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4a Tappa - dall'Allievi (foto) alla Ponti per il Passo Val Torrone, Passo di Cameraccio e la Bocchetta Roma Proseguendo il cammino verso est si passa vicino alla punta Allievi e
si ammirano la cima di Castello, seminascosta più a nord (la più alta del
gruppo del Masino, con i suoi 3392 metri), la punta Rasica, famosa nella
storia dell’alpinismo, e la possente mole del pizzo Torrone occidentale.
Si nota anche verso Ovest la cima di Zocca e, alla sua destra, il passo
di Zocca, che permette di scendere sulla vedretta dell’Albigna, in
territorio svizzero. Dietro il passo si scorge la Sciora, anch’essa
appartenente alle Alpi retiche svizzere. La discesa dal passo non è particolarmente difficile, ma richiede, in
qualche punto, cautela, come testimoniano le corde fisse. Attenzione,
anche qui, a non lasciar cadere sassi su chi si trovasse più in basso.
Alla fine la base del passo è guadagnata ed il sentiero, risalendo un
dosso, passa molto vicino ai piedi dell’impressionante parete del picco
Luigi Amedeo, una delle più difficili, dal punto di vista alpinistico,
delle Alpi centrali. Questa testata rappresenta una delle immagini che si imprimono con
maggiore forza nel cuore di quanti percorrono il sentiero Roma. Dopo un
tratto pianeggiante, il sentiero riprende a salire, sul filo di un dosso
erboso, fino a raggiungere la deviazione che permette di scendere nella
valle, verso destra, fino alla val di Mello. Se si prosegue sul sentiero
Roma, si intercetta poi la segnalazione della deviazione per il bivacco
Manzi-Pirotta (2540 m., foto sotto), che si trova poco lontano,
sul crinale di un massiccio sperone roccioso. Se la valle del Ferro suscita un senso di apertura e solitudine, la
val Qualido un senso di protezione materna e la valle di Zocca un senso
di grandiosità, la val Torrone ha certamente qualcosa di severo e
selvaggio. Volgendo le spalle si riesce sempre meglio a vedere, come in
un gioco di quinte, la successione delle quattro costiere sulle quali
sono collocati i passi già valicati. La prima parte della discesa dal passo avviene su nevaio, poi si tocca
un terreno misto di sassi e terriccio, con traccia di sentiero. Se si
conosce il sentiero, che nella parte alta è solo labile traccia, si può
scendere in val Cameraccio e quindi in val di Mello. Se invece si
prosegue, si attraversa la più ampia fra le valli interessate dal
sentiero Roma. Si ha quindi tutto il tempo per osservarne la testata,
costituita, da sinistra, dal pizzo Torrone orientale, dal monte Sissone,
dalla punta Baroni, dalle cime di Chiareggio e dal monte Pioda, che ruba
interamente la scena al monte Disgrazia. Merita un'attenta osservazione
anche la costiera Remoluzza-Arcanzo, che separa la val Cameraccio dalla
valle di Preda Rossa, e sulla quale si colloca la bocchetta Roma. Il tempo di percorrenza è di circa 6 ore.
Al rifugio Ponti (m. 2559) si può pernottare, per scendere poi dal rifugio a Filorera, in Val Masino, attraverso la valle di Preda Rossa e la valle di Sasso Bisolo (rifugio Scotti). In questo caso non si può non gustare uno scenario suggestivo e dominato dal monte Disgrazia (m. 3678; vedi le due foto sotto). E' però anche possibile proseguire dalla Ponti lungo il Sentiero
Italia verso la Valmalenco; a questo scopo abbiamo descritto
l'itinerario da effettuare per
l'attraversamento dalla Val Masino alla Valmalenco.
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