|
|
Per
questa struttura, che si trova in val Bregaglia (Svizzera), vengono
proposti 2 itinerari: uno con partenza dalla Svizzera ed un secondo, più
spettacolare, dalla Valmalenco, in Italia. Il primo è quello che dal
Passo del Maloja si addentra nella valle del Forno, nella quale un
imponente ghiacciaio, lungo molti chilometri, contribuisce ad alimentare
il fiume "chiavennasco" Mera (o Maira, come si chiama in Val Bregaglia).
Da Chiavenna, dopo aver valicato il confine di stato presso Castasegna,
si arriva in circa un'ora scarsa al Malojapass (m.1900). Appena prima del
Passo, giunti all'ultimo tornante, si lascia sulla sinistra la strada
statale, che prosegue poi per S. Moritz, e si entra in una strada
proibita al traffico veicolare lungo la Valle del Forno, tenendone la
sinistra orografica.
Parcheggiato l’automezzo, si prosegue a piedi per questa carrozzabile,
incontrando il Lago da Cavloc (m.1907) e l'omonima Alpe presso, la quale
termina la strada sterrata, ma non il tracciato pianeggiante, che
continua, infatti, per sentiero fino alle baite di Plan Canin (m.1982),
dove, a distanza di pochi metri, ci si congiunge con il secondo
itinerario prima accennato, con partenza dalla Valmalenco.
Facciamo quindi una piccola pausa ed andiamo a vedere come si giunge fino
a qui da Chiareggio, per poi continuare lungo l'ultimo tratto del
tragitto verso il Rifugio del Forno, nel panoramico tratto su ghacciaio.
Abbiamo detto che la partenza è fissata a Chiareggio (m.1612), paesino
all'estremità settentrionale della Valmalenco, a 14 km dall'abitato di
Chiesa in Valmalenco ed a 28 km da Sondrio. Da qui si percorre l'antica
carrozzabile (verso ovest, poi a nord), che portava carri, milizie o
contrabbandieri fino al passo del Muretto (m.2562), confine tra le due
nazioni. Il passo è raggiungibile con una seconda via che evita la strada
sterrata del primo tratto: sempre da Chiareggio, si raggiunge (verso est)
la località La Corte (m.1638), lungo un ripido bosco, per arrivare al
sentiero dell'alta Via della Valmalenco, poi l'Alpe dell'Oro e ritornare,
a mezza costa, alla carrozzabile stessa. Il passo del Muretto è
raggiungibile dopo circa 2 ore di cammino; da qui si scende lungo un
ripido canalino e poi per placche lungo la Val Muretto. Dopo un'ora di
discesa, eccoci di nuovo a pochi passi da Plan Canin, per continuare con
l'itinerario dal Passo del Maloja.
Il rifugio è a circa 2 ore di cammino. Si risale il muraglione di una
diga artificiale, si passa sulla sinistra orografica della Val Forno e si
prosegue, fiancheggiando dall'alto un impetuoso torrente, lungo la
morena, con leggera salita, fino all'imponente fronte della Vedretta del
Forno. Da questo punto in poi (siamo a circa m. 2200), si percorre un
tratto pressoché pianeggiante e molto spettacolare sulla
morena (accessibile a tutti; attenzione, però, a non infilarsi in qualche
"gola"). Dopo aver tagliato il ghiacciaio lungo il versante opposto e
camminato per circa 1-2 km, si arriva ai piedi del Monte del Forno, ove è
ben visibile, in alto il rifugio. Lasciando la vedretta sulla destra, si
risale, per detriti, un tratto ripido, ben attrezzato, nei punti più
difficoltosi, con alcune corde e funi metalliche, e, dopo tanta fatica,
si raggiunge la meta e si può godere lo splendido panorama!
La via del ritorno, per chi deve rientrare in Italia e quindi a
Chiareggio, può risultare estenuante, se non si ha un buon allenamento:
bisogna, infatti, ancora salire ai 2775 metri della Sella del Forno (30
minuti), dove uno splendido panorama raggiunge le lontane Orobie. Da qui
si scende in Val Bona (di nuovo in Italia), si raggiunge l'Alpe di
Vazzeda (m.2033) e, costeggiando, il fiume Mallero, si torna, dopo circa
un'ora e 30 minuti, alla sospirata Chiareggio.
|