|
|
Da
Bormio (m.1222) si seguono le indicazioni che ci portano verso la
Valfurva, lungo la Strada Statale 300 del Gavia. Oltrepassata la frazione
Uzza, giungiamo a S.Nicolò, ove svoltiamo alla nostra sinistra,
portandoci nell'abitato di Valfurva. Risaliamo ora, passando in sequenza
alcuni tornanti, sino ad incontrare la località Niblogo (circa 1550
metri), dove entriamo in Val Zebrù. In breve si arriva in località Ponte
delle Tre Croci (m.1619), dove troviamo un vasto parcheggio ed un’area
attrezzata a pic-nic. Parcheggiamo l'automobile, in quanto il divieto di
traffico non ci permette di andare oltre: non dimentichiamo del resto che
siamo nel Parco Nazionale dello Stelvio e, quindi, che la ricca fauna
protetta non gradisce i disturbi provocati dai mezzi a motore. Muniamoci
piuttosto di un buon binocolo e di macchina fotografica!
Lasciamo sulla destra la deviazione per Pradaccio e, superato su un ponte
il torrente Zebrù, iniziamo a salire rapidamente nel bosco. Poco dopo
troviamo un’altra deviazione per la medesima località e proseguiamo a
mezza costa fino a quota 1750, dove passiamo un’altra volta il torrente,
cambiando di nuovo versante della selvaggia valle. Con un paio di
tornanti saliamo ora ripidamente per l'evidente tracciato del sentiero n.29,
sino ad incontrare alcuni nuclei abitativi in rapida successione: Zebrù
di Fuori (m.1828, ove troviamo il rifugio chiuso del Parco Nazionale),
Zebrù di Dentro (m.1869) e Chitomas (m.1881, ai piedi della Pala d’Oro,
parete dolomitica che si erge per ben 1200 metri sopra le nostre teste).
La strada ora è meno faticosa e, passando tra pini mughi, arriviamo a
quota 1900, ove passiamo per la terza volta il torrente in vista delle
Baite di Pecè (m.1925). Ancora due ponti e arriviamo a Pramighen e poi,
in piano, giungiamo alla ridente conca erbosa del Càmp da Mèz, dove sorge
il rifugio, costruito nello stile delle baite del luogo.
Tempo di percorrenza: ore 2.00 - Dislivello: 450 metri.
|