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Barche per usi diversiContrabbandoIl confine italo-svizzero non divide solo due stati,
ma anche due tipi di mentalità politica e due modi di governare profondamente
diversi. In Italia, i prodotti esenti da dazi sono rari; e poi ci sono
forti imposte indirette e monopoli di stato. Con queste premesse, è
comprensibile che ai due lati della frontiera ci siano sempre stati
forti interessi per il passaggio clandestino di beni di vario genere,
in particolare del tabacco.
La
voga avveniva da seduti tranne che per l’uomo di poppa che, vogando
in piedi, aveva la doppia funzione di sentinella e timoniere. Per bilanciare
il peso a bordo (le barche avevano un fianco molto basso e navigavano
a pelo d’acqua), il carico era distribuito uniformemente tra i vogatori
e non eccedeva mai in volume o in peso per non compromettere le prestazioni
della barca. Probabilmente la migliore dote di queste barche era la
velocità. Si diceva, infatti, che potessero “tenere dietro” ai grandi
battelli a ruote. altro grande pregio era la silenziosità. Unico rumore
era lo sciabordio dello scafo; l’utilizzo di sedili fissi e gli scalmi
sempre perfettamente unti, uniti all’abilità dei vogatori, permettevano
di remare in assoluto silenzio.Il livello tecnico di questi scafi divenne
col tempo così elevato, da poter affermare che siano i progenitori degli
scafi da competizione a sedile fisso, strutturalmente uguali, e uguali
anche per forma e attrezzatura. SpingardaEra una imbarcazione che si utilizzava esclusivamente per la caccia. Scafo basso e filante, fondo arrotondato, veniva verniciata di colore grigio-azzurro per meglio mimetizzarsi tra i riflessi delle acque del lago. Montava, a prua, un lungo cannoncino d’acciaio denominato “spingarda” (dal quale la barca prende il nome) che superava i tre metri di lunghezza, fissato ad una robusta trave che costituiva la struttura del fondo. Era un’arma micidiale per la caccia alle anatre selvatiche (ancora oggi presenti in un’area limitata all’estremo nord del lago chiamata “pian di Spagna”). Questo tipo di caccia avveniva solo nei mesi invernali; il cannoncino, d' acciaio, veniva caricato a pallettoni o, in titleernativa, con chiodi o bulloni e poteva colpire fino ad una distanza di circa duecento metri. Inoltre, la rosa descritta dai pallettoni era molto ampia e poteva, quindi, colpire molti volatili, non sempre uccidendoli. In media ogni colpo abbatteva una decina di uccelli, ma molti restavano feriti e finivano col morire altrove. Un assordante fragore seguiva lo sparo e il rinculo generato faceva indietreggiare la barca fino a trenta metri. Questa micidiale arma è stata fortunatamente proibita negli anni settanta, mentre l’imbarcazione ha continuato ad essere utilizzato per la caccia con fucile fino ai primi anni novanta. Oggi la legge vieta la caccia dalle imbarcazioni.La maggior parte degli esemplari costruiti si aggirava sugli otto metri di lunghezza. La spingarda era dotata di fori posti sulle fiancate; in questi fori venivano alloggiati dei corti remi (spàtol) di circa un metro con i quali si remava piano ed a pala sempre immersa (tecnica utilizzata anche nelle battute di pesca a fiocina “fròsna” con altri tipi di imbarcazione), per avvicinarsi di soppiatto allo stormo. In tempi più recenti, veniva montata allo scafo una piccola elica laterale. Questa era azionata da un sistema a pedali spinto da uno dei due cacciatori, che stavano coricati con la schiena sul fondo della barca.
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