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Tappa - Da Cataeggio al rifugio Alpe Granda
Questa quinta tappa conduce dal centro, anche
amministrativo, della Val Masino, cioè Cataeggio, all'inizio del lungo
crinale Granda-Scermendone, che separa questa valle dalla media
Valtellina. Un buon camminatore può tuttavia, nella medesima giornata,
percorrere tutto il crinale e fermarsi al rifugio Scermendone, o anche
proseguire, scendendo al rifugio Marinella. Ma prendiamocela con
comodo...
Saliti a Filorera, dobbiamo imboccare la strada che conduce in valle di
Sasso Bisolo ed a Preda Rossa, seguendo le indicazioni per il rifugio
Ponti. Oltrepassato il Centro polifunzionale della montagna, si
attraversa su un ponte il torrente, osservando, a destra, l'antico ponte
in pietra che, per fortuna, è stato conservato a fianco di quello nuovo.
Si sale verso sinistra, imboccando poi un tornante destrorso. Alla fine
del tornante, invece di imboccare quello sinistrorso, si seguono le
indicazioni (bandierine e cartello con la sigla S.I.), che guidano su un
sentiero che, dalla destra idrografica della valle, si porta, sfruttando
un ponte, sulla sinistra (mentre la strada prosegue la sua salita a
destra), percorrendone il fianco, sempre in prossimità del torrente.
Ci
si ritrova, alla fine, presso la grande frana di Valbiore (m.1234), dove
ci si ricongiunge con la strada.
Sul lato opposto della valle la montagna mostra il suo fianco ferito,
mentre sotto, spesso, fervono i lavori sui grandi massi di granito. A
questo punto dobbiamo per un tratto risalire la nuova strada sterrata che
sfrutta il lato opposto della valle rispetto alla precedente, sepolta
dalla frana. Dopo un primo tornante destrorso ed un secondo sinistrorso,
la lasciamo in corrispondenza di un evidente cartello che indica la
partenza del sentiero per l'alpe Granda e l'omonimo rifugio.
Prestando attenzione al terreno franoso sul ciglio della strada,
imbocchiamo il sentiero, che sale verso destra nel bosco, tracciando una
lunga diagonale che conduce alle baite Taiada, a 1492 metri. Dalle baite
si gode di un'ottima visuale su quelle medesime cime (la cima del
Cavalcorto ed i Pizzi del Ferro) che si sono potute ammirare da Filorera
il giorno prima. A sinistra della cima del Cavalcorto si possono scorgere
anche le cime d'Averta, il monte Porcellizzo ed uno scorcio della valle
omonima, mentre a destra fa capolino la punta di Zocca.
Non
manca molto alla meta: l'alpe Granda, infatti, si raggiunge con un breve
supplemento di salita su un sentiero che parte dalla sommità del prato
delle baite e, salendo nel bosco, raggiunge l'alpe nella sua parte
terminale, cioè nord-orientale. Risalendo l'alpe fino al suo limite, si
gode di un'ottima visuale sulla cima del Desenigo, a sinistra, e
sull'aspra costiera che separa la Val Masino dalla valle Merdarola, a
destra, con la cima di Cavislone ed il monte Lobbia. A destra della cima
del Desenigo si scorge il passo di Primalpia, valicato anch'esso il
giorno prima.
A questo punto, se non si hanno le gambe o il tempo per proseguire verso
Scermendone, si può percorrere il crinale dell'alpe in direzione
sud-ovest, superando la poco evidente Cima di Granda (m.1705) ed
ammirando di nuovo il superbo panorama che si para di fronte agli occhi
in direzione della Val Masino.
Dopo una breve discesa, infine, si raggiunge l'ex-rifugio alpe Granda (m.1636),
distrutto da un recente incendio. Il rifugio sorge sul limite
sud-occidentale dell'alpe, poco prima che inizi il bosco che occupa il
crinale sempre più stretto che termina alla località Sas del Tìi, sopra i
prati di Lotto. In fondo, verso nord-est, fa bella mostra di sé quel
monte Disgrazia che più volte ricomparirà nel prosieguo del sentiero.
Poi, però, per pernottare si deve raggiungere il nuovo rifugio all'Alpe
Granda. Dove? Beh, non c'è ancora, ma l'indomito Vittorio Poletti (tel.:
0342620541), gestore del rifugio bruciato, assicura che sorgerà ex novo
sul limite opposto dell'alpe, in prossimità dell'inizio del bosco in cui
si inoltra il sentiero per Scermendone, e che sarà pronto per il prossimo
29 giugno. Vi terremo informati alla pagina del vecchio rifugio...
Supponendo di essere partiti da Cataeggio, si è superato un dislivello di
circa 920 metri. Il tempo medio necessario è di 3-4 ore.
Per proseguire nel cammino, apri la presentazione della
prossima tappa, dal rifugio alpe Granda al rifugio Marinella.
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