Tirano è
un'importante cittadina della provincia di Sondrio. Nella storia ha
assunto un ruolo molto importante come crocevia di incontro tra genti
diverse per tradizioni, cultura e religione. Sorge infatti allo
sbocco della valle svizzera di Poschiavo, a meno di un chilometro dal
confine svizzero di Piattamala, a 450 metri s.l.m., e dista circa 160
km da Milano e 70 km da St.Moritz, raggiungibile attraverso il Passo
del Bernina.
Tirano è inoltre uno dei principali centri religiosi della valle. Qui
sono giunti ed ogni anno giungono sempre più numerosi i pellegrini,
che hanno nel Santuario della Madonna un punto di riferimento
importante per la loro fede.
CENNI STORICI
Si ipotizza che Tirano abbia origini romane e che il primo nucleo
abitativo sia sorto ai piedi del ripido pendio che scende da
Roncaiola per poi estendersi fino alle sponde dell'Adda. Dall'esame
di alcuni toponimi tiranesi viene confermata la presenza in questa
zona degli Etruschi e dei Galli e successivamente dei Longobardi.
Durante il periodo Carolingio prendono forma le prime organizzazioni
ecclesiastiche e sorgono numerose chiese e monasteri. Il vescovo di
Como fa costruire, intorno all'anno mille, il castello del Dosso, e
proprio la costruzione di questo castello dà il via ad un processo di
espansione dell'abitato e permette il raggiungimento dell'autonomia
religiosa. Questo è il periodo delle contese tra guelfi e ghibellini
e anche i signorotti vtitleellinesi, seguendo i loro potenti protettori
che abitavano a Como e a Milano, si schierano in favore di uno o
dell'altro partito. Tirano conosce il dominio della potente famiglia
dei Capitanei di Stazzona. Nella prima metà del XIV secolo, Milano e
Como vengono conquistate dai Visconti e anche la Valtellina cade
sotto lo stesso governo e giura la fedeltà alla Repubblica
Ambrosiana. Nel 1487 i Grigioni occupano Bormio e scendono lungo la
Valtellina depredando e saccheggiando. Il duca Lodovico il Moro fa
costruire per questo motivo le mura attorno alla città di Tirano,
all'interno delle quali si svilupperà in seguito il tessuto
abitativo. All'inizio del XVI sec. la Valtellina è sottomessa dai
Francesi, ma già nel 1512 passa sotto la dominazione grigione. Nel
1580 il cardinale di Milano, Carlo Borromeo, visita la cittadina
trascorrendo la notte in preghiera nel Santuario della Madonna.
Qualche anno dopo, il vescovo di Como, Feliciano Niguarda, fa visita
alla Valtellina e scrive alcuni appunti sulla situazione della zona,
conosciuti come "La Valtellina negli atti della visita pastorale di
Feliciano Niguarda", vera e propria miniera di informazioni di ogni
tipo.
Nel 1606 appaiono i "Capitoli novi della magnifica università di
Tirano", ovvero l'insieme delle leggi per la regolamentazione della
vita dei cittadini di Tirano.
I rapporti tra i Vtitleellinesi ed i Grigioni sono sempre piuttosto
aspri, e la causa maggiore di questo attrito è sicuramente la
religione. Da una parte vi sono i Vtitleellinesi guidati da un clero
cattolico preoccupato solo della difesa dei propri privilegi,
dall'altra una classe dominante di religione protestante e di non
grandi vedute. Nel 1619 viene convocato a Tirano il Sinodo
protestante mentre ai sacerdoti vtitleellinesi era proibito partecipare
a quello cattolico di Como. Questo patto viene visto come una
provocazione, alla quale i cattolici rispondono con il Sacro Macello
che inizia a Tirano il 19 luglio 1620. La rivolta si sviluppò molto
velocemente in tutta la Valtellina e la Valchiavenna e i Grigioni che
riescono a sfuggire alla morte sono costretti ad abbandonare tutto ed
a scappare al di là delle Alpi. Già nel 1639, con il Capitolato di
Milano , la Valtellina ritorna sotto i Grigioni. In questo periodo il
centro storico di Tirano vide una fase di intenso sviluppo, che si
accompagna ad una diffusa presenza di religiosi. Afflitta da guai di
ogni tipo, la Valtellina deve anche confrontarsi con la triste
faccenda della stregoneria e dell'Inquisizione, che in quesi anni
conosce il suo culmine più aspro ma che si protrarrà ancora a lungo.
Sul finire del Settecento anche a Tirano cominciano a farsi sentire
le prime influenze della Rivoluzione Francese. Le insurrezioni sono
dirette contro il dominio grigione in favore della libertà e
dell'uguaglianza di ogni cittadino. Il 10 ottobre 1797, con l'editto
di Passariano, Napoleone decreta l'unione della Valtellina alla
Repubblica Cisalpina. I francesi creano un apparato amministrativo
solido e intendono contribuire seriamente a migliorare le strutture e
le istituzioni della zona. Essi creano l'unità amministrativa
chiamata Dipartimento dell'Adda e dell'Oglio, alla quale appartiene
anche Tirano, e fanno costruire la strada che congiunge Colico a
Sondrio. Ma i nuovi padroni perdono di credibilità e sostegno quando,
nel 1798, argenti, ori, oggetti sacri, paramenti preziosi e persino
l'altare, tutti appartenenti al Santuario della Madonna e tutti dono
dei pellegrini, abbandonano per sempre la loro sacra dimora e
prendono la via di Milano, per destinazioni ancora oggi ignote.
La notte dell'8 dicembre 1807 è una notte funesta per Tirano e per i
paesi vicini: in seguito ad un lungo periodo di pioggia, un'enorme
frana scende a valle del Monte Masuccio andando a sbarrare il corso
del fiume Adda. La frana staccatasi 600 metri più in alto crea una
barriera alta 43 metri, minacciando terribilmente l'abitato di Lovero.
Nel maggio dell'anno successivo, in seguito all'aumento della portata
d'acqua dovuta allo sciogliersi della neve, la parte alta dello
sbarramento cede e le acque limacciose si riversano giù verso Tirano
spazzando via vigneti, terreni coltivati, case
e distruggendo il ponte della cittadina.
Con i risultati del Congresso di Vienna del 1814-15, la Valtellina e
Tirano vengono annessi alla Lombardia e diventano parte del Regno
Lombardo-Veneto. Gli austriaci si impegnano nel potenziamento della
viabilità della valle e in opere legate al fiume Adda. L'Adda, che
esce da Tirano e scorre verso Villa, viene costretta entro un
percorso rettilineo che, dando più pendenza al fiume, ne ostacola le
esondazioni durante i periodi di piena. A testimoniare il vecchio
corso dell'Adda rimane, nei pressi della stazione di Villa di Tirano,
un vecchio ponte medievale. In questo periodo, con l'arrivo della
Strada Regia austriaca, comincia per Tirano una lenta ma costante
espansione lungo l'asse che la collega al Santuario.
Il 6 giugno 1859 i Consiglieri Comunali di Tirano votano un documento
con il quale si dichiara l'annessione al nuovo stato nazionale.
Alcuni giorni dopo Giuseppe Garibaldi entra nella cittadina accolto
trionfalmente dalla popolazione. Con la proclamazione del Regno
d'Italia, nel marzo del 1861, inizia per Tirano un periodo di più
intenso sviluppo.
Nella seconda metà dell'Ottocento inizia il fenomeno
dell'emigrazione, in parte verso mete lontane come l'America e
l'Australia, in parte verso la vicina Svizzera. Il Novecento si apre
con un fatto molto importante: la costruzione della ferrovia. Nel
1902 viene edificato il tratto Sondrio-Tirano, nel 1909 il tratto
St.Moritz-Tirano. Conseguenze dell'avvento della ferrovia sono
l'uscita di Tirano dallo stato di isolamento e la nascita di un nuovo
polo di sviluppo urbanistico della città.
Anche Tirano partecipa alla Prima Guerra Mondiale, conosce il periodo
fascista e la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale.
Successivamente va incontro ad uno sviluppo vivace e un po' caotico,
e la grande molla economica della cittadina è il contabbando,
attività che coinvolge almeno un terzo della popolazione e mai
sentita come illecita.
PASSEGGIANDO PER TIRANO
Punto di partenza del nostro itinerario è Piazza Marinoni, dove è
possibile lasciare l'auto per incamminarci verso il ponte sull'Adda
seguendo la strada statale. Lo attraversiamo, imbocchiamo la corta
via Parravicini e giungiamo alla piazzetta Parravicini. Sul lato
ovest sorge il lungo Palazzo Parravicini, di fronte al quale
ammiriamo un'antica fontana e la piccola chiesa Parravicini-Merizzi,
eretta nel 1664. Prendiamo poi la via Pergola che ci conduce alla
Porta Milanese, ricavata nelle larghe mura cittadine e via d'accesso
verso est, ovvero verso la direzione di Milano. Ritorniamo verso il
centro storico lungo la via di Porta Milanese. Percorriamo il vicolo
Leonardo da Vinci e ammiriamo un bel portale in pietra verde, oltre
il quale troviamo l'ingresso principale alla casa, caratterizzato da
un portale di miglior fattura e dallo stemma di famiglia. Alla fine
della via sorge un antico palazzo impreziosito da due pregiati
portali e alcune belle inferriate. Giungiamo alla statale 38 e ci
troviamo di fronte alla grande torre della famiglia Torelli. Venne
costruita nella prima metà dell'Ottocento, è di gusto
mediovaleggiante ed è ornata in alto da quattro doccioni a forma di
drago. Proprio di fronte alla torre prendiamo per lo stretto vicolo
Ambrosini e sbuchiamo in via Bellotti, dove sulla destra ammiriamo il
campanile della chiesa di Sant'Agostino. Ci troviamo poi in piazza
Cavour, chiusa verso ovest dal lungo Palazzo Marinoni, sede del
Comune di Tirano ed ex convento degli Agostiniani. Quasi al centro
della piazza vi è una fontana costruita per ricordare il passaggio di
Ferdinando I d'Austria e abbellita da una statua realizzata da
Giuseppe Kroff. Sul lato nord della piazza sorge il vecchi Palazzo
Pretorio, su cui, nel 1890, venne dipinta una meridiana. Ci
incamminiamo sotto i portici di Palazzo Marinoni fino ad incontrare
la Chiesa di Sant'Agostino, molto semplice e ad una sola navata.
Attraverso la via Sant'Agostino giungiamo in via Torelli e
sull'angolo osserviamo il grande Palazzo Torelli, dove, nel 1887,
morì il conte Luigi Torelli, illustre uomo politico valtellinese.
Proseguendo lungo la via Torelli sbuchiamo nella piazza su cui sorge
la Chiesa di San Martino, chiesa madre della Parrocchia di Tirano.
Non sappiamo con precisione quando venne costruita ma siamo certi che
esistesse già nel '200 poichè in questo periodo, sotto i sui portici,
si tenevano le adunanze della comunità di Tirano. La chiesa, nel suo
impianto attuale, risale però alla metà del '600, mentre la facciata
e il pronao vengono costruiti nella secoda metà dell'800. Nel 1914
viene aggiunta l'abside rotonda con la cupola. L'interno presenta tre
navate, divise da otto colonne lisce in muratura e collegate da archi
a tutto sesto, e dieci cappelle.
Camminiamo a fianco della chiesa lungo la via XX settembre dove si
trovano il Palazzo Quadrio-Curzio e, poco più avanti il Palazzo
Merizzi e il Palazzo Lambertenghi. La strada assume poi il nome di
via Visconti Venosta, sulla quale si affacciano il Palazzo Venosta
(sulla sinistra), il Palazzo Buttafava e il Palazzo Andres (sulla
destra). Alla fine della via si incontra la Porta Bormina.
Ripercorriamo la via Venosta e, seguendo lo stretto vicolo Capo di
Terra, incontriamo il Palazzo Sertori Salis, uno dei più bei palazzi
di Tirano e sede dell'azienda vinicola "Conti Sertori Salis".
Proseguiamo imboccando sulla sinistra la stretta via San Carlo, al
termine della quale ci troviamo di fronte all'antico palazzo della
pretura di Tirano e accanto alla porta Poschiavina, abbellita da
numerosi affreschi. Superata l'Adda, imbocchiamo sulla destra la via
San Giacomo e giungiamo alla piazzetta Pievani sulla quale sorge il
palazzo Pievani risalente al XVI secolo. Accanto al palazzo c'era la
piccola chiesa di San Giacomo che dal 1974 è diventata sede della
biblioteca comunale di Tirano. Ripercorrendo la via San Giacomo e poi
seguendo la via Quadrio, ritorniamo in piazza Marinoni, punto di
partenza del nostro itinerario.
Oltre al già citato Santuario della Madonna, vi
invitiamo a visitare il Museo Etnografico Tiranese, in cui sono
raccolti molti oggetti di grande interesse e lo Xenodochio di Santa
Perpetua. Per chi ama il contatto con la natura, uno spettacolo
incentevole lo offre il giro sul trenino rosso del Bernina.
La manifestazione principale è la sagra dei Chiscioi, che si tiene a
Tirano e a Sernio.
COME SI RAGGIUNGE
DA MILANO:
Vi si può giungere anche dalle provincie di COMO, BRESCIA, BOLZANO,
BERGAMO, TRENTO e dalla SVIZZERA.
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