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Orsi e lupi in competizione con l'uomo
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A
cura di Angelica Perego
Nel
corso dei secoli, orsi e lupi sono stati oggetto di spietata
persecuzione da parte dell’uomo.
Questi grandi carnivori,
all’apice della catena alimentare, per sopravvivere hanno dovuto fare
i conti con il più pericoloso competitore che si trovi in natura :
l’uomo.
In Provincia di Lecco le grandi distese di boschi
misti e di latifoglie situati a media quota hanno rappresentato il
loro habitat ideale. Tuttavia l’intenso sfruttamento degli ambienti
montani precedentemente non occupati, e soprattutto la caccia
spietata, incentivata da taglie e armi da offesa più sofisticate, ne
hanno decretato l’estinzione insieme alla cultura dell’epoca di
considerarli dei competitori da sterminare.
Nel nostro
territorio alcuni toponimi testimoniano come un tempo la loro
presenza fosse molto diffusa.
Nel “Dizionario storico
illustrato di Lecco e della sua Provincia” sull’argomento si riporta
che “Nei lontani tempi c’erano sui monti specie ormai scomparse, che
spesso danneggiavano le coltivazioni o assalivano gli abitanti. Si
ritiene che certi nomi di località siano connessi con una particolare
frequentazione dei lupi, come per Foppaluera presso Brivio, nel 1395
riserva di caccia del duca o Perlupario in Val S.Martino.
Nel
Trecento si davano già premi per la cattura di lupi e di volpi, come
attesta lo Statuto di Mandello : 40 soldi terzoli o cinque
rispettivamente.
In Valsassina l’Arrigoni ricorda i rigidi
inverni del 1600 e 1601, nei quali i lupi ed orsi atterrivano gli
uomini girando per le contrade. Premi vennero istituiti anche nel
Settecento; fra il 1762 e il 1770 vennero uccisi lupi sul Grignone,
verso Premana.
Nel 1726 il comune di Dervio spese 90 lire di
taglia per orsi e lupi.
Nella seconda metà dell’Ottocento,
malgrado la protesta degli scienziati, la caccia proseguì e furono
numerosi gli esemplari catturati in Grigna e sul Legnone.
Un
inseguimento di giorni toccò ad un orso nel novembre 1880 dal Legnone
a Fraina, dove peraltro il cacciatore, Pasquale Gambetta, fu ferito a
morte.
Fra Piantedo e Premana continuarono avvistamenti e
catture negli anni Ottanta ed un orso fu preso a Primaluna e
imbalsamato a Lecco.
Intorno a Lavadè sul Legnone, l’ultimo
orso fu catturato circa il 1913.
Ai lupi è legato il santuario
della Madonna del Bosco, dove nel 1617 si dice che un lupo, dopo aver
ghermito un bimbo, fu ammansito dalla Vergine apparsa su un vicino
castagno alle invocazioni della madre”.
Negli ultimi anni, gli
avvistamenti dell’orso in Provincia sono sporadici e si tratta quasi
esclusivamente di maschi in dispersione, che hanno frequentato il
settore lombardo dell’Adamello, le Orobie e la Valtellina, per poi
fare ritorno in territorio trentino.
Invece per il lupo, in
Lombardia è presente un branco a cavallo tra la provincia di Como e
la Svizzera, a cui si aggiungono una coppia ed almeno un individuo
solitario.
Sul n.144 del giugno 1881 della rivista “La
Caccia”, veniva pubblicata in grande formato questa incisione con la
seguente didascalia : “Sul vicino Legnone s’aggira la compagna del
formidabile orso che fu ucciso lo scorso autunno. Conduce seco due
orsacchiotti. Si sta combinando per una caccia e ne terremo informati
i nostri lettori. L’intrepido Gambetta morì pochi giorni sono, in
causa delle ferite riportate nell’ultima lotta con il plantigrado”. |
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