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Gruppo Lucia - Dervio

Gruppo Lucia - Dervio:
Anno di fondazione 2015
Responsabile di riferimento: Marco De Angelis
Atlete e Atleti facenti parte al Gruppo: Monica Bettega, Gabriella Cargasacchi, Tiziana Beri, Paolo D'Agostini, Luigi Facchinetti, Giovanni Ferrari, Stefano Carella, Luca Lama.

Vedi video 1  e video 2


L'imbarcazione del Gruppo Lucia di Dervio


Il Gruppo nasce nel 2015 con la voglia di ridar vita alla barca Lucia, simbolo riconosciuto del Lario.
L’iniziativa accolta con entusiasmo, vede al suo interno anche rematrici determinate e capaci, che stanno contribuendo a dare slancio a idee e progetti anche agonistici. Vedi video 1  e video 2

VOGALONGA -2018

A Venezia alla Vogalonga 2018 hanno partecipato con il nostro Batèl i 'barcaioli':

Federica Camuncoli, Gabriella Cargascchi, Esterino Camuncoli e Paolo D'Agostini

 

Batèl o Batèll - Lucia

 

Il Batèl è sicuramente l’imbarcazione più conosciuta, eletta a simbolo della navigazione lariana. Spesso erroneamente chiamata Lucia per un artificioso riferimento manzoniano inventato ad uso dei turisti.

Si tratta di una delle più antiche barche del lago, di dimensioni inferiori a quelle del Navèt

La sua lunghezza, solitamente, non superava i sei metri, mentre la sua larghezza si aggirava intorno ai due. Le sponde erano alte non meno di 50 cm e inclinate. Lo scafo costruito in legno di castagno, così come i cerchi che servivano a sostenere un'eventuale copertura in caso di pioggia. In abete erano i remi ed in rovere gli scalmi che erano, come per il navèt, quattro, oppure sei.  Più slanciato del navèt, il batèl era utilizzato da non più di due pescatori. Simile al navèt sia nella vela che nella manovra dei remi; la vela, rettangolare, aveva dimensioni pari a quelle dello scafo.

Lo scafo disponeva di uno spazio minore per il carico di reti o di pescato, ma offriva in cambio una maggiore disponibilità nell’ospitare passeggeri. Nata come barca da lavoro, in special modo per la pesca, o adibita al trasporto di merci poco ingombranti, il batèl subì una notevole evoluzione durante il XIX secolo. In questo secolo, infatti, fu molto apprezzato per la navigazione da diporto.

Lo spazio per il carico fu ulteriormente ridotto, rispetto alla versione da lavoro, e la barca fu dotata di lunghe panche che seguivano i fianchi della barca ad uso dei passeggeri. Fu introdotto anche il timone, inesistente nel modello originario da lavoro e furono migliorate le finiture. Nei batèj da diporto i terminali delle travi sporgenti e dei frangiflutti di prua erano molto meglio curate per una maggiore esteticità.

L’attenzione al senso estetico si rivolse anche alle scelte cromatiche:

i colori maggiormente utilizzati erano il bianco ed il celeste che spiccavano su fondo nero e rosso.

Nell’Ottocento i batèj furono utilizzati anche per servizi ausiliari ai piroscafi a vapore. Questo succedeva soprattutto quando si aveva la necessità di sbarcare passeggeri o corrispondenza in località prive di pontili attrezzati per l’attracco.
Oggi non è raro vedere in qualche molo vecchi batèj, anche se la maggior parte ha subito pesanti rimaneggiamenti con l'uso indiscriminato di vetroresina e interni personalizzati perdendo quindi le caratteristiche tradizionali.

 

Barche del Lario - Sòstre e Sepultòn

 

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