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Da
Livigno si prende la strada per la Val Federìa e la si percorre in auto
per circa 10 minuti (3 km) fino a raggiungere la località Pont da la
Calchéira. Da qui si continua a piedi per circa 3 km e si arriva alla
località Plan da l'Isoléta, erroneamente segnata sulle carte come Piano
dei Morti. Poco oltre si trova l'inizio della mulattiera ben segnalata
che si stacca dalla strada di fondovalle e si inerpica a svolte sul
fianco sinistro della valle. La mulattiera inizia alla quota di circa
m. 2052: dopo circa 150 metri di dislivello si giunge ad un primo pianoro
detto delle Fontanelle, dopo altri 250 metri di dislivello si giunge
al Piano dei Morti vero e proprio, così chiamato forse perchè durante
i passaggi dei vari eserciti vi perirono numerosi soldati cadendo dallo
scoscendimento sovrastante. Ancora 100 metri di dislivello e si giunge
al Piano dei Becchi, da dove si scorge il rifugio ormai vicino.
La mulattiera che conduce al Rifugio ha una lunghezza di 2 km e 800
metri con un dislivello di 550 metri e si percorre comodamente in un'ora
/ un'ora e mezza.
UN PO' DI STORIA
Il Passo di Cassana è il valico più basso tra la valle dello Spol e
l'Engadina. Nei secoli passati costituiva la via di comunicazione più
agevole tra Livigno e S-chanf. Il Passo della Forcola, più basso di
quota, portava infatti in Val Poschiavo. Raggiungere la bassa Engadina
per il fondovalle era molto più lungo come percorso, ed anche più pericoloso
a causa del profondo burrone di Ova Spin. Per il valico di Cassana passarono
gli armati provenienti dal Tirolo, che andavano a incendiare i villaggi
di Zuoz e di S-chanf nel 1499, e pure da Cassana passarono i francesi
del Duca di Rohan ed i Grigioni dello Jenatsch che batterono gli Austro-imperiali
nelle battaglie del 1635, che videro anche Livigno come campo di combattimento.
Ancor oggi solo i valichi di Cassana e del Muretto, in Val Malenco,
possono essere legalmente utilizzati per attraversare la frontiera italo-svizzera
fuori dai valichi controllati. Attraversare la frontiera in altri punti
è tollerato, ma potrebbe essere perseguito come reato.
Il rifugio si trova nella conca glaciale che precede il valico ed è
stato ricavato dalla felice ristrutturazione di una casermetta difensiva
costruita dal Genio Militare prima della Grande Guerra del 1914. La
costruzione massiccia conserva l'aspetto severo dell'opera militare
fortificata e solo all'interno ha assunto l'aspetto accogliente del
piccolo albergo di alta montagna. I mobili di stile engadinese, dipinti
alla maniera tradizionale, ed il caminetto con l'affresco che ricorda
il sopracitato passaggio dei Grigioni in armi, ben si adattano agli
ampi e luminosi locali.
Pascoli degradanti in dolci pendii occupano tutta la vasta zona circostante
e presentano all'appassionato della flora alpina una ricca varietà di
specie, tra le quali anche alcune rarissime come il Dianthus Glacialis.
Oltre i pascoli si ergono le rocce dolomitiche della Punta Cassana e
le rocce scistose che formano il loro basamento e che si estendono per
decine di chilometri. (...) I pascoli sono popolati da numerose famiglie
di marmotte, anche proprio nelle immediate vicinanze del Rifugio. Al
mattino presto e alla sera si vedono spesso passare stambecchi e camosci,
mentre in pieno giorno si può scorgere l'aquila, alta nel cielo.
Dal rifugio è visibile un'ampia cerchia di monti: dal Corno di Campo
al Paradisino, dalla Cima Piazzi fino al Gran Zebrù e all' Ortler. Ben
visibili i campi di sci dello Stelvio.
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