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Origini del CAI

CAI o Club alpino italiano Associazione di alpinisti fondata nel 1863 per iniziativa dell'allora ministro delle Finanze Quintino Sella, con l'obiettivo di promuovere l'alpinismo in ogni sua manifestazione e la conoscenza delle montagne, in particolare quelle italiane. Il CAI mantiene in funzione una serie di rifugi, cura la manutenzione di sentieri e attrezzature alpinistiche, seleziona guide e portatori, organizza spedizioni anche fuori d'Italia, provvede al soccorso degli alpinisti in difficoltà o infortunati, gestisce corsi di addestramento, si occupa della prevenzione in montagna, pubblica guide e volumi divulgativi.
La Biblioteca Nazionale del Cai è nata nel 1863, immediatamente dopo la fondazione del sodalizio per favorire la raccolta e lo scambio di informazioni sull'attività alpinistica, secondo le indicazioni di Quintino Sella che nella nota lettera a Bartolomeo Gastaldi invitò gli alpinisti a riunirsi in un'associazione. Il modello era l'Alpine Club di Londra fondato nel 1857, nella cui sede, scriveva Sella, "si hanno tutti i libri e le memorie desiderabili; ivi gli strumenti tra loro comparabili; ivi si rileggono le descrizioni di ogni salita..." .

Il Cai, la cui sede centrale amministrativa è a Milano, mantiene la sede sociale a Torino negli storici locali del Monte dei Cappuccini dove sorse nel 1874 la Vedetta alpina, dove ha sede il Museo nazionale della montagna "Duca degli Abruzzi" e dove entro la fine del 2002 si trasferirà anche la Biblioteca nazionale, alimentando un centro di cultura alpina di rilievo internazionale.
Poiché lo studio e la conoscenza delle montagne sono obiettivi primari del sodalizio, i soci fondatori decisero di stanziare un fondo per l'acquisto di libri e carte topografiche; inoltre una fitta rete di rapporti con le principali associazioni alpinistiche di tutto il mondo permise l'acquisizione di opere fondamentali per la storia dell'alpinismo, spesso con dediche autografe di illustri personaggi. Concorsero all'accrescimento del patrimonio bibliografico alcune donazioni, tra cui importanti resoconti di viaggi e di esplorazioni donati dal Circolo Geografico Torinese scioltosi pochi anni dopo la nascita del Cai. Attraverso lo scambio sono state acquisite le riviste delle principali associazioni alpinistiche del mondo, molte delle quali risalgono alla seconda metà del secolo scorso e sono disponibili nella collezione completa, formando un fondo periodici, di 980 testate molte delle quali irreperibili altrove.

Il fondo librario ha una consistenza di oltre 21.000 opere e comprende alcune edizioni del Cinquecento e del Seicento e numerose del Settecento, i classici dell'alpinismo, studi scientifici, etnografici, linguistici, iconografici. Tra le monografie sono reperibili le opere fondamentali sulle "terre titlee" dai vari punti di vista, dal De Alpibus Commentarius di Josias Simler, pubblicato a Zurigo nel 1574, alle più recenti guide di alpinismo, escursionismo, arrampicata sportiva e speleologia.

Tra le collezioni speciali si segnalano una raccolta di cartografia antica e un fondo manoscritti.
La Biblioteca nazionale del Cai gode di riconoscimento internazionale come biblioteca specializzata e costituisce un punto di riferimento e consulenza per le biblioteche del Club distribuite sul territorio nazionale. Studenti, ricercatori e semplici appassionati vi trovano gli strumenti per studiare il rapporto uomo montagna dall'antichità, quando le Alpi rappresentavano essenzialmente un problema di viabilità per le merci e gli eserciti, fino al momento in cui le si riscopre come terreno di gioco e avventura. Le collezioni del Club alpino raccontano un'evoluzione che matura attraverso l'estetica illuminista, la sensibilità romantica e la cultura scientifica che a metà Ottocento utilizza la montagna come uno straordinario laboratorio naturale.