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Tappa - Da Frasnedo al rifugio Volta, in Val dei Ratti
Dunque, abbiamo ipotizzato di poter dormire a Frasnedo:
in caso contrario, questa terza tappa va unita alla seconda e conviene
salire al bivacco Primalpia, piuttosto che al rifugio Volta, risparmiando
più di un'ora di cammino.
Si lascia, dunque, Frasnedo, sfruttando prima un tratturo, poi un
sentiero che, rimanendo sulla destra idrografica della valle, scende a
Corveggia (m. 1221) per risalire ai prati di Tabiate (m. 1253). Le
indicazioni sono buone, e permettono di ignorare le deviazioni a destra,
che conducono sul versante opposto della valle. Intorno ai 1400 metri si
incontra un nuovo bivio, e qui si può optare per la duplice possibilità
di cui ho parlato. Scendendo, infatti, verso destra si attraversa su un
ponticello il torrente, per poi raggiungere un prato con alcune baite.
Sul limite superiore destro del prato parte un sentiero segnalato che
raggiunge prima l'alpe
di
Primalpia bassa (caratterizzata da un grande larice solitario al centro
del prato), quindi quella superiore, dove, dopo una lunga traversata
verso sinistra (nord est), si raggiunge, dopo due-tre ore dalla partenza,
il bivacco Primalpia, a 1980 metri (vedi la relativa scheda).
Dal bivacco un sentiero prosegue verso nord, giungendo ad intercettare il
sentiero che sale al passo di Primalpia. La collocazione del bivacco è,
dal un punto di vista panoramico, particolarmente felice, perché permette
di dominare buona parte della testata della valle. Se però si è potuto
pernottare a Frasnedo, vale la pena di salire al rifugio Volta, seguendo
il percorso vero e proprio del sentiero Italia.
Torniamo, dunque, al bivio ed ignoriamo la deviazione a destra, salendo
ad una prima baita posta a m.1475 e, dopo una serie
di ripidi tornanti, all'alpe Camera, posta su un bel pianoro, a m. 1792.
Siamo ormai di fronte ai gradini rocciosi che introducono al circo
terminale della valle, e si offrono due possibili percorsi. Il primo, non
segnalato e più breve, si stacca, in corrispondenza di un evidente dosso
sulla sinistra, da quello segnalato, e sale ripido, sfruttando anche un
vallone, all'alpe Talamucca, raggiungendo il rifugio Volta da sud ovest.
Il secondo, che fa parte del sentiero Italia, prosegue verso il centro
della valle, ne attraversa il torrente e risale gradualmente sul versante
opposto, fino ad intercettare il sentiero che dal dosso del Mot scende
verso un ampio vallone per poi risalire in direzione del passo di
Primalpia. Non si può sbagliare: seguendo il sentiero verso nord ovest,
si risale l'ampio dosso del Mot e si raggiunge l'alpe Talamucca, dalla
quale il rifugio viene comodamente raggiunto, dopo una traversata verso
est.
Siamo a 2212 metri, il punto più alto raggiungo, finora, dal sentiero. Di
qui si scorgono le cime della testata della valle, a partire dal Sasso
Manduino, a sud ovest (m.2888), seguito dalla punta Magnaghi (m.2871),
dalle Cime della Porta, a nord ovest, dal pizzo Ligoncio (m.3038), dal
pizzo della Vedretta (m.2907), alla cui sinistra è collocato il passo che
congiunge la nostra valle
a quella dell'Oro, dal monte Spluga o Cima del Calvo (m.2967), verso nord
est e, infine, dalla Cima del Desenigo (m. 2845). A sinistra del pizzo
Ligoncio si può scorgere, in corrispondenza di una sorta di W, il passo
della Porta, che permette di scendere in val Spassato e, di qui, in val
Codera, al rifugio Brasca.
Tenete conto che da Frasnedo al rifugio Volta esiste un dislivello di
circa 920 metri e che in circa tre ore il rifugio può essere raggiunto.
Se però siete buoni camminatori, potete compiere in un'unica giornata
questa terza tappa e quella che presento come quarta (e quindi ridurre le
prime quattro tappe a due). Per il racconto di questa tappa, aprite la
presentazione relativa, che illustra il passaggio dal rifugio Volta a
Cataeggio in Val Masino.
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