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Il bivacco è situato nel tratto di cresta fra la Punta Cadini (m.3524) ed il S.Matteo (m.3678) chiamato Colle degli Orsi. Lo si incontra percorrendo la ben famosa "Traversata delle 13 cime" e talvolta proveniendo invece dal rifugio Branca (m.2493) in val Cedec, a cui rimandiamo per il percorso sin lì. Da quest'ultimo ci abbassiamo leggermente verso la morena del Ghiacciaio dei Forni e la percorriamo seguendo inizialmente l'itinerario del Sentiero Glaciologico. Prima della fine della morena prendiamo sulla destra la traccia che punta verso il ghiacciaio in direzione Sud. Ora ne attraversiamo l'ampia distesa glaciale per poi risalire l'erto pendio verso la cresta. L'ascesa, seppur faticosa, è ampiamente ripagata dalla vista che spazia da Est verso Ovest su buona parte delle famose Tredici Cime: M.Vioz, Cima di Peio, Rocca di S.Caterina, Punta Cadini, Punta S.Matteo e più lontano il Pizzo Tresero. Giunti al Colle degli Orsi percorriamo la dorsale verso destra ed in breve siamo al bivacco. La struttura in legno è stata ricavata nel 1952 dai ruderi militari della Grande Guerra. Non a caso prende il suo nome da quello del capitano Francesco Meneghello, Medaglia d'Oro, volontario durante la spedizione in Russia. Il Bivacco ben pulito, nel periodo estivo è molto frequentato rendendo non improbabile il rischio di trovarlo affollato. Tempo di percorrenza 3 - 4 ore; dislivello di 850 metri.
Dal Bivacco Meneghello, oltrepassato il sottostante Col degli Orsi, si risale il ghiacciato spallone esposto ad ovest che conduce sulla Punta Cadini (m.3524). Scesi in breve all'omonimo colle, si attaccano le rocce della cresta sud della Rocca di Santa Caterina. Mantenendosi sul filo di cresta si supera un aereo ed affilato tratto pianeggiante dopodiché si perviene ad un intaglio sottostante ad una verticale paretina, di pochi metri (II/IV), che si supera innalzandosi sulla destra (più facile) o direttamente, sfruttando un intaglio. Raggiunta la Rocca si è, in breve, alla Cima di Peio (m.3549) dalla quale, sempre per cresta, con facili saliscendi e superate elevazioni minori, si raggiunge la Punta Taviéla (m.3612). La discesa da essa presenta i passaggi più delicati dell'intera traversata delle Tredici Cime. Con abbondante neve, ci si porta all'estremità orientale della vetta e si discende un canalino all'inizio piuttosto ripido, obliquante verso sinistra e dominante il Col del Vioz. A tarda stagione, affiorando le rocce rotte e pericolose da cui è formato, conviene spostarsi all'estremità Nord-Ovest della vetta e scendere su grossi massi incastrati, con passaggi mai difficili, riportandosi subito in direzione del colle (m.3330). Da qui, con monotona ed intuitiva risalita, evitando l'ultimo tratto di cresta per il nevaio di destra, si tocca la vetta del Monte Vioz (m.3645), a pochi minuti dalla quale, sulla cresta sud, è sito il Rifugio Mantova/Vioz (ore 6-7, AD).
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