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Gesù Cristo

Iniziamo col ricordare che non pochi storici giunsero a mettere in dubbio persino l'esistenza stessa di Gesù.

In effetti siamo costretti ad ammettere che la storia non offre testimonianze inoppugnabili utilizzabili per provare tale assunto.
Il Nuovo Testamento non è storicamente affidabile, ma costituisce attualmente l'unica fonte di notizie che l'uomo possiede intorno a Gesù.
Gli storici ci informano che la storiografia contemporanea a Gesù lo ignorò quasi completamemte.
Tutta la letteratura non cristiana del I secolo non prese nemmeno in considerazione questo meraviglioso ma controverso personaggio e proprio alla luce di questa singolare osservazione alcuni sono arrivati a scrivere: «i paralitici camminavano, i ciechi vedevano e i morti resuscitavano, ma gli storici di Palestina, Grecia e Roma non ne ebbero notizia».
Questa affermazione potrà apparire senza dubbio irritante, e potrebbe anche ferire gli affetti che ognuno di noi nutre per Gesù, ma rappresenta nel contempo uno spunto che deve quantomeno esortarci a riflettere sulla gran quantità di incertezze che orbitano intorno alla mitica narrazione che tutti più o meno conosciamo.

Credo che proprio l'imponenza di queste astrattezze dovrebbe spingere ognuno di noi a ben ponderare sull'opportunità di proseguire il proprio traballante cammino spirituale e ad operare una scelta.
O credere ciecamente ed affidare la propria spiritualità a uomini che hanno la pretesa di ergersi a delegati del Cristo stesso e calcare con loro le secolari e suggestive impronte fideistiche, figlie di un probabile subconscio condizionamento culturale; oppure aprirsi ad una verità più umana e verosimile, maggiormente comprensibile e vicina alle percezioni della propria coscienza e inoltre quasi sempre avallata da indicazioni storiche a tutt'oggi incontrovertibili.
Per quanto mi riguarda non ho alcun dubbio, credo fermamente che Gesù sia realmente esistito e che sia stato il più grande ed illuminato fra gli uomini che la storia ci ha permesso di conoscere,
Al contrario invece, nutro consistenti dubbi sulla veracità delle informazioni e sulla autenticità del messaggio giunto sino ai nostri giorni, nonché sull'interpretazione delle scritture che gli organismi chiamati a questo delicatissimo compito hanno fornito durante i secoli alla maggioranza degli ignari credenti.

Il Cristo ci ha fatto dono di un meraviglioso messaggio e di un equilibratissimo insegnamento che però, a mio avviso, è stato troppo spesso falsificato nei suoi contenuti più profondi.
Purtroppo un amaro destino volle far nascere quel magistero in un contesto culturale ostile ed instabile che non ne permise la corretta trasmissione.
Ritengo doveroso peraltro ricordare che il messaggio cristiano fu tramandato sostanzialmente tramite discordanti tradizioni orali le quali produssero le molteplici ed inevitabili scuciture da sempre oggetto di studio di tutti gli esperti del settore.
Le diversità presenti in queste diverse tradizioni orali sfociarono ineluttabilmente nel mare di contraddizioni (mai prosciugato) in cui a tutt'oggi naviga ogni tipo di ricerca.

Una cosa però si rivela senz'altro certa: la rivelazione del Cristo è stata oggetto, nel corso dei secoli, di numerose manipolazioni spesso gravissime.

È stato del resto dimostrato più volte che già l'esegesi ecclesiastica del III e IV secolo occultò e stravolse citazioni bibliche evidentissime.
Anche il giovane Goethe non era evidentemente molto convinto se scriveva: «...non fu Gesù il fondatore della nostra religione, la quale fu invece costruita in suo nome da alcuni uomini d'ingegno, e la religione cristiana non è altro che una ragionevole istituzione politica» definendo dapprima una simulazione l'intera dottrina di Cristo e aggiungendo in una lettera del 1789: «...la favoletta sul Cristo è causa del fatto che il mondo potrà ancora esistere per 10.000 anni e nessuno ne verrà a capo, poiché è necessaria egual forza di conoscenza, di intelligenza, di finezza intellettuale tanto per difenderla che per confutarla».

 

 
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