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Passando
per la statale del Maloja, pochi chilometri dopo Chiavenna, ci capiterà
senz’altro di rallentare per ammirare sulla sinistra le splendide
cascate gemelle dell’Acqua Fraggia. Non tutti notano però quel
campanile e quel borgo abbarbicato lassù oltre le cascate: Savogno. - da Borgonovo di Piuro (m. 403): ore 1.10 mulattiera a
gradini. Dal parcheggio posto ai piedi delle cascate seguiamo verso
destra il sentiero che conduce alla frazione di Sarlone ove troviamo
sulla sinistra, seguendo le indicazioni, l’imbocco della mulattiera per
Savogno. Si tratta di un percorso ampio, gradinato e a pendenza
costante. Circondati dapprima da ciliegi, che più avanti lasceranno il
posto ai castagni; iniziamo la nostra salita. Ora non voglio
spaventarvi; ma i gradini sono 2886. Provate a contarli! Giunti in
località Stalle
Ronchi una sosta s’impone. Osserviamo la caratteristica fontana a tre
vasche scavate nella pietra e poi, con una piccola deviazione,
raggiungiamo una casa interamente in pietra, diversa dalle altre. Qui è
custodito un torchio per l’uva, risalente al 1706 e dotato di un
braccio di legno lungo ben 12 metri. Ripreso il cammino, proseguiamo
fino ad arrivare al muro antistante la chiesa di Savogno. Piegando a
sinistra troviamo il rifugio.
Giunti alla meta, dopo una sosta ristoratrice presso il rifugio, è opportuno vagare un po’ per quelle strette viuzze tra vecchie case ormai quasi tutte disabitate. Potremo cominciare dalla chiesa, di fronte alla quale un busto bronzeo ci ricorda che qui fu curato don Luigi Guanella. Dopo aver ammirato lo splendido panorama sulla sottostante Piuro e sulla valle Aurosina di fronte a noi, riprendiamo a camminare tra i vicoli rendendoci conto di quanto doveva essere genuina ma faticosa la vita quassù. Il nostro viaggio indietro nel tempo può proseguire fino a Dasile (m. 1032), venti minuti più a monte. Qui le case sono più modeste ma tutto è così in ordine che sembra che il borgo sia stato abbandonato non dagli anni sessanta ma da pochi giorni.
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