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Vista fotografica del lago di Como, località
Pontile Navigazione Lariana di Dervio.
La stazione meteorologica è situata sul tetto del
Bar -'Pontile', grazie alla gentile collaborazione del Sig. Enrico Sandonini,
del WCV e del
Centro Meteorologico Lombardo.
Caratteristiche fisico geografiche
Geograficamente posto tra la pianura Padana e le Alpi, il bacino del
Lago di Como è delimitato da un grande incavo naturale, contornato da
lunghe catene montuose. Il bacino, di tipo alpino, è di origine glaciale
e la sua formazione, avvenuta durante l'era della postglaciazione, oltre
un milione e ottocentomila anni fa, è dovuta allo scioglimento di un
enorme ghiacciaio che si estendeva sino ai confini della Brianza.
Il paesaggio Denominato anche "Lario", dal nome
latino Larius con cui i gli antichi facevano riferimento allo specchio
d'acqua, il lago di Como offre un paesaggio unico nel suo genere per
morfologia, ambiente e cultura. La costa è contraddistinta da una
morfologia territoriale di tipo variegato: sul territorio si alternano
dolci pendii erbosi, rocce dentate e pareti a picco dal sapore
drammatico. Lungo i suoi 170 km di rive, il lago ospita ville con parchi
di incredibile bellezza, ricchi di fiori e piante esotiche: Villa del
Balbianello a Lenno, Villa Carlotta a Tremezzo, Villa Melzi a Bellagio e
Villa Mylius - Vigoni a Menaggio. Il centro lago, all'incrocio dei
tre "rami", è il punto dal clima più mite e dal panorama più ampio:
raggiungibile in barca, da qui si può ammirare una splendida vista su
tutto il promontorio di Bellagio, sulla Grigna settentrionale, che
domina la Valsassina, e, nelle giornate terse, sull'alto bacino
incorniciato dalla catena alpina. Il ramo di Como viene suddiviso
idealmente in tre distinte aree: la prima risulta compresa tra la città
di Como e il caratteristico paese di Moltrasio, la seconda assorbe il
territorio tra Laglio e Nesso, mentre la terza si estende dalla punta di
Balbianello alla famosa località di Bellagio. Proprio in quest'ultimo
bacino ideale si trova uno dei luoghi più caratteristici di tutto il
territorio lacuale: l'Isola Comacina, che, date le modeste dimensioni,
ricorda uno scoglio affiorante dall'acqua. Approdare all'Isola Comacina,
l'unica isola del lago di Como, è sempre un'emozione: il paesaggio è
infatti ricco di fascino tutti i giorni dell'anno. L'isola, grazie agli
splendidi resti romani che si aprono nel verde circostante in una
gradevole armonia di forme e spazi, alle case dei pescatori e alle
piccole chiesette di S. Giacomo e di S.ta Maria Maddalena, è
riconosciuta come un luogo ricco di storia, d'arte, di tradizioni e di
memorie con architetture e testimonianze che sfidano i secoli. Il
ramo di Lecco offre, invece, un panorama più aspro reso suggestivo dalla
presenza della Grigna meridionale (2184 m), vetta di origine dolomitica,
e dei Corni di Canzo (1373 m) che, a livello del lago, determina la
formazione di suggestive calette ed insenature. Oltre agli scorci
presenti "in quel ramo del Lago di Como, che volge a mezzogiorno", si
aprono anche pertugi naturali, come la sorgente di Fiumelatte, descritta
da Leonardo da Vinci nel suo Codice Atlantico, e l'impressionante Orrido
di Bellano, non lontano dalla rinascimentale Villa Monastero di Varenna.
Sulla sponda orientale del ramo di Colico è presente un piccolo golfo
incavato, quasi a sembrare uno specchio d'acqua a sé, chiamato Laghetto
di Piona; quest'ultimo fa da cornice all'omonima Abbazia Cistercense che
sorge in prossimità delle sue rive. Poiché posizionato in una grossa
conca e circondato prevalentemente da montagne, il lago di Como è
soggetto ad innumerevoli correnti d'aria che sottopongono lo splendido
specchio d'acqua a bruschi cambiamenti climatici. La navigazione a vela
sul lago è resa quindi difficoltosa, e da situazioni di relativa calma
ci si può trovare in acque agitate e burrascose caratterizzate da forti
venti, fino a rimanere per ore fermi in mezzo al lago. Questa
incostanza, però, fa del lago un'ottima palestra di vela e durante i
mesi estivi, e principalmente sul ramo di Lecco, fa si che si
organizzino molte regate veliche anche di carattere internazionale.
Cenni climatici e metereologici Il lago di Como
è il terzo lago italiano per dimensione. La sua influenza su clima e
meteo delle zone circostanti è quindi significativa. Lungo le coste del
Lario possiamo ritrovare tanti microclimi determinati dall'orografia
locale e analizzati con maggiore dettaglio all'inizio di ognuna delle
sezioni, con particolare attenzione ai venti locali. Qui ci limiteremo a
dare, piuttosto, un quadro generale delle caratteristiche climatiche e
meteorologiche del lago, immaginando di passare una tipica giornata
estiva al lago. Questo inusuale modo di trattare l'argomento, ci
permetterà di parlare contemporaneamente di aspetti climatici e
meteorologici, distinguendo la trattazione per l'alto lago, ed i due
rami, di Como e di Lecco. Seguirà un breve cenno all'influenza del lago
e dell'orografia circostante sui venti sinottici. Come tutti i laghi
alpini e prealpini, inoltre, il lago di Como è spesso teatro di
temporali, più o meno intensi. Daremo quindi una breve trattazione del
comportamento dei temporali sul lago.
Una giornata estiva di
bel tempo La mattina, quando il sole è ancora basso
sull'orizzonte molte località non ricevono ancora i raggi per via delle
alte montagne che circondano il bacino. L'aria è ancora pregna
dell'umidità notturna, determinando una foschia piuttosto persistente,
che spesso rende il cielo leggermente lattiginoso. Se siamo in alto
lago, le prime ore del mattino sono generalmente caratterizzate da una
condizione di totale assenza di vento: è facile specchiarsi sulla
superficie dell'acqua. La temperatura è spesso abbastanza alta e
l'umidità crea una leggera sensazione di afa. Qua e là qualche piccola
zona increspata sembra magicamente comparire e scomparire, stando ad
indicare la presenza di un leggero vento termico. Man mano che ci si
muove verso sud queste macchie diventano sempre più ampie, sino a
ricoprire uniformemente il pelo d'acqua. Si tratta del Tivano, un vento
proveniente dai quadranti settentrionali determinato dalla differenza di
temperatura tra l'acqua, relativamente calda, ed il terreno, ancora
freddo dopo la notte.
I venti Se ci spostiamo
in basso lago, il Tivano si fa sempre più intenso, tanto da raggiungere
il suo picco a Lecco con 12-15 nodi. Il vento qui è spesso accompagnato
da un'onda piuttosto alta. Non c'è tuttavia da allarmarsi
particolarmente se assieme al vento è presente una leggera foschia,
fatto che sta ad indicare la natura termica del fenomeno e quindi la
scomparsa del Tivano entro poche ore. All'avanzare del giorno i raggi
del sole si fanno sempre più caldi, asciugando l'atmosfera e facendo
scomparire la foschia mattutina. E' partita la poderosa macchina termica
che determinerà, da qui a qualche ora, un radicale cambio delle
condizioni. I dislivelli termici tra lago e costa, e tra Pianura Padana
e montagne, si vanno infatti progressivamente calmando ed a breve il
Tivano, laddove presente, si andrà attenuando, lasciando spazio ad una
situazione di calma, che però durerà poco. Infatti saranno lago ed aria
sulla pianura Padana ad essere più freddi, rispettivamente, delle coste
e delle montagne alpine, determinando un vento questa volta dai
quadranti meridionali (Breva, da Brivio, località lungo l'Adda da cui
questo vento spira). In alto lago è facile intuire l'arrivo della Breva,
ed anche la sua intensità con un certo preavviso, osservando l'intensità
della foschia verso Bellagio: tanto meno si riesce a scorgere il
promontorio bellagino, tanto più intenso sarà il vento. Osservando con
una certa attenzione, inoltre, è possibile scorgere l'avanzamento della
foschia verso nord (fronte di brezza). La Breva, per chi è a terra,
significa anche sollievo dal caldo diurno. Se infatti la temperatura
riesce a raggiungere occasionalmente anche i 30°C (valori comunque di
molto inferiori a zone non bagnate dal lago), il vento riesce a lenire
efficacemente la sensazione di caldo. Per chi naviga, l'ingresso del
vento è spesso repentino, esattamente come l'onda che in pochi minuti si
alza corta e ripida, rompendo spesso in piccoli frangenti. Il vento si
fa sentire in generale su tutto l'alto lago, rimanendo comunque più
intenso da Dervio verso nord ed in particolare in corrispondenza dei
restringimenti (Dervio e Domaso in primis). Non è raro assistere ad una
Breva di 20 nodi, in particolare nel periodo di tarda primavera, inizio
estate o inizio autunno, ovvero quando i contrasti termici tra terreno
ed acqua e tra montagne e pianura sono maggiori. Se le condizioni
meteorologiche sinottiche favoriscono sin dal mattino la comparsa di
vento da sud, è molto probabile che durante il giorno la Breva si
presenti particolarmente forte, con punte sino a 25 nodi. La
circolazione delle correnti legata a questo vento determina
frequentemente la formazione di cumuli sulle montagne circostanti. In
basso lago, invece, la Breva si fa attendere più a lungo, rimanendo
spesso un'illusione. Questo avviene soprattutto nel ramo di Como, dove
la conformazione del lago non permette al vento di distendersi
regolarmente. Fa eccezione la zona tra Argegno e Brienno, dove riesce a
soffiare con una certa regolarità, seppur debole rispetto all'alto lago.
La Breva soffia in maniera costante e senza eccessive variazioni di
direzione (se non determinate dalla particolare orografia dei luoghi) da
mezzogiorno sino a poco prima del calare del sole. Allo scemare del
contrasto termico, il vento, dove non scompare, cambia direzione, sino a
provenire dalle montagne circostanti: sono questi i venti montivi, che
soffiano dal tramonto sino alle prime ore della notte, in maniera
parecchio irregolare e non riuscendo in alcun caso a stendersi su tutta
l'estensione del lago. E' abbastanza illusoria la navigazione a vela con
questo tipo di venti, in quanto ci si può ritrovare in pochi minuti in
totale calma di vento. Nelle altre stagioni In generale i venti di
brezza hanno la maggiore forza quando i contrasti termici tra acqua e
terreno e tra pianura e montagne sono più evidenti, e quindi in tarda
primavera, inizio estate ed inizio autunno. Al di fuori di questi
periodi la Breva è spesso assente. Non è raro che nel mese di dicembre e
gennaio si manifesti come un leggero alito di vento, della durata di
poche decine di minuti, che riesce appena ad increspare la superficie
del lago. In presenza di perturbazioni la Breva capitola facilmente,
essendo annullati i contrasti termici necessari per la sua formazione.
Chi intende navigare a vela in queste condizioni, deve affidarsi spesso
a venti sinottici, che tuttavia si presentano sul lago molto più
debolmente rispetto al mare. Il Tivano, invece, è presente in maniera
più regolare anche al di fuori della stagione estiva, raggiungendo
spesso intensità ragguardevoli. L'assenza di Tivano in basso lago è
generalmente segnale premonitore dell'arrivo di tempo cattivo. Venti
sinottici Nel momento in cui impattano sulle montagne circostanti, o
semplicemente si incanalano lungo le sponde, i venti sinottici subiscono
spesso forti variazioni di intensità e direzione, determinando spesso
locali rinforzi o mollane. Non staremo qui a soffermarci sulle
specificità dei diversi luoghi, ma andremo a caratterizzare il
comportamento medio del vento sulla superficie del lago in presenza di
correnti in quota provenienti dalle diverse direzioni della rosa dei
venti. Tramontana: il vento da nord è il più temuto sul lago per la
sua intensità, tanto da essere chiamato localmente Ventone o Vento. Si
presenta generalmente in condizioni di cielo sereno e particolarmente
terso. Quando correnti in quota da nord impattano l'arco alpino,
risalgono il crinale delle montagne raffreddandosi e quindi formando
nubi, con conseguenti precipitazioni in Svizzera, Francia ed Austria.
Valicato l'arco alpino, le correnti sono ormai prive di umidità e
ridiscendono il versante meridionale delle Alpi senza che si formino, se
non occasionalmente, nubi. E' facile riconoscere questa situazione dalle
immagini satellitari, in quanto tutto l'arco alpino è circondato, da
nord, da una banda nuvolosa che si interrompe bruscamente sul versante
meridionale. Il fenomeno è talmente caratteristico da avere il nome
proprio di Staü (dal tedesco "sbarramento"). Ai primi aliti di vento a
sud delle Alpi il cielo, se prima nuvoloso, si rasserena velocemente a
partire da nord e diventa particolarmente terso. Le prime raffiche di
vento si fanno sentire repentinamente e spesso hanno una forte
componente verticale, il che rende ancora più imprevedibile il loro
arrivo. Il Ventone può raggiungere anche i 30-35 nodi e, nelle raffiche
più forti non è inusuale vedere l'acqua che nebulizza. Oltre ad essere
particolarmente asciutto, il Ventone è spesso caldo, soprattutto nel
periodo tardoinvernale o primaverile. Man mano che il vento si distende,
si alza anche una notevole onda, principalmente nelle zone meridionali
del lago. La durata del Ventone può essere anche di diversi giorni, a
seconda dell'intensità delle correnti in quota, presentandosi più
intenso nel periodo invernale e primaverile. L'arrivo ed anche
l'intensità del Ventone possono essere previsti guardando il dislivello
barico delle stazioni meteorologiche di Zurigo e di Milano: se a Zurigo
la pressione è almeno 8 hPa maggiore di quella di Milano Linate, è molto
probabile l'arrivo di Ventone. Se la differenza di pressione raggiunge i
12 hPa, il Ventone si presenterà particolarmente intenso. Grecale:
il Grecale può manifestarsi sotto forme diverse, a seconda del fatto che
si incanali da nord verso sud o da sud verso nord. Nel primo caso il
Grecale si presenta sul lago con una fenomenologia abbastanza simile a
quella del Ventone. Questa volta, tuttavia, l'aria rimane abbastanza
umida e non è inusuale che si formino nubi che coprono il cielo.
Considerata la particolare direzione, si determinano abbastanza
facilmente ampie zone di lago con vento poco o nullo. Quando il vento da
nord-est è più forte sulla val Padana che sulle Prealpi, è molto
probabile che il Grecale cambi localmente direzione, incanalandosi da
Lecco verso Colico. In questa situazione si determina un rinforzo, anche
notevole, della Breva. Molto spesso in basso lago abbiamo una coltre di
nubi basse che ricoprono uniformemente il cielo e dalle quali cade, a
volte, una precipitazione molto debole. Risalendo verso nord, tuttavia,
le nubi si diradano, sino ad avere in alto lago condizioni di cielo
sereno o tutt'al più poco nuvoloso. Levante: il Levante contribuisce
generalmente ad un rinforzo della Breva, in particolare in
corrispondenza degli sbocchi vallivi da est. Scirocco: il vento da
sud-est è molto probabile che si incanali lungo il lago da sud verso
nord, risalendo il ramo di Lecco e portandosi sino a Sorico-Colico.
Molto spesso lo Scirocco è accompagnato da nubi basse, che inibiscono la
formazione della Breva. In questa condizione possiamo osservare un vento
da sud (ma non si tratta di Breva, non avendo origini termiche) di 10-15
nodi. Quando, invece, lo Scirocco non trasporta nubi, la Breva si
trasforma in Brevone, con intensità sino a 20-25 nodi. Ostro: l'Ostro si
presenta sul lago con una fenomenologia analoga a quella dello Scirocco.
Libeccio: quando il Libeccio non è legato alle perturbazioni, e
quindi non è associato a nubi, determina facilmente condizioni di Breva
forte, con raffiche che scendono dagli sbocchi vallivi che circondano il
lago e si aprono a ventaglio sulla superficie dell'acqua. Quando,
invece, il Libeccio è associato ad una perturbazione in transito sul
nord Italia, il vento sul lago è spesso del tutto assente. Ponente:
quando soffia in condizioni di bel tempo, il Ponente determina
condizioni del vento analoghe a quelle della Tramontana. Maestrale:
il vento da nord-ovest, come la Tramontana e il Ponente, determina
condizione di Ventone sul lago di Como. Una differenza apprezzabile
tuttavia, sta nel fatto che nella parte più alta del lago (da Domaso in
su), si possono presentare bolle con vento poco o nullo. Fenomeni
temporaleschi Temporali di calore Il lago e le montagne che lo
circondano sono delle poderose macchine termiche, che generano spesso,
durante le ore calde della giornata, correnti ascensionali di notevole
entità. Come detto in precedenza, la circolazione associata alla Breva è
spesso portatrice di aria umida che quindi, risalendo l'atmosfera,
condensa in nubi a sviluppo verticale. Si tratta di un fenomeno normale,
che non deve preoccupare particolarmente. Quando tuttavia è presente un
principio di instabilità, gli innocui cumuli possono facilmente
trasformarsi in cumulonembi (principalmente lungo i monti sulla costa
occidentale del lago) la cui formazione deve mettere in preallarme. Da
qui a breve si faranno sentire i primi tuoni ed il vento subisce
alterazioni nella sua direzione ed intensità. Il temporale si sposta
tipicamente da ovest verso est, in funzione delle correnti in quota. A
seguito di un periodo molto caldo i temporali di calore rischiano spesso
di essere violenti, attivando forti venti che dalle valle laterali si
riversano sul lago aprendosi a ventaglio. Uno per tutti è il Menaggino,
che si forma in corrispondenza di temporali nelle valli retrostanti
Menaggio. Temporali legati a perturbazioni Quando le correnti in
quota determinano delle condizioni di forte instabilità, il lago di Como
può essere teatro, così come tutto il nord Italia, di una lunga teoria
di temporali che da ovest si muovono verso est. I temporali si riversano
sul lago principalmente dalle valli laterali. Se il cielo era già
coperto prima dell'arrivo delle nuvole temporalesche, è abbastanza
frequente che questi temporali non generino vento degno di nota. Se però
prima dell'arrivo della perturbazione il sole faceva capolino scaldando
la superficie del lago e l'instabilità è di notevole entità, il
temporale può essere anticipato da vento forte, che tuttavia ha una
durata abbastanza breve (circa 30 minuti) e che tipicamente si calma
all'inizio delle precipitazioni. In queste condizioni, occorre prestare
particolare attenzione ai segnali premonitori (nuvole sui monti sin
dalle prime ore del mattino, vento che soffia in maniera irregolare),
oltre che essere informati delle previsioni meteorologiche.
Orografia del territorio
L'intero comparto è stato storicamente contraddistinto da una forte
presenza di depositi alluvionali che, nel corso degli anni, sono stati
trasportati dai numerosi fiumi e torrenti presenti. In conseguenza a
tale fenomeno si deve la formazione dei piccoli laghi connessi al bacino
principale; il Lago di Mezzola, posto all'estremo nord ed i laghi di
Garlate e Olginate in provincia di Lecco. Il lago di Como, vanta
un'estensione pari a 145 chilometri quadrati e rappresenta il terzo lago
più vasto d'Italia, dopo il Garda e il Maggiore. Con i suoi 418 metri di
profondità massima, in prossimità di Argegno, è il quarto bacino più
profondo d'Europa; solo alcuni laghi norvegesi, di similare
conformazione, gli contendono il primato. A tal riguardo si rammenta che
in prossimità di punta Cavagnola, tra Nesso e Argegno, il prof. J.
Picard, nei primi anni del novecento, testò il proprio batiscafo
Trieste, raggiungendo la ragguardevole profondità di 418 m. Nel '48,
l'Ing. Vassena ripetè l'esperienza testimoniando la probabile presenza
di una fossa di profondità ancor maggiore. Assimilabile per forma ad
un fiordo norvegese, è uno dei più compositi e suggestivi paesaggi
italiani. Si compone di tre differenti comparti, popolarmente definiti
rami: il bacino di Como e quello di Lecco, pressochè simmetrici, e il
bacino di Colico, più a nord. L'Adda, principale immissario, interrompe
il proprio corso esattamente in prossimità di Colico, riprendendolo poi
nella città di Lecco. Data la caratteristica forma ad "Y" rovesciata, il
ramo di Como riceve un minore apporto d'acqua "corrente" rispetto al
resto del lago. Complice la forte urbanizzazione presente nel bacino
comasco, quest'area risulta avere un ricambio delle acque più lento e di
conseguenza si registra un maggior inquinamento e una minor
balneabilità. Come precedentemente accennato, l'Adda rappresenta, per
importanza di portata, il principale emissario ed immissario del lago di
Como. Per tale ragione, il fiume dovrebbe svolgere la normale funzione
di regolatore di livello idrografico, una sorta di naturale "troppo
pieno". La presenza di numerose dighe e di centrali idroelettriche
poste a valle, rende invece necessaria una gestione controllata e
sistematica della portata d'acqua, modificandone conseguentemente la
naturale variabilità idrografica. A tal proposito si fa riferimento al
discutibile ed ambizioso progetto relativo alla realizzazione di paratie
mobili ideate al fine di evitare possibili esondazioni. Nota quella del
1868, che vide un innalzamento della quota zero del lago di 3,97 metri.
In quell'occasione Piazza Cavour fu letteralmente sommersa e l'acqua
del lago inondò completamente la città murata. A testimonianza del
grande evento le targhe apposte dalla cittadinanza di fronte ai Portici
Plinio nel centro storico. La piazza, prima di questa circostanza,
era considerata come il porto principale della città, quando ancora il
lago di Como era utilizzato come una delle principali vie di
comunicazione: i comballi, grosse imbarcazioni adibite al trasporto
della merce, solcavano le acque del Lario, spinte dai venti, utilizzando
l'approdo comasco come centro di smistamento. Nel 1871, a seguito di
un importante esercizio di ricostruzione, l'antico porto assunse
l'attuale conformazione di piazza. L'opera di riempimento, eseguita con
materiali di riporto, si rivelò affrettata e superficiale, infatti, non
fu in grado di dimostrarsi solida e di grande affidabilità costruttiva.
Ancora oggi la piazza subisce un abbassamento progressivo rispetto alla
quota zero del lago. Altri emissari meno influenti a livello
idrogeologico, ma altrettanto noti, sono il Mera, il Varrone, il
Pioverna, il Fiumelatte (il più corto fiume italiano), il Liro, il Telo
ed il Breggia. A causa della sua posizione, nonché per le
caratteristiche sopra descritte, non è difficile comprendere le
motivazioni per cui il lago di Como risulta essere caratterizzato da
temperature medio basse: nel periodo invernale la temperatura è pari a
5/6°C ad ogni profondità. Nel periodo primaverile la temperatura in
superficie (10 – 20 m) si aggira intorno ai 17°- 20°C. Nel periodo
estivo la temperatura superficiale (10 – 20 m) si aggira intorno 23° -
24° C.
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