|
|
Il
bivacco Cecchini si trova in alta Val Loga, in posizione assai
panoramica. Si erge infatti sul crinale che fa da spartiacque tra la Val
Loga e la Val Schisarolo, entrambe possibili vie d'acceso per l'ascesa.
Entrambi gli itinerari partono da Montespluga (m.1908) e sono oltresì
accomunati dalla fatica che dobbiamo sudare per raggiungere la meta, ma
come in ogni altro splendido angolo incontaminato della Valle Spluga ecco
che arriva il panorama in aiuto dello stanco alpinista.
Prendiamo dapprima in considerazione l'itinerario che parte dall'abitato
di Montespluga, individuabile nella foto in basso (la freccia indica con
una certa approssimazione la posizione del bivacco). Qui giunti svoltiamo
a sinistra seguendo i cartelli che ci indirizzano verso una strada
sterrata che si addentra in Val Loga per poco più di 5 minuti. Notiamo
intanto ergersi sulla sinistra il Monte Cardine, il quale verrà aggirato
presupponendo l'ipotesi di discesa dalla Val Schisarolo invece che dalla
Val Loga.
Parcheggiata l'auto ecco che si parte. Un primo cartello ci indica 3 ore
come tempo per raggiungere il "Cecchini", pochi metri dopo diventano 2
ore e mezza, quasi ad accontentare l'escursionista che già pensava a
quanta fatica lo attendesse. Scherzi e stime a parte una cosa è certa:
sono 850 i metri di dislivello.
Il sentiero percorre verso Sud la Val Loga su un tratto pianeggiante per
circa mezz'ora, accompagnato da una miriade di rocce talvolta bagnate dai
fiumiciattoli che discendono dal versante destro orografico. Impossibile
perdere il tracciato, azzerderei dire come in nessun altro posto in
Valtellina, grazie all'ottimo lavoro di segnalazione curato da qualche
buon'anima del CAI Vallespluga: bolli gialli e bandiere
rosso-bianco-rosso ci indicano tra l'altro che stiamo percorrendo il
tracciato del Trekking Valle Spluga (C16 questo tratto). Ad un certo
punto poi il sentiero piega a sinistra e comincia a salire senza dare
respiro fino al momento in cui incontriamo un breve tratto pianeggiante
su nevaio; da qui si scorge in alto la sagoma rossa del bivacco. Altri
ripidi tratti di sentiero, tra roccette e detriti di gneiss o su nevaio,
ci accompagnano lentamente sino al punto più meridionale della Val Loga,
dove è posto il bivacco.
Vediamo ora l'itinerario dalla Val Schisarolo (sentiero C17). Il percorso
parte a sud ovest del lago, esattamente in corrispondenza del tornante
della Statale che precede il rifugio Stuetta. Lasciata la diga alle
nostre spalle ci s’incammina su un sentiero pianeggiante e molto
panoramico, vera balconata su tutta la Val S. Giacomo, fino a passare
poco sopra le baite di Le Mede (m.1907) protette da un roccione. Qui
inizia la Valle Schisarolo. Superiamo alcuni corsi d’acqua e proseguiamo
ora assai più ripidamente tenendoci alla destra del torrente emissario
del ghiacciaio del Ferrè fino ad arrivare nelle vicinanze della sua
lingua terminale. A questo punto, su terreno detritico, saliamo fino alla
bocchetta (m. 2721) e quindi al bivacco.
Dal bivacco notiamo verso Sud-Est la doppia piramide del Pizzo Ferrè (m.
3103-2955) con sotto la sua lingua glaciale, diritta a Sud si erge invece
la cima di Val Loga. Non ci è data possibilità di vedere il Pizzo Tambò.
Volgendo lo sguardo a Nord invece si scorge il piccolo ghiacciaio di
Suretta con a destra il Pizzo Ursaregis (m.2835) che fa da padrone.
|