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Sòstre e Sepultòn
Uomini,strumenti,mestieri nella costruzione
di barche a remi sul lago di Como
di Fabrizio Albarelli
Dedico
questa ricerca ai miei genitori che mi hanno seguito lungo tutto il
corso degli studi e ad Andrea Bettega, mastro d’ascia di Dervio, che
mi ha trasmesso parte della sua immensa passione per le barche del lago.
Un ringraziamento particolare va alla famiglia Bettega, e ai signori
Graziano Orrigoni e Luigi Cavenaghi, per il loro contributo nella ricerca
del materiale e per la trasmissione di informazioni preziose sulle tecniche
costruttive delle imbarcazioni. Ringrazio, inoltre, il signor Gian Alberto
Zanoletti e il Museo della Barca Lariana di Pianello del Lario per la
disponibilità concessami.
L’Ambiente
Il Lario ha una certa unità geografica, non variando molto da zona
a zona l’ambiente montagnoso che lo circonda. Il lago ha rive piuttosto
scoscese che, solo a nord, degradano in rive pianeggianti e parzialmente
paludose.I venti, al contrario, sono molto vari per direzione, intensità
e orario in cui essi spirano. Ciò è dovuto in parte alle numerose valli
che si affacciano trasversalmente sul lago, e dalle quali spirano brezze
montive che, spesso, dalle valli stesse traggono il nome. Queste valli
sono come delle feritoie che “tagliano” la corona di montagne che circonda
l’intero perimetro del Lario. È quindi naturale che è in concomitanza
con queste feritoie che ci si viene a trovare con brezze montive a carattere
locale. Venti regolari che soffiano sul lago (e interessano tutto il
territorio) sono il tivano e la breva. Il Tivano è una brezza di monte
che percorre il lago da nord a sud dalla sera fino al mattino inoltrato.
La brezza opposta, chiamata breva, percorre il lago da sud a nord dal
mattino fino al tramonto. Questi due venti regolari erano di fondamentale
importanza per la navigazione delle grandi imbarcazioni da trasporto
che ne usufruivano per la loro vela rettangolare utile solo nelle andature
portanti. Con queste brezze regolari i barcaioli potevano spingersi
a fondo valle la mattina con i loro carichi (a Lecco e a Como si tenevano
importanti mercati per lo scambio delle merci) per far poi ritorno nel
pomeriggio.Caratteristico del Lario è il regime delle acque regolato
anticamente dalle piogge primaverili ed autunnali e dallo scioglimento
delle nevi, ora integrato da un doppio sistema di chiuse, una a Lecco
e una a Como.
Tipici di questa zona prealpina sono i boschi di farnia e di rovere,
che in gran parte sono stati trasformati in castagneti. Nell’antichità
è stato importato l’ulivo, che si è adeguato grazie al clima particolarmente
mite del lago. Insieme con l’ulivo la vite e la canapa, mentre nel XVIII
sec. Fece la sua apparizione la robinia, che da allora invase i monti
lombardi. Ma l’essenza più caratteristica di questa zona è il castagno
con cui le barche tradizionali venivano costruite.Come vedremo, tutte
le caratteristiche ambientali descritte influenzeranno nei secoli le
imbarcazioni, sia da un punto di vista formale che da quello più strettamente
tecnico-costruttivo.
Ad esempio, i generosi slanci di prua delle grandi imbarcazioni da trasporto
non erano altro che un mezzo per poter scaricare agevolmente le merci
anche dove non esistevano dei veri e propri approdi. La vela quadra
sfruttava al meglio il regime di venti regolari sopra descritto. Per
la costruzione si utilizzavano legni locali, cioè facilmente reperibili
sulle montagne circostanti ecc…
Secolo XIX
Per accogliere le imbarcazioni, sin dall’inizio del XIX secolo, il
Lario vantava una dotazione invidiabile di porti ed ancoraggi. I lavori
di miglioramento del sistema portuale in età austriaca interessarono
inizialmente la sponda occidentale, i cui porti principali erano tutti
mantenuti a spese dello stato. La situazione della riva orientale era
meno felice poiché a carico governativo era il solo porto di Colico.L’intervento
più rilevante del XIX secolo fu la realizzazione del nuovo porto di
Como. L’antico porto fu interrato, ed al suo posto sorse una piazza
che diventò il luogo di deposito e vendita di mercanzie portate dalle
barche in occasione dei tre mercati settimanali.
Erano ritenuti porti principali: Sant’Agostino, Como, Dongo, Gravedona,
Colico e Domaso.Porti secondari Cernobbio, Moltrasio, Urio, Carate,
Laglio, Brienno, Argegno, Colonno, Lenno, Tremezzo, Cadenabbia, Maiolica,
Rezzonico e Musso sulla riva occidentale; Blevio, Torno, Pognana, Careno,
Nesso, Cavagnola, Lezzeno, Loppia e Bellagio sulla riva orientale del
ramo di Como; Varenna, Bellano, Dervio e Corenno sulla riva orientale
ed infine sul ramo di Lecco Lierna, Olcio, Onno, Malgrate e Lecco.
I porti mantenuti a spese dello stato con la manutenzione data in appalto
per periodi di diversa durata erano: Sant’Agostino, Como, Menaggio,
Dongo, Gravedona, Colico, Domaso. Gli altri a spese dei rispettivi comuni,
salvo quelli di Cavagnola, Maiolica e Cadenabbia, mantenuti dai proprietari
dei vicini alberghi.
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