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Il
rifugio sorge tra le baite dell’Alpe Cusone, nella testata terminale
della Val Starleggia. Per raggiungerlo partiamo da Campodolcino sulla
statale 36 dello Spluga, dove prendiamo la strada nuova per Madesimo.
Dopo alcune centinaia di metri attraversiamo il Liro su di un ponte a
sinistra e con una buona carrozzabile asfaltatata saliamo nel bosco, con
vari tornanti, fino ad arrivare a Starleggia (m. 1565). Lasciata l’auto,
troviamo il segnavia che ci indica la mulattiera che sale a monte del
paese (C20 : S. Sisto 0.30 / Passo Servizio 2.50 – C21: Piano Cavalli e
Lago Bianco 2.45).
Tra le case ignoriamo la freccia a destra per Frondaglio e seguiamo
invece l’altra che ci indica S.Sisto. Oltre l’abitato saliamo ripidamente
tra i prati, godendo di una buona vista panoramica sul Pizzo Groppera
alle nostre spalle e sull’abitato di Campodolcino nel fondovalle. Più
avanti, quando si entra nel bosco, la mulattiera diviene una scalinata
che agevola non poco il cammino. A quota 1780 si esce dal bosco nel
pressi di una cappellina votiva e di un'antica torre campanaria.
Poco
oltre troviamo l’abitato di S. Sisto posto all’inizio della vasta piana
della Val Starleggia in fondo alla quale, ai piedi dei monti che la
chiudono, già si intravedono le baite dell’Alpe Cusone. Alle nostre
spalle giganteggiano il Pizzo Groppera e il Pizzo Stella.
Appena oltre l’abitato di S. Sisto troviamo alcune indicazioni: a destra
il sentiero C20 per il Pian dei Cavalli e il lago Bianco (ore 2.15) e a
sinistra C21 per l'Alpe Morone, il passo del Servizio (ore 2.20) e il
lago del Truzzo (ore 3.40). Prendiamo quest’ultimo. La stradina piega
quasi subito a destra e, passando tra gli alberi, arriva ad una cava
abbandonata. Poco oltre oltrepassiamo il torrente su di un ponticello di
legno. Da S. Sisto a qui abbiamo camminato in piano; ora si riprende a
salire. La nostra stradina termina immettendosi su un sentiero che
prendiamo verso destra. Più avanti troviamo sulla sinistra le baite
dell’Alpe Morone, mentre noi tiriamo diritto e ripassiamo il torrente su
di un altro ponticello di legno. Da qui in breve, per prati, raggiungiamo
la nostra meta.
Troviamo però una sorpresa: il rifugio Curti ora si è trasformato
nell’agriturismo Baita dei Fiori.
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