parte orientale dell'impero, Macedonia inclusa. E' un ispanico, nato l'11 gennaio 347 presso Segovia. Teodosio pone la sua sede a Salonicco, da dove organizza la campagna contro i Goti. |
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| 379 |
| 2 luglio |
| Legge di Graziano contro chi dà riparo alle reclute che disertano e si rifugiano nei fondi. La pena prevista è il supplizio del fuoco (Cod. Theod . VII 18,2). |
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| 379 |
| 3 agosto |
| Graziano incontra Ambrogio a Milano ed emana un editto con cui abolisce ogni precedente disposizione di tolleranza per le eresie. E' il passo più importante verso la persecuzione degli eretici sul piano giuridico, il cui "crimine" viene equiparato a quello di "lesa maestà".
Graziano segue una politica dichiaratamente filo-barbarica. I due poli della politica romana -foedera coi barbari, rafforzamento dell'esercito romano - perdono con Graziano il loro equilibrio: la sua politica fa perno sul foedus coi barbari, né la reazione romana, rappresentata da Massimo, riesce a trasformare radicalmente la situazione.
Ambrogio fonda la basilica Martyrum (basilica Ambrosiana), da lui pensata come suo luogo di sepoltura sotto l'altare. |
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| 379 |
| 31 agosto |
| Graziano si sposta a Treviri e vi rimane fino alla primavera 380. In questo periodo gli nasce un figlio, che morirà poco dopo. Da Treviri Graziano scrive ad Ambrogio invitandolo presso di sé. |
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| 379 |
| dicembre |
| Petronio Probo è prefetto della Gallia e dell'Italia, succedendo ad Ausonio. |
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| 380 |
| 28 febbraio |
| Editto di Salonicco di Teodosio col quale ingiunge ai suoi popoli di conformarsi al simbolo niceno ( Cod. Theod . XVI 1,2): "E' Nostra Volontà che tutti i popoli governati dalla Nostra clemenza debbano praticare la religione trasmessa ai Romani del divino apostolo Pietro... Questo è l'insegnamento del vescovo romano Damaso e di Pietro d'Alessandria, uomo dotato di santità apostolica: in accordo con la disciplina della dottrina evangelica, dobbiamo credere nell'unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, dotati di uguale maestà, e della Santa Trinità. Stabiliamo che quanti si atterranno a tale regola assumano il nome di Cristiani Cattolici. Gli altri, che giudichiamo dementi e folli, saranno invece bollati con l'infamia che spetta a chi professa dottrine eretiche. I loro luoghi di incontro non potranno definirsi chiese e su di loro si abbatterà dapprima la vendetta di Dio e poi la Nostra ostilità, in conformità al giudizio divino." |
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| 380 |
| 18 marzo |
| Graziano è a Treviri insieme a Manlio Teodoro, il famoso uomo politico che dominò il partito cristiano milanese. In questo periodo è comes rerum privatarum , carica che terrà fino al 383, poi si ritirerà per dieci anni dalla vita politica. |
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| 380 |
| primavera |
| Teodosio è gravemente malato e lascia l'esercito senza guida. Si fa battezzare dal vescovo Acolio. La sua guarigione viene attribuita alla forza della sua fede. |
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| 380 |
| 22 aprile |
| Graziano da Milano promulga un editto che impone la confisca di tutti i luoghi di culto a vantaggio dei niceni. Impone che sia restituita ai cattolici una basilica sequestrata non per sua iniziativa ( De Spiritu , I, 8, 19-21). Emana una legge secondo cui le donne di teatro che abbracciano il Cristianesimo non sono più tenute a comparire sulle scene. |
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| 380 |
| 2 maggio |
| Teodosio, al fine di contenere i non infrequenti ritorni dei cristiani al paganesimo, spoglia gli apostati del diritto di testare e di ereditare ( Cod. Theod ., XVI, 7, 1-2). |
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| 380 |
| settembre |
| Graziano e Teodosio s'incontrano a Sirmio. Viene definita una nuova sistemazione dell'impero. La prefettura d'Italia, Illirico, Africa viene assegnata a Valentiniano II, che ha solo 9 anni. Ciò implica che Graziano deve rimanere a Treviri, mentre Valentiniano II ha diritto a risiedere a Milano. In autunno Teodosio si ammala nuovamente in modo grave. |
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| 380 |
| novembre |
| Teodosio entra tionfalmente a Costantinopoli e avvia una persecuzione sistematica del clero di fede ariana e degli aderenti alle altre eresie ritenute pericolose. |
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| 381 |
| 10 gennaio |
| Teodosio pubblica un editto per l'Oriente che vieta a tutti quanti non accettano il credo di Nicea di radunarsi all'interno delle città. Il vecchio re goto Atanarico entra a Costantinopoli accolto con onori regali da Teodosio, ma muore il 25 gennaio. L'imperatore per placare i Goti deve cedere loro il comando militare dell'Illirico. E' una decisione sconvolgente per la mentalità romana, che non si dà pace delle ragioni profonde del disastro. |
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| 381 |
| 29 marzo |
| Graziano è a Milano per la Pasqua e riconsegna la basilica ai cattolici, scontrandosi con Giustina. Trasporta anche da Treviri a Milano la sua corte e gli uffici dell'impero, lasciando a Treviri Petronio Probo come prefetto della sola Gallia. |
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| 381 |
| maggio |
| (maggio-luglio) Concilio di Costantinopoli sull'identità sostanziale di Padre e Figlio, che reintregra il credo niceno dopo anni di arianesimo. Non è presente alcun vescovo proveniente da diocesi più ad ovest dell'Illiria. Il vescovo di Roma si fa rappresentare dal metropolita di Salonicco. |
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| 381 |
| luglio |
| Decreto di Teodosio che ordina l'espulsione degli ecclesiastici ariani dalle loro chiese ed elenca i vescovi cattolici titolari delle singole diocesi. |
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| 381 |
| 3 settembre |
| Concilio provinciale nella sacrestia della basilica di Aquileia, presieduto dal vescovo locale Valeriano, ma guidato dalla foga del vescovo di Milano Ambrogio. Vi compaiono i vescovi di Brescia Filastro, di Pavia Evenzio e di Lodi Bassiano. A rappresentare Graziano è il prefetto Siagrio, un gallo. Viene proclamata la fedeltà alla chiesa di Alessandria. Si condannano due vescovi ariani, Palladio e Secondino. Graziano avrebbe voluto un concilio ecumenico, ma gli orientali avevano già tenuto il loro. Più che un sinodo è un processo, nel quale Ambrogio accusa i vescovi illirici di collaborare coi Goti. |
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| 382 |
| Il vescovo di Milano Ambrogio fonda a Milano la basilica Apostolorum con le reliquie dei SS. Pietro e Paolo, che forse lui stesso riporta da Roma. La basilica è collocata al centro di una strada trionfale porticata, che inizia con un arco (all'titleezza dell'attuale teatro Carcano). Si può supporre che, avendo chiusi i templi pagani, l'imperatore volesse celebrare le sue vittorie in una basilica costruita all'interno di un percorso trionfale cristiano. Parallelamente alla basilica "romana" (utilizza i mattoni provenienti dalla stessa fornace), viene fondata un'altra grande basilica sul modello di quella palatina di Treviri, che all'inizio del VII secolo verrà intitolata a S. Simpliciano. Anche questa basilica sembra essere di committenza imperiale e, dati i rivolgimenti politici, la sua costruzione può aver subito un arresto di parecchi anni.
Vicenda del nobile religioso ispanico Priscilliano. Il suo pensiero è dominato dalla ricerca di una povertà volontaria e casta. Sembra che avesse incorporato al suo cristianesimo elementi che appartenevano al druidismo. La sua predicazione dispiace sia a papa Damaso, sia al vescovo di Milano Ambrogio, che si rifiutano di ricevere la delegazione di ispanici a Roma e a Milano. In questa città però Priscilliano ha un grosso successo, conquistandosi l'adesione del magister officiorum Macedonio. Questi gli fa ottenere un rescritto di Graziano, con cui si ordina la restituzione delle chiese che presiedevano, togliendole agli usurpatori Idazio e Itacio. Il magister officiorum dirigeva diversi officia del palazzo, dalla segreteria alla schola di agentes in rebus , i corrieri imperiali che avevano il compito di spionaggio nelle province. Macedonio era avversato da Ambrogio. |
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| 382 |
| 3 aprile |
| Graziano è a Milano, poi si sposta ad Aquileia e in altre città vicine, come Brescia, tornando sempre a Milano. |
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| 382 |
| estate |
| Il vescovo di Milano Ambrogio convoca con lettere di Graziano un concilio a Roma. |
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| 382 |
| estate |
| Graziano si reca a Viminacium sul Danubio per incontrare Teodosio, che con gesto di aperta ostilità non riceve il collega al confine come da etichetta. Viene siglato l'accordo che sancisce per la prima volta l'insediamento di Visigoti in qualità di federati. |
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| 382 |
| 18 agosto |
| Graziano da Milano ordina di soprassedere per 30 giorni l'esecuzione di ogni sentenza capitale emanata dall'imperatore, per ovviare agli inconvenienti di una sentenza troppo affrettata. |
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| 382 |
| autunno |
| Le legioni romane di Britannia, appartenenti alla Gallia, acclamano come imperatore il loro comandante Magno Massimo, originario della Galizia, che sfrutta il malcontento delle truppe verso Graziano, approfittando della sua amicizia (o parentela) con Teodosio. Massimo è riconosciuto dalle truppe della Germania e della Gallia Belgica. |
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| 382 |
| 28 novembre |
| Graziano è ancora a Milano, di ritorno da una campagna danubiana, mentre il vescovo Ambrogio ritorna dal concilio romano: dai loro colloqui nascono gli editti per la soppressione del titolo di pontefice massimo agli imperatori, per l'abolizione della nomina del mantenimento delle Vestali e degli altri collegi sacerdotali di Roma, che ebbero confiscati anche i beni, e infine per la rimozione dell'altare della Vittoria nel senato romano. Quest'ultimo provvedimento suscita forte scalpore e a Milano accorre Simmaco, principe del senato, mentre Damaso fa pervenire ad Ambrogio il voto dei senatori cristiani che il provvedimento sia mantenuto. Simmaco non viene ricevuto da Graziano, che si sbilancia eccessivamente a favore dei cristiani. Simmaco è un personaggio potente, che può permettersi di spendere ben 2.000 libbre d'oro (ca. 140.000 solidi) per celebrare i giochi pretoriani in onore del figlio. Il reddito medio di un senatore si aggirava sui 120.000 solidi contro i 1.000 di un funzionario governativo. Graziano colpisce i rapporti fra lo Stato e la tradizione religiosa romana; se non si vietavano i culti pagani, col privarli del pubblico finanziamento e dell'investitura statale se ne vanificava l'esercizio. Il giovane imperatore disponeva che i sussidi tolti a sacerdoti e vestali andassero a favore dei ceti più umili: facchini (baiuli ), becchini (vespillones ) e postini (tabellari ). Ambrogio vieta i refrigeria , banchetti che si celebravano sulla tomba nell'anniversario della nascita di un defunto. |
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| 383 |
| gennaio |
| Graziano nomina console Merobaude, l'accusatore di Teodosio il Vecchio. In risposta il 16 gennaio Teodosio si associa il figlio Arcadio, nato nel 377. Muore Costanza Postuma, moglie di Graziano, sepolta il 12 settembre nell' Apostoleion di Costantinopoli. |
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| 383 |
| 25 marzo |
| Legge di Graziano che abolisce tutte le immunità di censo. E' previsto il supplizio del fuoco ai tabularii che concedono false esenzioni fiscali (Cod. Theod. XIII 10,8). La gravità della pena prova che la corruzione era ormai radicata nell'amministrazione. |
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| 383 |
| 2 maggio |
| Graziano è ancora a Milano, poi parte per Padova. |
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| 383 |
| 20 maggio |
| Teodosio ribadisce l'impossibilità per gli apostati di ereditare e testare. |
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| 383 |
| 16 giugno |
| Legge di Graziano da Verona che comanda di non prestar fede a funzionari che affermano di presentarsi con istruzioni segrete dell'imperatore. Occorre che gli agenti esibiscano mandata scripta o sacrae litterae (credenziali) ( Cod. Theod . I 3,1). Graziano raggiunge la zona di Parigi in meno di un mese e si scontra con l'esercito di Massimo. Merobaude diserta e Graziano si trova in gravi difficoltà. |
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| 383 |
| 25 agosto |
| Graziano è ucciso a Lugdunum (Lione) a soli 24 anni durante un banchetto offerto dal governatore che lo consegna ad Andagrazio, generale di Massimo. La notizia della morte di Graziano, insieme ai disagi di una grave carestia provocata dai mancati raccolti di Spagna, Nord-Africa ed Egitto, è appresa con grande costernazione a Milano, sia presso la corte sia nell'episcopato. Ambrogio perdeva in Graziano un docile strumento, mentre Giustina si vedeva costretta a scegliere tra Teodosio e Massimo. Massimo non aveva simpatie per Ambrogio. Quell'uomo di chiesa che faceva politica e godeva di un'autorità superiore alla sua non era fatto per piacere al rude soldato spagnolo. |
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| 383 |
| autunno |
| Il vescovo di Milano Ambrogio viene inviato come ambasciatore a Treviri. Gli storici esaltano il ruolo diplomatico da lui svolto che permise di salvare l'orfano e la vedova dalle mire dell'usurpatore e la corte di Milano dall'invasione. In realtà il presule fu inviato a Treviri per temporeggiare, mentre il generale Bautone raccoglieva le difese. Contemporaneamente Vittore, ambasciatore di Massimo, si dirige a Milano per rivolgere a Valentiniano II e a Giustina l'invito di andare a Treviri.
Il vecchio Sesto Petronio Probo è richiamato a Milano dal suo ritiro per ricoprire la carica di prefetto. |
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| 384 |
| Arriva a Milano, ospite della corte ariana, Mercurino Aussenzio, vescovo di Durostorum (Silistra), deposto nel 383 da Teodosio. Era stato discepolo del vescovo goto Ulfila, del quale aveva scritto la biografia, per cui incontra la simpatia dei numerosi goti che formano lo stato maggiore delle truppe alle dipendenze di Valentiniano. Si organizza a Milano una piccola comunità ariana.
Stilicone viene inviato a Ctesifonte per discutere la questione dell'Armenia, stato cuscinetto tra l'impero romano e quello persiano. Come ricompensa per l'abilità mostrata nel negoziato, Teodosio concede in moglie a Stilicone la figlia adottiva Serena e lo eleva al rango di comes sacri stabuli , con l'incarico di occuparsi delle forniture dei cavalli per l'esercito. |
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| 384 |
| 13 marzo |
| Fino all'11 giugno Valentiniano II è a Milano. Simmaco, praefectus urbi, viene a Milano a capo di una ambasceria per ottenere da Valentiniano II, allora tredicenne, il ripristino dell'ara della Vittoria nella Curia romana, fatta rimuovere da Graziano nel 382. Il vescovo Ambrogio, appena ne è informato, manda a Valentiniano una lettera con la quale ottiene che la risposta ai pagani sia negativa. |
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| 384 |
| estate |
| Accordo secondo il quale Massimo è augusto per la Gallia, la Britannia e la Spagna con sede a Treviri; Teodosio per l'Oriente con capitale a Costantinopoli; Valentiniano II per l'Illirico, l'Italia e l'Africa con sede a Milano e Aquileia. Teodosio è a Verona per breve tempo.
Agostino giunge a Milano. Lamenta l'assenza di illuminazione notturna in città a causa della mancanza d'olio: era in atto una crisi economica, denunciata anche da Simmaco che la fa derivare dai provvedimenti contro il culto pagano di Graziano. Agostino viene inviato a Milano dal prefetto e ministro della pubblica istruzione di Roma Simmaco, che aveva ricevuto richiesta dall'università milanese di un docente di retorica; per ricevere l'incarico Agostino si sottopone ad una prova di declamazione ( Confessioni , XIII). Il nuovo retore è manicheo e ritiene che l'insegnamento cattolico sia assurdo ( Confessioni , XIV). Agostino offre un quadro della corruzione politica, del desiderio di vivere in comunità, dei valori del successo: "il mio genere d'attività ormai non mi piaceva; senza la spinta della cupidigia che, prima, con le speranze di onore e di guadagno mi rendeva tollerabile quella pesante catena, ora ne sentivo la gravezza" ( Confessioni , 8, 1). Dalle Confessioni si deduce che all'epoca della vendemmia si chiudevano per 20 giorni le scuole. Nello stesso capitolo (9,2) si accenna alle difficoltà di respirazione a Milano durante l'estate, dolori di petto e raucedine, che colpivano anche Ambrogio. |
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| 384 |
| luglio |
| Valentiniano II, su sollecitazione di Simmaco, aveva decretato che venissero restituiti i beni sottratti ai templi pagani. Così spiega l'accaduto il vescovo Ambrogio nel De obitu Valentiniani : 19. "Roma aveva inviato degli ambasciatori per rivendicare i diritti dei templi, i privilegi profani dei collegi sacerdotali, l'esercizio dei loro diritti e, cosa più grave, essi si facevano forti dell'autorità del Senato. E siccome tutti senza eccezione quelli che erano presenti in quell'adunanza del concistoro, cristiani e pagani indistintamente, dicevano che quei diritti dovevano essere ripristinati, Valentiniano si opponeva dicendo: "Come pensate che io debba ripristinare quei diritti che la pia anima di mio fratello tolse, offendendo in ciò sia la religione sia mio fratello?" 20. E siccome cercavano di metterlo alle strette con l'esempio paterno, dicendo che sotto suo padre nessuno aveva abolito quei privilegi, rispose: "anche se mio padre ve li avesse restituiti, mio fratello ve li aveva tolti! Forse mio padre era imperatore e non lo era mio fratello?" |
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| 384 |
| 9 settembre |
| Nasce a Costantinopoli Onorio, figlio di Teodosio e di Flaccilla. |
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| 384 |
| dicembre |
| Il vescovo di Milano Ambrogio va per la seconda volta a Treviri, anche per chiedere che venga restituito il corpo di Graziano, che Massimo rifiuta "per non rinnovare il dolore dei soldati". E' un incontro tempestoso e Massimo caccia il vescovo da Treviri (Epistola 30/ Lettere-1). Ambrogio scomunica Massimo per aver fatto giustiziare Priscilliano mentre era a Treviri. Interviene poi violentemente contro la decisione di abolire le risoluzioni di Graziano e minaccia Valentiniano II di interdizione (Epistola 17).
Dopo la morte concomitante di Graziano e Damaso, a Roma si acutizza la resistenza pagana, che si diffonde a Milano. Bautone, arbitro ormai del potere imperiale in Italia, non esita ad appoggiare il partito pagano, nominando alle cariche più importanti Rumoride, magister militum , Pretestato, prefetto al pretorio al posto di Petronio Probo e Aurelio Simmaco, alla prefettura urbana e da giugno prefetto al pretorio. Vettio Agorio Pretestato, partecipe dei misteri iniziatici orientali, ottiene un decreto imperiale con cui si vieta la spoliazione dei pubblici monumenti. Bautone conduce una campagna in Rezia per respingere l'invasione di Goti Iutungi. Massimo vi scorge una minaccia ai suoi territori e il vescovo Ambrogio interviene per conto della corte, facendogli notare che i Goti rappresentano un pericolo anche per lui. |
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| 384 |
| 11 dicembre |
| Muore Damaso ed è eletto Siricio, il primo ad asumere il titolo di "papa". Girolamo lo considera un uomo semplice che giudicava gli altri col metro del suo modesto ingegno (Epistole, 127, 9). Girolamo (347-420), uomo di cultura che nel 365 era stato anche a Treviri, sperava di succedere a papa Damaso con l'appoggio del vescovo di Milano Ambrogio, invece deve lasciare Roma (da questo momento sarà un feroce critico del vescovo milanese). Siricio si trova a fronteggiare a Roma il monaco Gioviniano, che negava valore all’ascetica cristiana. Il papa lo condanna e Gioviniano cerca protezione a Milano presso Ambrogio, ma ne riceve un’ulteriore condanna. Siricio è ricordato nella storia come l’iniziatore delle Decretali, quei documenti pontifici di natura normativa redatti in forma di lettere che divengono fonte di diritto ed entrano a far parte delle collezioni giuridiche. Dalle sue decretali risulta l’uso del battesimo solo alla vigilia di Pasqua e Pentecoste. |
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| 385 |
| primavera |
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A Milano gli uffici di corte pregano il vescovo Ambrogio di concedere per il culto ariano una basilica, ma il vescovo rifiuta dando il via a nuovi scontri. Epistola 75A, 23: "Quando il popolo seppe che mi ero recato a palazzo, vi fece irruzione con tale impeto che non furono in grado di tener testa alla sua violenza; il conte militare uscì con le truppe leggere per mettere in fuga la folla e io fui pregato di placare il popolo promettendo che nessuno avrebbe invaso la basilica della Chiesa". Il risentimento dell'imperatrice Giustina è forte: "L'imperatore non deve ricevere una basilica in cui recarsi e Ambrogio vuole essere più potente dell'imperatore?". Valentiniano II affida agli ariani e al loro vescovo Mercurino, che ha preso il nome di Aussenzio II la basilica Porziana . Secondo Krautheimer ( Tre Capitali , 140), la basilica Porziana sarebbe identificabile nel futuro S. Lorenzo. La corte fa allestire nella Porziana la tribuna dell'imperatore. In questo periodo coesistono il vescovo ariano e quello cattolico. Il prefetto pretorio per l'Italia è Flavio Neoterio, uomo di grande esperienza e già prefetto dell'Oriente. |
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| 385 |
| 13 aprile |
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Pasqua: i cattolici occupano la chiesa ariana; le truppe imperiali circondano sia la Porziana che la vecchia e la nuova cattedrale; ma di fronte ai sermoni provocatori di Ambrogio e alla sua resistenza inflessibile, Valentiniano II deve arrendersi. |
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| 385 |
| 10 luglio |
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La corte si sposta da Milano ad Aquileia, fino all'11 dicembre. |
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| 386 |
| Probabile anno di nascita di Eucherio, figlio di Stilicone e Serena. |
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| 386 |
| 6 gennaio |
| Papa Siricio presiede un sinodo di 80 vescovi riuniti presso la tomba di S. Pietro. Ambrogio costringe Gaudenzio ad accettare il seggio episcopale di Brescia, dove già era in costruzione la basilica Concilia Sanctorum . |
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| 386 |
| 19 gennaio |
| Consacrazione a Milano della basilica Martyres , che dal vescovo si chiamerà Ambrosiana. |
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| 386 |
| 23 gennaio |
| Valentiniano II emana da Milano una costituzione diretta al prefetto pretorio Eusiginio che condanna l'integralismo di Ambrogio, in cui si concede diritto di culto pubblico ai sostenitori della formula di Rimini, pena di morte a chi si fosse opposto ( Cod.Theod. XVI, 1.4). Nel sermone Contro Aussenzio Ambrogio dà la formula della sua visione del potere temporale: "Imperator enim intra Ecclesiam, non supra Ecclesiam est " (Epistola XXI). |
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| 386 |
| 26 febbraio |
| Editto da Costantinopoli ( Cod. Theod . IX, 17,7) che proibisce traslazioni, mutilazioni o commerci di parti anatomiche relative ai morti ritenuti santi. L'editto non sembra valere per la parte occidentale dell'impero. |
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| 386 |
| marzo |
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Epistola 75 del vescovo Ambrogio a Valentiniano II, dalla quale si evince che gli ariani avevano eletto un loro vescovo nella persona di Mercurino, già vescovo di Durostorum (Silistra), che aveva preso il nome di Aussenzio. In risposta alla richiesta inperiale di presentarsi con dei giudici di sua scelta davanti al consistoro per sostenere un contradditorio con Aussenzio. Il vescovo cattolico era stato precedentemente invitato ad andare via da Milano, in una sede di sua scelta; il presule nella lettera suggerisce al quindicenne imperatore: "Avresti dovuto fissarmi una destinazione conforme ai tuoi desideri...", ma lascia intendere che non abbandonerà in mano ariana la sua Chiesa. Nella lettera successiva (75a del 29.3.) si capisce che Ambrogio è seguito a vista dalla polizia imperiale e il vescovo insinua che sarebbero possibili sedizioni se gli succedesse qualcosa. |
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| 386 |
| 27 marzo |
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(venerdì) La corte ariana richiede la "basilica nova, dentro le mura, che è la maggiore"; il vescovo Ambrogio coi fedeli è rinchiuso nella Porziana. |
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| 386 |
| 28 marzo |
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(sabato) Il vescovo Ambrogio è ancora nella Porziana. Il prefetto del pretorio viene a chiedere lo sgombero almeno della Porziana , quindi era ancora occupata anche la Nova . Dopo il rifiuto, l'assemblea sembra sciogliersi. Ambrogio commenta: "Dicono che il popolo è stato abbindolato dall'incantesimo dei miei inni. Proprio così: non nego nemmeno questo. E' un grande incantesimo, il più potente di tutti". Ambrogio ha introdotto nella Chiesa milanese per l'occasione i canti antifonati poi noti come inni ambrosiani. |
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| 386 |
| 29 marzo |
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Domenica delle Palme: il vescovo Ambrogio è nel battistero; lì riceve l'informazione che dal palazzo hanno mandato i commessi alla Porziana per appendere le cortine nella chiesa (il velario che separa il posto imperiale). Il popolo vi sta accorrendo e, strada facendo, sequestra un sacerdote ariano. Rioccupano la Porziana. |
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| 386 |
| 30 marzo |
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(lunedì) Provvedimenti polizieschi contro la classe dei mercanti sostenitori dei cattolici, dai quali si esigono entro il 1° aprile 200 libbre d'oro (65,5 kg). Le carceri si riempiono di commercianti cattolici (Epistola 76). |
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| 386 |
| 31 marzo |
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(martedì) Il vescovo Ambrogio è asserragliato nella basilica Vetus e poi va a casa a dormire, ma i fedeli restano ad occuparla (Epistola 76). |
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| 386 |
| 1 aprile |
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(mercoledì) Prima dell'alba i soldati circondano la basilica Vetus: "Dai lamenti del popolo compresi che la basilica era stata circondata". Anche la basilica Nova è piena di gente, inclusi i soldati, e pure la Porziana, dalla quale vengono tolte le cortine imperiali. "Io non potei tornare a casa, perché tutto intorno c'erano i soldati che presidiavano la basilica " (Epistola 76). |
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| 386 |
| 2 aprile |
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(giovedì) Valentiniano ordina che i soldati lascino la basilica Nuova e che si restituisca il maltolto ai commercianti. Il giorno dopo lascia Milano per Aquileia. |
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| 386 |
| 9 maggio |
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Il vescovo Ambrogio depone sotto l'altare maggiore della basilica Apostolorum le reliquie degli Apostoli (Epistola XX a Marcellina). |
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| 386 |
| estate |
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Nuova missione diplomatica del vescovo Ambrogio presso Massimo a Treviri per richiedere ancora il corpo di Graziano (Epistola 24), morto ormai da tre anni. Il fratello di Massimo, Marcellino, viene per scambio a Milano. |
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| 386 |
| 6 giugno |
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Fino al 29 luglio Valentiniano II è a Milano. |
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| 386 |
| 17 giugno |
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Il vescovo Ambrogio ritrova presso la basilica dei SS. Nabore e Felice, grazie ad una rivelazione, i resti dei corpi di Gervasio e Protasio (Epistola XXII) e li trasla nella nuova basilica che aveva fatto costruire, collocandoli sotto l'altare, dove avrebbe trovato posto il suo corpo. "Poiché non ho meritato personalmente di essere martire, ho almeno ottenuto questi martiri per voi" (Epistole, 22, 12). Questa enunciazione assume un tono polemico in considerazione del fatto che Ambrogio aveva fatto predisporre solo per sé, sotto l'altare maggiore, la sua tomba. Solo in seguito alle pressanti richieste da parte della popolazione, contraria a questa insolita disposizione, Ambrogio decide di condividere la sepoltura con due martiri e fa scavare un altro loculo continuo al suo sempre sotto l'altare. Lo "stile" da lui manifestato nella scoperta e nell'appropriazione delle reliquie diventerà rapidamente un modello per l'occidente latino (Sidonio Apollinare, Epistole, VII, I, 7). Le inventiones dei martiri avevano una caratteritica anti-ariana dal momento che gli ariani negavano i meriti dei martiri. In occasione delle inventiones si alzavano le grida degli invasati dai demoni, che in questo modo attestavano l'autenticità dei corpi dei martiri. |
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| 386 |
| 3 novembre |
Il dies solis diventa dies dominicus , ossia domenica ( Cod. Theod . XI, 7,13). |
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| 386 |
| 19 novembre |
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Valentiniano II ritorna a Milano da Aquileia e vi resta fino al 19 maggio 387. Legge ( Cod. Theod . XII, 1, 112) volta a vietare ai cristiani l'accettazione di cariche sacerdotali pagane. Colpiva quei cristiani che usavano ugualmente accettare l'incarico di sacerdoti del culto di Roma e dell'imperatore. Ciò significava beneficiare del privilegio di esenzione perpetua dai pesanti munera cittadini, da quello particolarmente che li avrebbe costretti ad essere membri della curia (decurioni) e ad accollarsi gli oneri finanziari. Nelle famiglie appartenenti ai ceti agiati era diffusa l'usanza, tra gli uomini soprattutto, di farsi catecumeni sin dall'infanzia, ma di differire il battesimo sino alla vecchiaia, per non aver contrasti nelle cariche pubbliche. La legge riprende quella emanata da Valentiniano I nel 370 ( Cod. Theod . XVI, 2, 104). |
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| 387 |
| primavera |
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Rivolta di Antiochia. Alla lustralis collatio, ovvero alla tassa in oro imposta agli artigiani e ai mercanti, si era aggiunto l'aurum coronarium, che andava a colpire il ceto curiale di proprietari terrieri che governavano la città. L'aurum coronarium era una "donazione spontanea" fatta all'imperatore in occasione di anniversari, durante i quali si premiavano i soldati più valorosi. All'annuncio della nuova tassa, scoppia una sommossa e i rivoltosi si sfogano distruggendo alcuni pannelli con l'effige dell'imperatore e le statue in bronzo della famiglia imperiale. Queste immagini erano le più sacre dell'impero, oggetto del culto universale del divino augusto, che neppure la fede cristiana poteva ridimensionare. Erano collocate nelle aule di giustizia a tutela della sacralità dei giuramenti. Per volontà di Teodosio, i capi della sommossa vengono arsi vivi per il delitto di lesa maestà ed Antiochia, già sede dei re Seleucidi, viene degradata a tributaria nei confronti della limitrofa Laodicea. Mentre proseguono le esecuzioni, gli arresti e le confische, la città invia presso l'imperatore il vescovo Flavio e il senatore Ilario, che ottengono la revoca del provvedimento e l'amnistia generale. |
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| 387 |
| 15 aprile |
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Vigilia di Pasqua. Tra i battezzati dal vescovo Ambrogio si trova anche il retore Agostino. |
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| 387 |
| 20 maggio |
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Valentiniano II, Giustina e la corte si trasferiscono definitivamente ad Aquileia. Il senato aveva fatto pratiche per il trasporto della corte a Roma, ma i Milanesi, assistiti dal concittadino Flavio Manlio Teodoro, prefetto al pretorio d'Italia, sede a Milano, si oppongono. |
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| 387 |
| estate |
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Milano diventa la sede ufficiale di Massimo. Giustina e Valentiniano II si rifugiano a Salonicco da Teodosio. Intorno a questa data muore Sesto Petronio Probo. |
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| 387 |
| autunno |
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A Salonicco Teodosio vedovo e già quarantenne, sposa Galla, figlia di Valentiniano I. Massimo realizza finalmente quali sono le mire politiche di Teodosio, concretizzate attraverso l'alleanza dinastica, e si prepara ad attaccare. Nomina augusto il figlioletto Vittore, che lascia a Treviri sotto la protezione dei generali Nannenio e Quintino. |
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| 388 |
| Per intervento di papa Siricio, che voleva contenere l'autorità del vescovo Ambrogio, il vescovo di Aquileia Cromazio ottenne un'autorità metropolitica che comprendeva una ventina di vescovadi in Italia e un'altra decina oltre le Alpi.
Tumulti di Callinicum (Mesopotamia). Alcuni monaci, si dice provocati, incendiano una chiesa di gnostici valentiniani e una sinagoga. Teodosio ordina al vescovo cattolico di ricostruire la sinagoga a sue spese. Il vescovo Ambrogio interviene opponendosi alle disposizioni imperiali (Epistola 40). Si tratta di una questione di principio e l'imperatore deve astenersi dall'entrare in materia ecclesiastica (Ep. 40,22). Di fronte al silenzio dell'imperatore Ambrogio studia una punizione: durante la messa rimprovera l'imperatore presente e poi si pone davanti a lui dichiarando di non voler proseguire l'ufficio se non blocca il procedimento contro il vescovo di Callinico. Teodosio annulla il suo provvedimento; è un atto sorprendente, perché Ambrogio non aveva alcun diritto d'intervenire nella giurisdizione di una città orientale, per una questione di carattere giuridico. Infatti secondo la legge chi danneggiava una proprietà, doveva risarcire il proprietario. In questo stesso anno Teodosio vieta le nozze tra cristiani e giudei (Cod.Theod. IX, /.5) e gradatamente esclude i giudei dalle professioni libere e dal servizio dello Stato, incluso quello militare. |
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| 388 |
| inizio |
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Viene scoperto in Macedonia un complotto ordito da alcuni soldati di origine germanica comprati da Massimo per eliminare Teodosio. |
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| 388 |
| primavera |
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Teodosio attacca la parte occidentale dell'impero con un esercito composto prevalentemente di Goti, Unni e Alani. Il comando supremo spetta a Teodosio, sotto il quale c'è Promoto. Alla testa dei reparti di cavalleria vi sono Timasio e Ricomere; Stilicone è comes domesticorum . |
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| 388 |
| estate |
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Massimo ha scelto come quartiere generale Aquileia e manda Andagrazio a presidiare le Alpi Giulie. Il forte dell'esercito è guidato da suo fratello Marcellino, che si scontra con Teodosio a Poetovio (Ptuj). Il risultato della battaglia è favorevole a Teodosio e Massimo si rinserra ad Aquileia. Quando però l'avanguardia di Teodosio raggiunge la città, le truppe di Massimo si arrendono e consegnano il loro comandante a Teodosio. L'esiguo corpo di Mauretani rimastogli fedele viene trucidato al momento della cattura. |
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| 388 |
| 28 agosto |
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Massimo è decapitato nei pressi di Aquileia, dopo aver subito una tortura allo scopo di fargli confessare l'estraneità di Teodosio alla sua ribellione. Nelle settimane successive la sua testa viene esposta nelle diverse province. Teodosio invia a Treviri Arbogaste con l'ordine, subito eseguito, di uccidere il giovane Vittore. Il resto della famiglia di Massimo è risparmiato: le figlie sono affidate ai parenti di Teodosio, mentre alla moglie si assegna un vitalizio. Trifolio, ex ministro delle finanze di Teodosio, è nominato prefetto del pretorio dell'Italia e dell'Illirico; il fidato generale franco Arbogaste viene promosso a magister militum; magister officiorum è il cattolico Rufino. |
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| 388 |
| 10 ottobre |
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Teodosio riporta a Milano Valentiniano II (Giustina è morta da poco) e vi è registrato stitleuariamente fino agli inizi del 391. Provvede a una nuova sistemazione dell'impero, assegnando la Gallia, con capitale a Treviri, a Valentiniano II, sotto la tutela di Arbogaste e di due ufficiali a lui fedeli, Costanziano e Neoterio, che diverranno prefetti della Gallia nel 389 e 390. Teodosio si riserva la direzione suprema, ma si affianca per la parte orientale il figlio Arcadio. Ausonio compone l' Ordo nobilium urbium , dove elenca in ordine d'importanza Roma, Cartagine, Treviri e Milano nelle città nobili dell'impero teodosiano. Il quadro che dà di Milano risale all'epoca della sua visita, il 379. |
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| 389 |
| 23 gennaio |
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Teodosio condanna a morte i manichei; non ammette lasciti all'imperatore o ai parenti mediante codicilli o lettere, ma solo per regolare testamento ( Cod. Theod ., IV, 4,2) |
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| 389 |
| giugno |
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Fino ad agosto Teodosio si sposta a Roma per celebrare la vittoria su Massimo. Lo accompagna il magister officiorum Rufino. In quell'occasione Teodosio ufficializza la nuova direzione dell'impero: riserva a sé la direzione suprema e assegna l'Oriente al figlio Arcadio, undicenne, e l'Italia a Onorio di 4 anni, tralasciano di citare Valentiniano II a Treviri. Torna quindi a Milano, dove passa l'inverno. I rapporti tra l'imperatore e il vescovo Ambrogio sono molto freddi. Al vescovo è interdetta la presenza al concistoro (Epistola 51). |
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| 389 |
| autunno |
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Teodosio nomina prefetto del pretorio il pagano Nicomaco Flaviano, consuocero di Simmaco. Resterà alla corte di Milano due anni. |
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| 390 |
| Sinodo di Milano, in cui Ambrogio tenta di pacificare i vescovi delle Gallie divisi per la condanna a morte di Priscilliano e l'elezione di Felice a vescovo di Treviri. |
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| 390 |
| agosto |
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Teodosio ordina l'eccidio di Salonicco. L'avvenimento si può così riassumere: verso la fine di giugno un auriga famoso era stato arrestato; per liberarlo erano seguiti tumulti popolari che avevano provocato la morte di Buterico, magister militum dell'Illirico e capo del servizio d'ordine cittadino. L'imperatore, per tenere sotto controllo le truppe composte da Goti, ordina una rappresaglia che sfocia in una tremenda carneficina di Tessalonicesi nel circo (si dice circa 7.000). Per questo motivo il 18 agosto emana da Verona una legge secondo la quale ogni decreto di condanna può essere eseguito solo dopo 30 giorni. |
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| 390 |
| settembre |
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Poiché Teodosio sta per far ritorno a Milano, Ambrogio, prima di partire dalla città dicendo di sentirsi poco bene, dichiara che in presenza di Teodosio non celebrerà più la messa, a meno che l'imperatore non faccia penitenza. |
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| 390 |
| 25 dicembre |
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Natale. Teodosio, privo delle insegne imperiali, entra in chiesa tra due ali di fedeli e, piangendo, si getta più volte in ginocchio, chiedendo perdono a Dio. Solo dopo il vescovo Ambrogio gli impartisce la comunione (Epistola 51). |
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| 391 |
| 24 febbraio |
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Pubblicazione a Milano dell'editto di proscrizione del paganesimo, indirizzato al prefetto dell'urbe Clodio Albinio ( Nemo se hostiis polluat , Cod. Theod . XVI, 10,10)): si ribadisce il bando di qualunque sacrificio pubblico e privato, incluse le cerimonie tradizionali dello Stato ancora in uso a Roma, e la chiusura dei templi. Il provvedimento è stato prima discusso nel concistoro di Milano con il prefetto Flaviano, elemento di spicco della classe senatoria di fede pagana. Il testo recita: "Nessuno si avvicini agli altari sacrificali, cammini all'interno dei templi o veneri immagini forgiate da mani mortali". Per i membri delle classi elevate che trasgredivano a tali prescrizioni era prevista una multa di 15 libbre d'oro. A Roma vengono effettivamente aboliti i riti sacrificali di Stato, ma tutte le altre cerimonie continuano a essere celebrate e i templi frequentati. |
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| 391 |
| primavera |
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Teodosio lascia Milano prima per Aquileia, poi per Salonicco. A Milano restano Grata e Giusta, sorelle di Valentiniano II, che risiede a Treviri o a Vienne. |
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| 391 |
| 9 giugno |
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Editto di Teodosio da Concordia indirizzato a Flaviano, che riconosce il cattolicesimo come religione di stato: "E' nostra volontà che tutti i popoli che sottostanno al governo della nostra benevola grazia osservino la fede che il divino apostolo Pietro trasmise ai Romani. Questo è il credo osservato dai pontefici Damaso e Pietro e dal vescovo di Atanasio di Alessandria, uomo di santità apostolica. Noi crediamo, secondo l'insegnamento apostolico e la dottrina evangelica, alla divinità una del Padre in uguale maestà e in santa trinità. Chi osserva questo comandamento deve secondo la nostra volontà assumere il nome di cristiano cattolico. Tutti gli altri, che a nostro avviso sono stolti e pazzi, devono essere distrutti attraverso interventi giudiziari che decideremo con l'appoggio della volontà celeste." ( Cod. Theod ., 16, 1, 2). La legge proibisce in maniera tassativa l'apostasia, pena la perdita dei diritti testamentari. Come risposta pagana un numero sempre crescente di abitazioni private vengono adibite a luogo di culto. |
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| 392 |
| A Costantinopoli nasce Galla Placidia da Galla e Teodosio. Il padre le conferisce subito il titolo di "nobilissima". |
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| 392 |
| inizio |
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Concilio di Capua presieduto da Ambrogio e indetto da papa Siricio per porre fine allo scisma di Antiochia. Si prende anche in considerazione la posizione di Bonoso di Naisso, che nega la perpetua verginità della Madonna. Bonoso appartiene alla giurisdizione di Salonicco. Contro di lui Ambrogio scrive il De institutione Virginis . |
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| 392 |
| primavera |
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Scoppia la ribellione di Valentiniano II, che ha 21 anni e vuole decidere di lasciare le Gallie. Il franco Arbogaste, che figura come suo tutore, in realtà è un emissario di Teodosio, che vuole tenere Valentiniano relegato. Valentiniano si appella come arbitro al vescovo Ambrogio. |
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| 392 |
| 15 maggio |
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Vigilia di Pentecoste: Valentiniano II viene trovato impiccato nel palazzo imperiale di Vienne. L'opinione pubblica ne incolpa Arbogaste, che invece sostiene la tesi del suicidio. La storia non ha mai risolto il delitto. Le esequie di Valentiniano hanno luogo in agosto a Milano. |
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| 392 |
| giugno |
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La lettera XXV del vescovo Ambrogio indirizzata all'imperatore Teodosio lascia intendere che il vescovo era stato coinvolto nell'assassinio di Valentiniano II. Ambrogio apre la lettera con una ammissione: "Le tue parole di clemenza hanno interrotto il mio silenzio; infatti, in così tristi circostanze, avevo deciso di non far nulla di meglio che nascondermi, nei limiti del possibile. Ma siccome non potevo rimpiattarmi in qualche luogo solitario e spogliarmi delle funzioni episcopali, mi tenevo nascosto interiormente, tacendo". |
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| 392 |
| 22 agosto |
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Il magister militum Arbogaste fa eleggere imperatore l'anziano retore Flavio Eugenio. E' un cristiano di origini romane, entrato negli uffici dell'amministrazione imperiale come direttore della cancelleria (magister scriniorum ) nel governo di Vienne, introdotto da Ricomere, zio di Arbogaste. L'aver stabilito a Vienne la residenza imperiale è un indizio della prevalenza che le province meridionali avevano cominciato ad avere già allora. Arbogaste, un Franco, affidava ora il trono a Eugenio, cercando di mantenere l'unità tra prefettura gallica e prefettura d'Italia. Per questo voleva spostare verso sud il centro di gravità politico, pur mantenendo nel nord l'antica capitale, Treviri. Il prefetto pretorio Italiae Illyrici et Africae Virio Nicomaco Flaviano, benché goda dell'amicizia di Teodosio, del quale ha anche scritto la vita, non appena sembrano rifiorire con Eugenio le sorti del paganesimo, passa dalla parte dell'usurpatore, si fa attivissimo restauratore in Roma della religione nazionale e degli antichi culti, minaccia rappresaglie a Milano contro i cristiani e le loro basiliche e con Arbogaste ed Eugenio muove contro Teodosio. |
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| 392 |
| 8 novembre |
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Gli imperatori Teodosio, Arcadio e Onorio emanano da Costantinopoli, indirizzato al prefetto d'Oriente Rufino, l’editto più radicalmente persecutorio nei confronti dei pagani: nessuno, neppure in privato, può immolare vittime, adorare idoli o appendere corone agli alberi sacri, elevare altari di zolle, onorare col fuoco i Lari domestici, con libagioni il proprio Genio e con incenso i Penati ( Cod. Theod. XVI, 10,7; XVI, 10,12). La pena prevista è capitale, a prescindere dallo status sociale, e con la confisca delle abitazioni in cui tali pratiche si svolgono. I decurioni devono informare i governatori, che devono disporre un'indagine approfondita. Per rassicurare la popolazione, i vescovi cristiani assorbono nella religione cattolica le divinità locali, trasformandole in santi, e le feste paesane, che vengono inserite nel nuovo calendario. |
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| 393 |
| Sinodo romano riunito da papa Siricio, ribadito da un sinodo milanese poco più tardo, per condannare l'eresia di Gioviniano che negava il parto virginale di Maria. |
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| 393 |
| 10 gennaio |
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Onorio è in carica come augusto. |
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| 393 |
| primavera |
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Lettera 57 del vescovo Ambrogio a Flavio Eugenio, da Firenze. Ribadisce che nessun imperatore cattolico può concedere ai pagani il diritto di giurare sull'altare della Vittoria nella Curia e che vengano loro forniti i mezzi economici per i loro riti. Se Flavio Eugenio avesse osato agire così, avrebbe trovato le porte delle chiese sbarrate. "Ma quando la tua clemenza assunse il governo dell'impero, si seppe che quei beni erano stati dati a uomini politicamente insigni, ma di religione pagana; e forse si potrebbe dire, augusto imperatore, che tu non li hai restituiti ai templi, ma li hai regalati a persone che avevano benemerenze nei tuoi riguardi". |
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| 393 |
| ottobre |
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Flavio Eugenio si stabilisce a Milano e il vescovo Ambrogio lascia la città. L'imperatore concede, come suo dono personale, i sussidi per il culto pagano, che viene normalmente ripristinato. |
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| 394 |
| Concilio di Nimes: un canone dichiara che non c'è nessun obbligo di ospitare i pellegrini detti periodanti, religiosi che più o meno in buona fede vagavano da un santuario all'altro con lettere commendatizie del loro vescovo (litterae formatea), che garantivano loro vitto e alloggio gratuiti. Sia il vescovo Ambrogio che il vescovo Basilio si dichiarano contrari a questa forma di pellegrinaggio. |
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| 394 |
| primavera |
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Muore di parto a Costantinopoli l'imperatrice Galla non ancora ventenne. Onorio e la piccola Galla Placidia vengono affidati a Serena. |
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| 394 |
| 2 aprile |
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Il vescovo Ambrogio rinviene in un cimitero ebraico a Bologna le spoglie del martire Agricola e del suo servitore Vitale. Va a Faenza e quindi a Firenze, dove tiene un sermone per la dedicazione della basilica di S. Agricola (ora S. Lorenzo). Il sermone è l' Exhortatio Virginitatis . |
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| 394 |
| estate |
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Nell'Epistola 8 del vescovo Ambrogio a Faustino si elencano le distruzioni subite dalle città dell'Emilia, non si sa se a causa della guerra o di un terremoto: "Eri preso da compassione osservando le zone incolte dell'Appennino e i villaggi abitati un tempo da popolazioni prosperose e ricche. Tanti cadaveri di città semidistrutte e le rovine di territori, che si offrono alla tua vista nello stesso tempo, abbattuti e diroccati per sempre". |
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| 394 |
| agosto |
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Partendo per la guerra contro Teodosio, Flaviano si vanta che al ritorno da quella spedizione avrebbe costretto i monaci di Milano ad arruolarsi e trasformato in scuderie le basiliche di Ambrogio. Ambrogio fa ritorno a Milano, ormai libera dai suoi nemici. |
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| 394 |
| autunno |
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Teodosio è a Milano con tutta la sua corte. Amnistia per i seguaci di Eugenio (Cod. Theod., XV, 14, 11-12). Paolino da Milano attesta la presenza di Giovanni come tribunus et notarius, cioè secondo segretario della schola notariorum, un legato imperiale per missioni diplomatiche speciali ( Vita Ambrosii , 31,5). |
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| 394 |
| settembre |
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Uno sciame di scosse telluriche sconvolge diverse regioni d'Europa da settembre a novembre. |
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| 394 |
| 5 settembre |
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Teodosio attacca frontalmente Flavio Eugenio, utilizzando come truppe di assalto i Visigoti, che vengono fatti a pezzi. La carneficina suscita un diffuso rancore nella confederazione di alleati, che si sentono mandati allo sbaraglio. Una parte delle truppe di Eugenio diserta. |
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| 394 |
| 6 settembre |
| Battaglia del Frigido. La bora fa la sua comparsa sul campo di battaglia contro le linee di Arbogaste ed Eugenio, spezzandone lo schieramento. Arbogaste cerca rifugio sui monti. Eugenio viene catturato, giustiziato e la sua testa infilzata sulla cima di una lancia. Dopo aver vagato qualche giorno sulle montagne, Arbogaste si uccide e, poco dopo, lo imita Nicomaco Flaviano. La battaglia vinta da Teodosio grazie a un intervento che viene considerato divino ha un effetto devastante sul morale dei pagani ed esaltante per i cristiani. |
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| 394 |
| 8 settembre |
| Lettera 61 del vescovo Ambrogio a Teodosio, che lo ringrazia per aver liberato l'impero romano dalla ferocia di un brigante barbaro e il trono da un indegno usurpatore. Si giustifica dicendo che non aveva abbandonato la chiesa milanese, ma voleva evitare di trovarsi di fronte al sacrilego che aveva autorizzato il ripristino dell'altare della Vittoria. Teodosio ordina al clero di celebrare una solenne messa di ringraziamento. |
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| 394 |
| inverno |
| Teodosio è malato di idropisia e vuole che Serena gli conduca Onorio da Costantinopoli.
Disastrosi terremoti e piogge continue, con nebbia più fitta del solito caratterizzano l'inverno: "Il cielo avvolto in una cappa tenebrosa, l'aria mossa dal brivido di una perenne caligine, la terra sommersa dalle alluvioni" (Ambrogio, De obitu Theodosii ).
Un editto imperiale abolisce i giochi di Olimpia. Alcuni studiosi proporranno di fare iniziare in questo anno il Medioevo. |
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| 395 |
| E’ ribadita l’illegalità del paganesimo, i templi sono chiusi e privati delle loro fonti finanziarie.
Data approssimativa di quello che viene ritenuto il Dittico di Stilicone, conservato nel Tesoro del Duomo di Monza.
Agostino è vescovo di Ippona. |
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| 395 |
| 17 gennaio |
| Muore a Milano Teodosio per idropisia. Sul letto di morte ha insignito il generale suo genero Stilicone della tutela dei figli Onorio e Arcadio. Il diritto familiare romano contemplava la figura del tutore, ma nella costituzione romana non esisteva la carica di "reggente". Mentre Onorio accetta la guida spirituale di Ambrogio e la tutela di Stilicone, Arcadio elegge a proprio tutore il ministro Rufino. Stilicone assegna i principali incarichi nel governo dell'Occidente ai suoi sostenitori e rinvia Timasio in Oriente.
Marcellina raggiunge il fratello Ambrogio a Milano.
Lo scrittore Claudiano arriva alla corte di Milano e vi resterà fino al 400. E' tribuno e notaio alla corte imperiale. Entra subito nelle grazie di Serena, che lo fa sposare con una ricchissima ereditiera dell'Africa proconsolare. E' pagano e ostile al partito cattolico di corte. |
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| 395 |
| 30 gennaio |
| Alarico, divenuto capo dei Visigoti che avevano subito la carneficina combattendo per Teodosio, viene congedato per prudenza da Stilicone alla fine di gennaio. |
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| 395 |
| 27 febbraio |
| Solenni funerali di Teodosio celebrati a Milano dal vescovo Ambrogio, che pronuncia il De Obitu Theodosii . Le esequie si svolgono seguendo per la prima volta il rito cristiano e avendo come fulcro una basilica cristiana, forse quella dedicata agli Apostoli sulla via trionfale romana. |
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| 395 |
| marzo |
| Alarico, re dei Goti ed esponente della famiglia reale dei Btitlei, vuole essere riconosciuto come magister militum per l'Illirico, dove è stato stanziato dal 381. Stilicone affronta Alarico in Tessaglia al comando dell'armata occidentale ed orientale congiunte, poi decide di ritirarsi, probabilmente perché l'armata orientale agli ordini di Gainas era composta da Goti che avrebbero potuto disertare e l'armata occidentale era poco preparata. |
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| 395 |
| primavera |
| Complotto ordito da Eutropio contro Rufino. Mentre Arcadio e Rufino presenziano a una cerimonia nel campo di Marte a Costantinopoli, Gainas assale Rufino e gli taglia la testa, sotto gli occhi di Arcadio. Il cadavere è mutilato dalla folla. Il posto di Rufino in qualità di tutore di Arcadio viene assunto dall'eunuco Eutropio, ministro degli interni. Dietro suggerimento di Eutropio, Arcadio sposa Elia Eudossia, figlia del defunto generale franco Bautone. Le nozze vengono celebrate in aprile. In breve Eudossia costituisce un gruppo di potere a palazzo con l'appoggio di un altro eunuco, Amanzio e di moglie di personaggi influenti: Massa, vedova di Promoto, Castricia, moglie di Saturnino e una certa Eugraphia. |
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| 395 |
| 9 maggio |
| A Milano solenne cerimonia di traslazione delle reliquie di S. Nazaro nella basilica Apostolorum , la cui abside viene ampliata per l’occasione. La chiesa viene ridedicata con le reliquie degli apostoli Giovanni, Andrea e Tommaso, importate dall’Oriente. La cronaca ci viene da Paolino da Milano, segretario di Ambrogio dal 394: viene esumato il corpo di Nazaro, "in horto positum extra civitatem" , e trasferito nella basilica Apostolorum, "quae est in Romana". Dice di non sapere quando Nazaro fu martirizzato, ma il suo sangue era fresco e il capo - staccato - era integro e dotato ancora di capelli e barba ( Vita Ambrosii , 32, 2-4). "Esumato il corpo del martire e compostolo in una lettiga, subito ci dirigemmo col santo vescovo al luogo di sepoltura del santo martire Celso, nel medesimo cimitero". Risulta che Ambrogio non aveva mai pregato su quella tomba, quindi il fatto che ora trovasse un martire significava che aveva avuto una rivelazione. Paolino dà la conferma della duplice consacrazione della basilica con le reliquie degli apostoli e con quelle di san Nazaro. |
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| 395 |
| 8 novembre |
| La salma di Teodosio viene tumulata nella basilica degli Apostoli di Costantinopoli, usata come mausoleo imperiale. Vi rimarrà fino al saccheggio della città del 1204. |
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| 396 |
| 1 gennaio |
| In occasione del suo terzo consolato Onorio indice le venationes nell'anfiteatro (Paolino, Vita Ambrosii ), che verrà successivamente smantellato e il materiale usato per le sostruzioni della basilica di S. Lorenzo, che si collegherà alla già esistente "cappella della Regina", poi nota come cappella di S. Aquilino.
Stilicone suggerisce lo spostamento della capitale da Treviri a Arelate (Arles), più affidabile di Vienne. Il generale stringe un foedus coi Franchi, alleati dei Romani da tempi anteriori. Come Vandalo, Stilicone è ostile ai Goti. |
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| 396 |
| primavera |
| Alarico con i suoi Goti si stanzia in Epiro col permesso di Arcadio. Da qui partono le loro scorribande verso il Peloponneso. |
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| 397 |
| In Africa il principe mauro Gildone pretende di passare sotto l'impero d' Oriente per avere più autonomia e interrompe le spedizioni navali di grano per l'Italia.
Nasce Flaccilla, figlia di Arcadio e Eudossia.
Dietro suggerimento di Eutropio, Alarico è nominato da Arcadio magister militum dell'Illirico. I Goti ottengono di potersi stabilire in Macedonia. La popolazione dell'Illirico cova una grande ribellione contro Eutropio. Stilicone non può più combattere contro Alarico perché Arcadio lo denuncia come hostis publicus . |
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| 397 |
| gennaio |
| Manlio Teodoro è prefetto al pretorio d'Italia fino alla fine del 398. E' uno dei capi del partito cristiano avverso a Stilicone. |
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| 397 |
| 4 aprile |
| Muore il vescovo di Milano Ambrogio. Gli succede, fino al 401, Simpliciano. Simpliciano ebbe una parte importante nella preparazione di Ambrogio al battesimo e all'episcopato e anche in seguito lo assistette nella sua formazione culturale. Agostino lo ricorda con gratitudine nelle Confessioni (VIII, 1 ss). La sua origine è incerta - chi lo dice romano e chi milanese - e la sua data di nascita viene fissata poco dopo il 320. Soggiornò comunque per qualche tempo a Roma, dove strinse rapporti d'amicizia con il celebre retore Caio Mario Vittorino, senz'altro all'epoca del governo di Giuliano e poi nel 364-5 con Simmaco padre prefetto di Roma. Si consacrò alla vita celibataria, si dedicò agli studi di filosofia e compì lunghi viaggi. Ritornò a Milano - forse inviato da papa Damaso per istruire Ambrogio -, dove fece il presbitero. Il neo-vescovo fa traslare in città, nella basilica delle Vergini, le reliquie di tre sacerdoti, Sisinio (diacono), Martirio (lettore) e Alessandro (ostiario), da Milano recatisi in Val di Non (Anaunia) e uccisi il 29 maggio 397 dalla popolazione pagana locale, affezionata al culto di Saturno, ai riti tradizionali e alle processioni lustrali. I tre erano cappadoci, ma formatisi ecclesiasticamente a Milano. Il trasferimento a Milano delle reliquie dei martiri detti anauniensi viene curato da Vigilio di Trento (altro vescovo fedele ad Ambrogio). |
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| 398 |
| Data presunta della morte di Marcellina, sorella di Ambrogio. |
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| 398 |
| inizio |
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Per prevenire la temuta carestia dovuta alla secessione africana di Gildone, Stilicone fa venire il grano dalla Gallia e dalla Spagna e invia in Africa un esercito al cui comando mette Mascizel, fratello di Gildone e suo nemico.
A Milano il partito cristiano, rappresentato da Lampadio, fratello di Teodoro e di Manlia Teodora, continua l’opposizione a Stilicone. Lampadio è prefetto urbano a Roma. |
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| 398 |
| 22 settembre |
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Concilio di Torino, presieduto da Simpliciano, dove si solleva il problema della preminenza di Arelate su Vienne, problema connesso col cambiamento della capitale nell'amministrazione prefettizia. L'autorità di metropolita spettava a colui che risiedeva in una metropoli. |
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| 398 |
| inverno |
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La guerra contro Gildone è vinta rapidamente ma Mascizel, ritornato in Italia, muore in un incidente. |
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| 399 |
| Matrimonio del quindicenne Onorio con la quattordicenne Maria, figlia di Stilicone e Serena. Claudiano legge il De quartu consulatu Honorii , i fescennini, il carme per le nozze di Onorio e Maria, infine il De bello Gildonico.
Chiusura in tutto l’impero delle scuole gladiatorie. |
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| 399 |
| gennaio |
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Consolato di Flavio Manlio Teodoro e dell'eunuco Eutropio, tutore di Arcadio, vittorioso l'anno precedente sugli Unni. Per la mentalità romana era inconcepibile che un eunuco ottenesse la dignità consolare. Il potere a Costantinopoli è conteso fra il goto Gainas, capo dell'esercito imperiale, e l'eunuco Eutropio, che in quest'anno cumula anche le cariche di preposito alla camera imperiale e di patricius . Stilicone orchestra una campagna propagandistica per screditare Eutropio, con l'intento di recuperare il suo ruolo di patricius verso Arcadio. |
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| 399 |
| primavera |
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Scoppia una sollevazione degli Ostrogoti insediati in Frigia. Capo della rivolta è Tribigildo. Causa: i dona subtracta . Tribigildo aveva combattuto per Eutropio contro gli Unni e aveva chiesto un compenso che a Eutropio sembrava troppo alto. Gli andò incontro un esercito composto di truppe germaniche, purtroppo comandato da un romano. I germani passarono allora ad aiutare Tribigildo. Una soluzione di compromesso fra politica filo e antibarbarica non era più possibile. I barbari, dal canto loro, non volevano distruggere l'organizzazione romana, ma volevano realizzare una fusione senza crisi o soluzione di continuità. |
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| 399 |
| 26 novembre |
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Muore papa Siricio e gli succede papa Anastasio I. |
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| 400 |
| Consolato di Stilicone. Claudiano legge il De consulatu Stilichonis . Il senato accorda a Claudiano l'onore di una statua nel foro. Stilicone fidanza ufficialmente Galla Placidia, figlia di Teodosio, con suo figlio Eucherio.
Per un anno i territori dell'impero d'Oriente attraversano una complessa crisi politica, acuita dallo scoppio della rivolta di Tribigildo e dei suoi federati greutungi. Inviato a sedare la rivolta, Gainas rifiuta l'incarico, perché Tribigildo è suo parente e chiede invece la rimozione di Eutropio.
Eutropio si rifugia in S. Sofia, da dove esce per andare a Cipro in esilio; i suoi oppositori a corte sono guidati da Aureliano, il quale a sua volta è costretto a rinunciare a tutte le cariche dall'intervento delle forze congiunte di Gainas e Tribigildo.
Gainas riceve il comando assoluto di tutte le armate orientali, ma non riesce a padroneggiare la situazione politica; perso il sostegno dell'esercito, è dichiarato nemico da Arcadio e scacciato da Costantinopoli, che viene espugnata e i Goti massacrati. Tenta di porsi alla testa dei Goti che vivono oltre il Danubio, ma il re unno Uldino lo fa uccidere e ne invia la testa a Costantinopoli. |
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| Elia Eudossia è insignita del titolo di augusta, con la disapprovazione dell'opinione pubblica occidentale, contraria ad assegnare simili onori a una donna. |
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| 7 settembre |
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Concilio di Toledo. Il vescovo Simpliciano è citato tra i presenti, ma muore poco dopo. |
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