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Brigata Alpina Tridentina lettera
dell'Alpino Franco a casa - 1979
Santo Stefano di Cadore 10/02/1979
Cari Genitori, ho ricevuto poc'anzi due vostre lettere.
Una
con l'indirizzo non del tutto corretto e una datata 30 gennaio. Mi rimproverate perchè io non vi scriva e anche perchè non abbia voglia di far niente.
Per quanto riguarda lo scrivere mi giustifico subito dicendo che non ho
carta su cui scrivere, il freddo della camerata ha reso inutilizzabili
le penne e che le innumerevoli lettere da me spedite sono state
fagocitate nei meandri delle Poste italiane. Per quanto
riguarda il secondo appunto che mi fate vi dico subito che quello che
scrivete è una grande stronzata. Sono sicuramente l'Alpino che si da
più da fare sia nei confronti dei superiori sia e sopratutto per i miei
compagni alpini. Mi sono sempre offerto di dare una mano a qualcuno
o fare anche quello che non è di mia competenza. I miei superiori sono
contenti di me, voci che ho sentito, dal momento che io questi
superiori neppure li conosco. Tanto per dirvi l'altro giorno il tenente
Mauro mi ha confidato che dalla Brigata è pervenuto un fono che
invitava il mio capitano a trasferirmi a Bolzano per due mesi al Gruppo
Elicotteri per il Servizio Assistenza Sanitaria per i Campi Alpini e
per eventuali altri soccorsi. Sarebbe stato bellissimo ma hanno
preferito tenermi qui con la scusa che da Bolzano avrei potuto andare
casa in licenza solo dopo la metà di aprile. L'avrei fatto volentieri pur di andare in
elicottero. Anche con Don Giorgio, il cappellano del nostro battaglione
sono molto occupato. Stiamo preparando la Pasqua. In caserma si
terranno una serie di otto dibattiti su vari problemi e io dovrei
tenere una conferenza sulla Chiesa nella Storia e un'altra sull'aborto.
Non vi ho ancora detto che su al Corvara ho tenuto una lezione
sull'alimentazione in montagna, sempre le solite cose che sanno più o
meno tutti ma che ha suscitato molto interesse. Il giorno dopo ho
schivato per un pelo una lezione sull'istruzione sessuale. Comunque il
fare niente è tutto relativo, respiro, mangio, dormo come tutti. I
morti quelli sì che non fanno niente. Ho imparato a sciare, tutte le
volte che ci sentiamo per telefono mi chiedete sempre se cado o non
cado. Mi sembra che un individuo debba conoscere i suoi limiti, io non
cado quasi mai perchè vado un pò meno del mio limite che non è immenso.
Vengo giù a spazzaneve da qualsiasi discesa zigzagando per non
aumentare la velocità, mi fermo quando voglio. La caduta è sempre un
errore, anche in auto cerco di non fare incidenti. Non dimostri niente
ad andare fortissimo e spiaccicarti perchè sei andato contro le leggi
della fisica. Dove vado meglio è in salita, con le pelli di foca, ho
fiato da vendere e le gambe funzionano a meraviglia, non sono superman
ma a confronto di tanti marcioni che ci sono in giro mi sento forte.
Santo Stefano è squallidissimo, ci sono parecchi bar tutti sempre molto
affollati da gente abbruttita dal vino. Penso che in Italia non ci sia
posto dove si beva di più. Anche in caserma, i Comelicani sono modesti
e ingenui, bevono come pesci e si riducono a vomitare dappertutto. I
cessi sono impraticabili, sfrutto l'infermeria anche per la doccia.
In paese le ragazze farebbero di tutto pur di andare via da qui. Alle
18.00 fuori dalla caserma c'è sempre una processione di vergini in
affannosa ricerca di qualche alpino non della valle. Sono contento
che abbiate scelto di fare un viaggio in una zona così calda, almeno
qualcuno della famiglia si scalda, dovrebbero essere un paradiso in
terra quelle isole che non so neppure dove siano. Ricordatevi di
portarmi qualche cosa, vestito, cerbottana, arco e frecce o qualche
diavoleria del genere. Quando rientrerò a San Candido a marzo avrò a
disposizione tutti gli impianti di risalita del Monte Elmo, mi
piacerebbe comprare gli sci da alpinismo, fondo - salita - discesa, con
gli attacchi specifici, dicono che i migliori attualmente siano quelli
della CAMP di Premana. Ho in mente di chiedere un permesso di due
giorni, una volta a San Candido, per un raid con gli sci con mete a
Sesto, Val Fiscalina, Lavaredo e dormire per poi rientrare da Landro,
Dobbiaco e San Candido. Il percorso è un classico, alcune agenzie
espongono questa proposta e percorso. Vi sarebbe anche un altro
percorso d'alta quota che sempre da San Candido raggiunge Bolzano in
quattro giorni. Vedremo. Ora Vi saluto e vi abbraccio. In camerata fa
freddo ma abbiamo sequestrato il cane della caserma un bellissimo san
Bernardo che abbiamo soprannominato Bernard... a noi sembra che scaldi
anche il camerone. Con affetto Franco
Alpino Bianchi
Francesco 262° Compagnia Caserma Druso - Infermeria San
Candido - Innichen 39038
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