Casato Lorla di Bellano
Famiglia
originaria di Arona, a Bellano dal 1550.
Aveva case a Bellagio, Varenna, Perledo e Bellano.
Nel 1690 Agostino Lorla si trasferì in Olanda, ad Amsterdam ove apre una
banca.
Nel 1750 Domenico Lorla assieme ai cugini Pensa apre a Milano una fabbrica di tessuti con più
di 500 operai e tutta una rete di filande in Brianza e sul lago di Como
fra cui a Bellano (quello che diventerà Gavazzi). Di detta fabbrica
parlano molto i viaggiatori dell'epoca come per esempio dedica varie
pagine nel suo celebre "Voyage en Italie" il conte di
Lalande (1790). A quell'epoca considerate le prime e più importanti d'Italia.
Nel 1799 muore (senza figli) Agostino Lorla ad Amsterdam e lascia eredi
di un'enorme fortuna i cugini di Bellano con però l'impegno di
costruire l'ospedale che per l'appunto venne costruito. Domenico Lorla
nel 1820 costruisce i Roccoli Lorla come casa di caccia all'orso e per
uccellare. I Lorla erano anche proprietari dei Roccoli di Artesso.
Nel 1840 Carlo Lorla muore in un nubifragio sul lago di Como, solo i
barcaioli si salvano. Il fratello da allora non mangia più pesce.
La famiglia Lorla si estingue con Agostino nel 1888.
Eredi furono i
nobili Torriani, i nobili Guglielmazzi e i baroni Nogara.
Discendenti di Maria Carlotta Vitali (sorella di Agostino) è
Giulia Vitali che sposò Giovanni Nogara dai quali nascono otto figli.
Bartolomeo, celebre archeologo e Direttore Generale dei Musei e
Monumenti del Vaticano dal 1925 al 1955 (data della sua morte)
Bernardino, ingegnere minerario, Delegato alla amministrazione
Speciale dei Beni della Santa sede dal 1929 al 1958
Mons. Giuseppe, Arcivescovo di Udine, dal 1926 al 1955
Mons. Roberto, Arcivescovo di Cosenza dal 1936 al 1939
Suor Giulia superiore SS.
Sacramento
Mons. Giovanni, Rettore del
Seminario di Molfetta
Don Luigi, missionario P.I.M.E. in Cina
Carlo, notaio in Milano
Suor Giulia, religiosa
dell'Ordine delle Adoratrici del SS.mo
Sacramento
Notizie storiche della Valsassina e terre limitrofe di
Giuseppe Arrigoni
Presso
il Legnoncino, che sta a 1660 m. di altezza, vedonsi i Roccoli Lorla a
m. 1360, acclamati per le prodigiose prese di uccelli, specialmente
viscardi, che il munifico signore ospita spesso nell'annesso casino,
ove tutto si trova.
"che a compir del Legnone l'ardua salita porge il vigor di una seconda
vita."
Di là alla cima del Legnone un alpinista di buone gambe ascende in tre
ore o poco più. Sul casino si trovano le seguenti iscrizioni:
BINA HAEC AEDESQUE - FIDELITER SEMPER OBTEMPERANS
IN ARDUO HOC LINEONIS - PRAECLARUM EXEMPLUM PATERNUM
DOMENUCOS LORLA - AUGUSTINUS FILIUS
SUIS ET AMICIS - A GRATISSIMA MEMORIA
EXTRUXIT - POSUIT
A.MDCCCCXVI - A.MDCCCLXXVI
Alla distanza di circa mezz'ora dal casino a ponente sulla cima del
Legnoncino, vi è una chiesetta dedicata a S.Sfirio o Sefiro, sotto la
parrocchia di Monte Introzzo, dove nel giorno di S.Agostino onomastico
dell'attuale proprietario del casino, si va ogni anno a cantare messa,
dopo la quale egli fa distribuire pane ed acquavite a ciascuno del
popolo che vi interviene, poi raccoglie gli amici al casino a geniale e
sontuoso convito. Chi fu questo S.Sfirio?
Da una cronaca del secolo XIII di Goffredo da Bussero esistente nella
Biblioteca del Duomo di Milano e dalla tradizione dei luoghi risulta
che fu inviato giovane dalla bassa Italia, lassù venuto circa il secolo
X per far vita penitente a uso dei padri del deserto e passato agli
eterni riposo in odore di santità per l'esemplare sua virtù quali
pastore e capraio, come si ha dalle seguenti parole della cronaca
suddetta: "Die quinta decima ante kalendas septembris (17 agosto) obiit
venerabili confessor Sephirius. Hic iacet in monte Pisa plebis Dervi...Iste
dilexit vitam Sanctorum Patrum, de quibus fuit Abbas Pastorum."
Il 17 agosto 1869 con assistenza del parroco Angelo Mornico si fece
ricerca del corpo del santo, scavando nella chiesa e sotto l'altare.
non vi si rinvennero che pochi e piccoli frammenti di ossa, e un pò di
lana, e una medaglia portante scritto la parola Imperator e sul cerchio
Henrici, dall'altra Mediola, e sul cerchio Jum che si vuol attribuire
al principio del secolo X, regnando Enrico secondo. Tali oggetti sono
chiusi in una cassetta deposta presso il parroco giurisdizionale, ma
senza autenticazione.
Un tale raccolte quelle tradizioni, compose per brindisi un racconto
storico in versi vernacoli che lasciò al signor Lorla pel suo casino
come mezzo a tener viva la memoria del santo su quei monti, teatro
delle sue virtù, e come un diversivo a passare un pò la mattana nei
casi di contrattempi di stagione non infrequenti su quelle titleure.
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