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La
gita al Rifugio Cesare Mitta richiede meno di 2 ore di cammino, a
prescindere dall'itinerario che vogliamo seguire tra i tre che ora
illustreremo. E' comunque consigliato seguire sia il primo che il
secondo, uno a salire e l'altro a scendere.
Innanzitutto dobbiamo arrivare con l'automobile fino alla località Campo
Franscia (m.1598), salendo da Lanzada per circa una decina di km (in
totale 25 km da Sondrio). Ad un certo punto la nostra strada sbuca da una
galleria, raggiungendo i due alberghi e l'ampio parcheggio delpaese. Noi
dobbiamo svoltare subito alla sinistra del primo albergo e continuare su
strada asfaltatata in leggera salita, passando in successione i torrenti
Cormor e Scerscen. Qui comincia il primo itinerario.
Nei pressi di questo ponte lasciamo l'automobile e prendiamo un sentiero
ben segnalato, che parte alla destra del fiume. Si sale ripidamente,
aggirando il promontorio che divide i due corsi d’acqua, e si continua a
camminare all’ombra di un fresco bosco. Superato il crinale boscoso,
grazie a vari tornanti si giunge alle baite dell’Alpe Foppa (m.1880),
dove il sentiero comincia a salire più dolcemente, con comodi tornanti.
Incontriamo ad un certo punto un bivio e prendiamo a sinistra (a destra
si va verso le dighe di Campo Moro, in ore 0.45), fino ad arrivare al
Piano di Musella. Si prosegue
verso il centro della conca ricordo di antiche glaciazioni, sul cui
margine sinistro sorge il rifugio, circondato da larici e abeti. Vicino
alla nostra meta sorge anche il rifugio Musella. Il percorso richiede
circa un'ora e mezza di cammino, per superare 450 metri circa di
dislivello.
Il secondo itinerario passa per l'ex rifugio Scerscen, al quale
rimandiamo per la prima parte del tracciato (fino a qui impieghiamo poco
più di 30 minuti). L'Alpe Musella è segnalata qui a circa 40 minuti,
sarebbe meglio però parlare di un'ora. Occorre proseguire per il sentiero
che ci ha portato sin qui e che ora devia verso ovest ed incontra ben
presto la deviazione per i rifugi Motta e Palù. Ovviamente noi non
seguiamo queste indicazioni, ma andiamo in direzione nord e ci immettiamo
in un bosco di abeti che ci porta, pianeggiante, fino al limite sud
dell'Alpe Campascio (m.1844). Prestiamo attenzione appena notiamo sulla
sinistra il torrente Scerscen che scende a valle, in quanto dobbiamo
attraversarlo su di un lungo ponte che si nasconde sulla nostra destra.
Si tiene sempre la destra dell'alpeggio, si passa un secondo ponticello e
si arriva al limite nord della piana fino ad una baita dove, sulla
destra, prosegue il nostro itinerario per vincere gli ultimi 200 metri
che ci dividono dall'Alpe Musella, grazie ad un ripido sentiero
completamente nel bosco. Il tutto in poco meno di 2 ore.
Il terzo itinerario, "titleernativo", è un percorso più breve che parte da
Campomoro. Parcheggiata l’auto nei pressi del lago o nel piazzale
sottostante il rifugio Zoia, ci incamminiamo verso la diga, la
attraversiamo e, sull’altro lato, scendiamo fino ai piedi della stessa
con una sterrata. Qui giunti, ignorato sulla destra il ripido sentiero
per il rifugio Carate, proseguiamo in discesa per alcune centinaia di
metri, fino al termine della strada.
Siamo ora a quota 1900 circa, il punto più basso del nostro itinerario.
Iniziamo quindi a salire verso destra e ben presto incontriamo la
mulattiera che sale da Franscia descritta nel primo itinerario (cartello
indicatore: Musella 0.45). Il nostro percorso sale titleernando tratti
quasi in piano ad un paio di decisi strappetti. Lungo il cammino al
fresco della pineta possiamo ammirare la splendida fioritura estiva di
rododendri, genzianelle e ranuncoli. Il dislivello da superare è di soli
120 metri; pertanto si tratta di una passeggiata alla portata anche dei
più pigri. Naturalmente, arrivati all’Alpe Musella, nulla ci vieta di
proseguire verso mete più impegnative.
Il rifugio si trova lungo la quinta tappa dell'alta Via della Valmalenco.
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