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La Riserva Naturale del Bosco dei Bordighi si
sviluppa nei pressi della cittadina di Sondrio e presenta
un'estensione di circa 50 ettari. Su questo territorio, la cui
titleitudine varia da 286 a 360 metri s.l.m., crescono e sono
osservabili specie vegetali molto antiche o comunqe rare, che grazie
a questo particolare contesto hanno evitato l'estinzione. Al fine di
salvaguardare tale patrimonio naturale e di farlo conoscere a chi si
occupa di materie scientifiche o semplicemente si interessa
dell'ambiente in cui vive, nel 1994 viene istituita tale Riserva ora
gestita Comunità Montana Valtellina di Sondrio.
ASPETTI GEOMORFOLOGICI
La Riserva si estende lungo il fondovalle del fiume Adda, tra il suo
corso attuale e le prime ramificazioni laterali della catena orobica.
La parte pianeggiante è costituita da alluvioni recenti
prevalentemente sabbiose e conoidi di deiezione in corrispondenza
dello sbocco delle valli laterali (Piano, Poratti). Il tratto in
pendio, tra gli abitati di Bordighi e Poratti, è invece formato da
depositi morenici di età pleistocenica (primo periodo dell'età
quaternaria, nel quale sono comprese le glaciazioni e compare l'uomo)
e formazioni rocciose metamorfiche appartenenti agli "scisti di Edolo"
(micascisiti muscovitici a chimismo pelitico di origine molto
antica).
La morfologia è in prevalenza pianeggiante (piane di Piano e di
Poratti), ad eccezione degli argini e delle scarpate fluviali, con
dislivelli contenuti (ca. 3-4 m) che permettono il differenziarsi
della vegetazione in base al diverso grado di umidità. Nell fascia
che si sviluppa tra il nucleo di Bordighi e la piana di Poratti il
fiume scorre invece a ridosso del versante, formato da pendii
piuttosto ripidi (quasi sempre con inclinazione maggiore di 30°), con
locali affioramenti rocciosi; il dislivello massimo è di ca. 60 m.
LA VEGETAZIONE
Si tratta di un bosco ripariale, ovvero che si sviluppa lungo le rive
di un fiume, l'Adda per l'appunto. Le specie che qui crescono si
differenziano l'una dall'altra a seconda della vicinanza dalla riva e
quindi dell'acqua disponibile.
Le specie più diffuse sono il salice bianco, alcuni dei quali di
grosse dimensioni, il salice da vimini, il salice ripaiolo, l'ontano
bianco e nero, il pioppo nero, associati ad arbusti quali la
sanguinella, il viburno, la fusaggine, il sambuco. Nell'area si
trovano zone prative con forme di agricoltura di tipo tradizionale e
una parte di bosco submontano, caratterizzato da castagno. Non
mancano però alcune zone titleerate con un'alta presenza di specie
invasive quali la robinia e il crespino.
Per quanto riguarda la parte pianeggiante dell'area, la cui
situazione è la più frequente che si incontra, troviamo formazioni
forestali di latifoglie caducifoglie mesofile (farnia, carpino
bianco) e da boschi igrofoli (pioppi, salici e ontani). Più ridotte
invece sono le vegetazioni azonali come ad esempio incolti igrofili (cariceti,
canneti). Non mancano pioppeti e i coltivi irrigui, di mais
soprattutto, derivanti comunque da collocazioni artificiali. Lo
stesso vale per le tipologie a struttura lineare, come siepi e
filari.
Le zone in pendio, dove minore è la disponibilità idrica per
l'assenza di falda superficiale e le perdite per ruscellamento, si
prestano alla presenza del bosco di latifoglie caducifoglie,
tendenzialmente acidofile, a dominanza di Quercus petraea e Castanea
sativa.
Per quel che riguarda la flora troviamo licheni, briofite e piante
vascolari. |
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